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Dopo aver superato i controlli di sicurezza di routine, Enea porge i biglietti al controllore dell’ascensore che ci porterà al primo piano della Tour Effeil. Veniamo accolti da una hostess la quale ci accompagna al nostro tavolo dove l’atmosfera elegante e le luci soffuse ci avvolgono nel loro calore. <<Enea, tutto questo è…>> Rimango senza parole mentre guardo l’incantevole panorama che dà sul Trocadero e Ville Lumiere.
<<Bellissimo?>> M’interrompe. <<Mai quanto te.>> Mi bacia il palmo della mano con fare dolce.
Un cameriere vestito con pantaloni e gilet nero e camicia bianca ci porge due calici di Champagne augurandoci una buona serata.
<<Merci.>> Risponde Enea con un perfetto accento francese. <<Come è andata oggi a lavoro?>> Domanda una volta rimasti da soli.
<<Direi che come primo giorno lavorativo non è stato male, abbiamo fatto tanti modelli di abiti per la collezione anche se non ero del tutto concentrata, e tu? Cosa hai fatto tutto il pomeriggio?>> Direi che la definizione esatta sia: “per niente concentrata” e spero che Enea non si soffermi su questo dettaglio.
<<Perché non eri del tutto concentrata?>>
Come non detto. <<Perché pensare a stasera mi ha distratta tanto.>> Rispondo rossa in volto.
<<Perché?>> Mi guarda con occhi eccitati e carichi di adrenalina.
<<Perché sarei stata insieme a te.>> Abbasso lo sguardo per guardare le nostre mani intrecciate. <<E tu? Cosa hai fatto oggi pomeriggio?>> Cerco di cambiare discorso, sperando di riuscire nel mio intento.
<<Non riesci a stare concentrata se pensi a me?>> Si china leggermente per poggiare due dita sotto il mio mento ed incastrare i nostri sguardi, rimango in silenzio per qualche secondo. <<Molto.>> Mi mordo il labbro inferiore.
<<Quanto?>> Continua a guardarmi ed è come se fossi ipnotizzata, non riesco a distogliere lo sguardo dal suo.
<<Tanto.>> Bevo un sorso di Champagne.
<<In una scala da uno a dieci? Quanto…>> Stringe la presa sulla mia mano.
<<Dieci.>> Deglutisco e rilascio tutto il respiro trattenuto quando vedo arrivare il cameriere con gli antipasti: gamberetti speziati con avocado e pomelo, cuore di lattuga e condimento di sesamo nero.
<<Ritornando alla domanda di prima, sono stato nel bar dove ti incontrai la prima volta qui a Parigi, ricordi?>> Strofina il pollice sul dorso della mia mano.
<<Come dimenticarlo.>> Esclamo pensando a quel giorno.
<<E poi ho trovato lavoro in uno studio che si occupa della progettazione del paesaggio: piazze, giardini, parchi, strade…>> Mi spiega con espressione felice.
<<Ma è meraviglioso, sono davvero felice per te.>> Piego le labbra in un sorriso pieno di gioia, trovare un lavoro inerente alla sua laurea è quello che si merita, si merita tutto il bene di questo universo e una carriera piena di successi perché è un uomo con dei valori, gentile e premuroso che mi fa sentire al settimo cielo quando sto insieme a lui. <<Credo di vivere un sogno in questo momento.>> Guardo fuori e le persone sembrano così piccole, come se fossero in miniatura, le luci illuminano tutta la zona illudendo sia giorno e rendendo tutto meravigliosamente bello.
<<È tutto reale, Serena.>> Strofina il pollice sul dorso della mia mano e mi guarda intensamente come se mi stesse leggendo nel pensiero. <<Quando vidi la tua espressione, dopo che ti rimproverai il primo giorno di lezione, ho provato un senso di colpa all’istante.>>
<<Ricordi quel momento?>> Sgrano gli occhi, finalmente inizia riacquistare memoria, nulla è meglio di questa notizia. <<Si.>> Piega le labbra in un sorriso.
<<Sentivo gli occhi di tutti addosso.>> È passato tanto tempo da quando è successo ma tutt’ora se ci penso, rammento la brutta sensazione che provai. <<Volevo sprofondare per terra dall’imbarazzo.>> Mando giù l’ultimo boccone del mio antipasto.
<<Ed io avrei voluto abbracciarti e chiederti scusa.>> Dice con espressione seria.
Sento il cuore saltare un battito, avrebbe voluto abbracciarmi? Sbatto più volte le palpebre. <<Davvero?>> Socchiudo la bocca.
<<Eri così indifesa…>> Tira un lungo respiro. <<E mi sono comportato da arrogante.>>
<<Eri alquanto dispotico.>> Sorrido pensando alla sua prima lezione.
<<Non ero dispotico.>> Sorride, poi beve un sorso di champagne.
<<Si invece, non appena sei entrato hai dettato subito legge.>> Lo vedo alzare un sopracciglio. <<Non potevamo usare i cellulari e parlare tra di noi.>>
<<Alle mie lezioni doveva regnare il silenzio affinché gli alunni potessero comprendere gli argomenti da me spiegati nel più breve tempo possibile, Serena, la mia pretesa era a fin di bene.>> Risponde serio, quasi offeso.
<<Mettevi in soggezione i tuoi alunni, professore.>> Alzo un sopracciglio soddisfatta per la mia sincerità.
<<La mia intenzione era mettere in soggezione te.>> Mi guarda intensamente negli occhi.
