마흔하나.41

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Jooheon stava passando di lì, anche lui perso nei suoi pensieri, deciso a fare quattro passi per distrarsi, quando casualmente passò davanti al parco giochi e mi vide, a suo parere, circondata da un'aura di tristezza e depressione che poteva essere percepita anche a distanza di metri, ragion per cui non poteva non fermarsi e venire a scambiare qualche parola in mia compagnia.
In modo molto simpatico, aggiunse anche che oltre al mio umore, i miei vestiti combaciavano in modo quasi tetramente perfetto, facendo di me una specie di semi-dea della sventura o una roba del genere. 
Se si poteva definire una qual specie di complimento, oserei dire che lo trovai ambiguamente carino.

Dopo avermi dato qualche spinta sull'altalena, avermi informata delle cose che vi ho appena detto, mentre creava un po' d'aria dato dallo spostamento in avanti e in dietro che aveva la funzione del gioco in cui stavo sopra, lui ne approffitò per contemplare il panorama che aveva di fronte a se, mantendeno un leggero silenzio, interrotto solo dalle cicale che ormai avevano capito che il caldo era giunto alle porte e che l'estate vera e propria lo avrebbe seguito tra non molto.
Non passarono nemmeno cinque minuti dal suo arrivo, che alla fine smise di spingermi per prendere posto sull'altra altalena vuota al mio fianco, iniziando a fare anche lui un po' avanti e indietro.
Non riuscii a non pensare al fatto che io e quel ragazzo avessimo qualcosa di troppo simile caratterialmente.
Fino a poco fa, mi aveva fatto la predica su quanto mi fossi circondata dal colore nero, quando anche lui stava indossando una felpa del mio medesimo colore.
Ormai non osservavo più il panorama mozzafiato che avevo davanti, ma bensì qualcosa di ancor più interessante.
Capivo perché avevo voluto provarci con lui non più di qualche sera fa in quella discoteca..
Visto da fuori, Jooheon era veramente un bel ragazzo, di una bellezza quasi anomarle, ma allo stesso tempo in un qual modo fragile.
Il suo viso era morbido, gli zigomi leggermente paffuti, le fossette profonde ai lati della bocca carnosa, che spuntavano quando faceva partire un sorriso sincero che arrivava ad illuminargli gli occhi di una forma splendidamente singolare.
Esteriormente, appariva seriamente come una qualche statua che si vedeva solo nei musei più altolocati.

Dovevo essermi persa troppo ad analizzare ogni minimo particolare del suo volto, tanto da sentirsi osservato, per essersi voltato a guardarmi a sua volta con un sopracciglio alzato.
Immediatamente le mie gote s'infuocarono dall'imbarazzo di essere stata scoperta mentre lo fissavo.
"So di essere bello e fare questo effetto, ma insomma, se continuavi a guardarmi in quel modo mi avresti consumato."
Entrambi scoppiammo in una risata sincera, che allentò decisamente la tensione che si era leggermente creata.
"Non mi hai ancora detto nello specifico perché stavi facendo una passeggiata a quest'ora così calda del pomeriggio..
So che non siamo grandi amici..
Per la verità non ci conosciamo neanche in pratica..
Ma se vuoi un po' sfogarti ti ascolto volentieri."
Dissi, facendo uno dei miei sorrisi più onesti, di quelli che mi venivano dal cuore.
"Neanche io so perché tu ti trovi qui.
Suppongo che avessi bisogno di schiarirti le idee in qualche modo, come me."
Regalandomi un dolce sorriso di rimando.
"Chi inizia?
Sembra che tu sia quella che ha più bisogno di sfogarsi, ora come ora.
E poi sono un gentiluomo..
Perciò prima le madamigelle."
Riprese parola accennando un buffo inchino alla fine, cosa che mi fece ridacchiare anche se mi sentivo leggermente sfottuta.
"Beh..
Se ci tieni tanto a saperlo..
Io non capisco che tipo di comportamento stia tenendo Mingyu insomma..
Prima si ubriaca e mi dice che gli piaccio, poi sono ubriaca io e ci baciamo ma lui fa finta di nulla, ma io me ne ricordo, ne parliamo e mi dice che non ha significato nulla e poi mi ha dato in pratica della zoccola che vuole farsi anche i marciapiedi..
In più ci sono sti Bangtan che continuano a spuntare ovunque.
Non li reggo più, sono un'incubo non so se mi libererò di loro manco quando andremo in Italia per fare visita a nostra nonna.
In più vorrei tanto che il mio migliore amico Hansol riuscisse a mettersi con Lin.
La ama da praticamente una vita, ma anche lei non capisco se lo faccia di proposito a farlo soffrire."
Raccontai tutto di getto, senza fermarmi un secondo a prendere aria.
Jooheon mi ascoltava attento, cercando di non perdersi un minimo particolare.
Quando terminai, rifflettè qualche secondo sulle parole che avrebbe utilizzato per rispondermi.
"Okay, beh, wow.
Non è nulla di grave, i problemi della vita sono altri, anche se tu hai veramente l'aria di una che ha sopportato tanto senza lamentarsi mai una singola volta.
Capisco come ti senti, è più o meno quello che sta capitando anche a me.
Perciò immagino che questo rientri tra le ultime delle tue preoccupazioni e che essendo appunto la meno grave, tu ci rifletta e ti conceda di lamentartici su.
È normale.
Per il tuo amico e quella ragazza che si è fatta tranquillamente il mio -non- ragazzo, posso solo dirti di non metterti in mezzo.
Se qualcosa tra quei due deve accadere, succederà di loro spontanea volontà.
Per te, invece, ti inviterei volentieri a prendere Mingyu e dargli quattro randellate per vedere se si infurbisce.
Più di dirti di continuare ad insistere e a parlarci non so cosa consigliarti."
Si fermò ancora a riflettere per vedere se gli venisse in mente qualcosa di meglio da dire.

Io ero semplicemente sconcertata dall'analisi che aveva fatto su di me..
Com'era possibile che fosse riuscito ad arrivare a quelle conclusioni senza nemmeno conoscermi?
Era davvero così semplice leggermi dentro?
"Io..
Ti ringrazio Jooheon, davvero per tutto.
Non molti si metterebbero ad ascoltare le lamentele di qualcuno che non ha nessun valore per loro.
E non voglio sapere come tu abbia fatto a capire quelle cose di me."
"Non offenderti, ma quelle cose ti si leggono negli occhi..
Solo una persona veramente effimera e superficiale non noterebbe le storie che si celano dietro il tuo sguardo.
E poi per me siamo amici da quando mi hai chiesto di limonare con te quella sera in discoteca!"
Entrambi ci ritrovammo nuovamente a ridere di gusto.
Dovevo dirlo..
Era piacevole passare il tempo con lui.
"Comunque immagino che allora tutta la società che ci circonda ogni giorno sia futile, perché quelle cose a momenti non le hanno manco mai capite le stesse persone con le quali abito da anni."
Un'espressione dispiaciuta gli si dipinse in volto..
Sembrava quasi non capacitarsene, mentre io ero ritornata a riflettere su tutte le parole che c'eravamo scambiati in quelle ore, anche se sembravano soltanto una manciata di minuti.
Difatti, dovevamo aver perso la cognizione del tempo perché ormai il sole stava tramontando, regalando uno spettacolo unico dei suoi colori sfumati di arancione sulla superficie azzurra e cristallina dell'acqua che bagnava Seoul.
"Che ne dici se ci godiamo ancora qualche attimo di questo meraviglioso tramonto e ti accompagno al dormitorio?"
"Non ho molta voglia di ritornare a casa ma so che prima o poi dovrò farlo dato che non ho nemmeno il telefono con me.
Sarebbe bello restare un altro po' qui con te.
È stato così tranquillo e piacevole."
Tutti e due parlammo senza smettere di guardare il cielo cambiare colore, segno che presto le tenebre sarebbero calate come una coperta ad avvolgere e inghiottire noi e la città stessa, facendoci sprofondare in un sonno tranquillo.
Jooheon senza dire nulla si alzò porgendomi la mano, segno che dovevamo andare.
Giunti al dormitorio mi disse che anche lui era stato bene in mia compagnia e che per qualsiasi cosa, non avrei dovuto esistere a cercarlo.
Quel pomeriggio avevo trovato un amico prezioso.

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