<<Ricordi pure questo?>>
<<Il modo in cui arrossivi e distoglievi immediatamente lo sguardo faceva aumentare il desiderio di averti e avevo l’incessante bisogno di farlo e rifarlo, farti arrossire, imbarazzare e impazzire.>> Sussurra con tono sensuale.
Veniamo interrotti dal solito cameriere che ci porta il piatto principale: filetto di orata alla plancha e risotto al farro della Haute-Provence.
Guardo il piatto con l’acquolina in bocca, sarà tutto
squisito, mi passo la lingua tra le labbra per inumidirle e
quando alzo lo sguardo trovo Enea a fissarmi.
<<Smith, abbiamo una lunga serata davanti a noi.>> Mi guarda serio in volto. <<Non provocarmi proprio adesso.>>
Sento all’istante la gola seccarmi e ho bisogno di bere qualsiasi cosa, dunque afferro il mio calice con un po’ di champagne e lo bevo tutto d’un sorso, non so se riuscirò a resistergli ancora a lungo di questo passo, scuoto la testa pensando alla sua confessione di prima. <<Sapevi l’effetto che mi facevi allora.>> Deglutisco.
<<Sin dal primo giorno.>> Sorride divertito.
<<Chissà quante alunne hanno provato questa sensazione nei tuoi confronti e tu provavi piacere a farle imbarazzare.>> Lo ammonisco con lo sguardo e sento una fitta di gelosia perforarmi il cuore.
<<Provavo piacere nel farlo con te.>> Puntualizza. <<Delle altre non mi è mai importato, si sa che le alunne prendono sempre una cotta per il loro insegnante ma con te…>> Scuote la testa. <<Con te era diverso, mi basta guardarti e stare in tua compagnia per sentirmi bene, come se fossi una panacea.>>
Vorrei alzarmi e abbracciarlo, vorrei sedermi sulle sue gambe e baciarlo fino allo sfinimento. <<Voglio baciarti.>>
<<Fallo.>> Risponde con tono serio.
<<Siamo circondati da persone, Enea.>> Mi guardo intorno e divento rossa in volto al solo pensiero di tutti quegli occhi puntati addosso mentre lo bacio.
Vedo Enea alzare il braccio e richiamare l’attenzione del cameriere: chiede il conto in perfetto francese e senza aver terminato la nostra cena mi porge la mano per farmi alzare. <<Cosa stai facendo?>> Chiedo confusa.
<<Quello che avrei dovuto fare qualche istante fa.>> I suoi occhi blu puntano dritto verso i miei, eccitati e famelici, in piedi al mio fianco, chiude il primo bottone del suo cappotto nero in cachemire poi afferra la mia mano e mi trascina a passo sostenuto fuori dal ristorante, giriamo a destra e saliamo su per le scale poi stringe i miei fianchi con entrambe le mani poggiandomi contro il muro, spinge il suo corpo possente contro il mio e cattura le mie labbra in un bacio famelico e carico di desiderio. <<Non riesco a resisterti, Serena.>> Sussurra tra un bacio e l’altro, sento brividi di piacere su tutta la mia pelle e il corpo bramare di desiderio per quest’uomo che mi farà perdere il senno se continuerà a dirmi frasi del genere. Sfiora la mia gamba fermandosi sotto il ginocchio e se l’avvolge al bacino spingendo la sua erezione contro il mio basso ventre, mi morde il labbro inferiore, il mento, la mandibola fino al lobo dell’orecchio e un’ondata di piacere invade il mio corpo, mi scioglie lo chignon ormai disordinato lasciando cadere i capelli sulle spalle. <<Ti voglio sempre con i capelli sciolti.>> Sussurra contro le mie labbra, mi afferra per i fianchi e senza sforzi mi alza per poggiarmi sul davanzale della finestra, mi tocca ovunque, avido, mi bacia e mi contempla.
Priva di fiato afferro il suo viso, affondo le dita tra i suoi capelli e lo bacio come se non ci fosse un domani spingendo di più il suo bacino contro il mio.
***
Ammaliata dal panorama che da l’ultimo piano della Tour Eiffel mi ritrovo abbracciata ad Enea a contemplare le stelle della notte Parigina.
<<Perché tutto questo? >> Chiedo con occhi lucidi e carichi di emozione. <<È tutto bellissimo.>>
Lo sento allontanarsi e quando mi volto lo vedo con due calici, una bottiglia di champagne e un piatto colmo di fragole in mano. <<Semplicemente per ringraziarti di tutto quello che hai fatto per me.>> Si avvicina e mi porge i calici, poggia il piatto sul tavolinetto, apre lo Champagne e riempie i bicchieri. <<Al nostro futuro. >> Sussurra alzando il calice.
<<Per una vita migliore e piena di felicità.>> Seguo il suo gesto piegando le labbra in un sorriso carico di speranza.
Il lavoro dei miei sogni, Parigi come panorama, le sue mani che mi avvolgono i fianchi, la mia schiena poggiata contro il suo petto forte e possente e un uomo come Enea al mio fianco è tutto quello che desidero dalla vita, chiudo gli occhi assaporando il momento e prego affinché tutto questo non possa cessare mai.
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Il mistero dei tuoi occhi.
ParanormalPuò un male terrificante rendere inseparabili due persone? Serena Smith è una giovane e dolce studentessa americana, studia all'Accademia delle belle arti a Los Angeles per avverare il suo sogno, diventare una stilista. Enea Aragona, trentenne Ital...