쉰한.51

513 50 9
                                    

Dopo aver fatto i più calorosi auguri a Sehun e Luhan, ormai era già quasi l'ora di cena, e il cielo si stava colorando di tutte le più svariate sfumature di arancione, rosa e rosso, quasi fosse stata la tavolozza variopinta di un pittore.
Nessuno aveva ancora sfatto i bagagli, e probabilmente ormai si sarebbe rimandato a dopo cena se non domani mattina.
Adesso c'erano da dividere le stanze, che erano tutte studiate nei minimi dettagli.
Dato che i Seventeen erano veramente troppi, una coppia sarebbe dovuta andare a dormire nella casetta di legno degli attrezzi che stava dietro in giardino, non visibile dalla stradina che avevamo percorso perché posta anteriormente.
Le camere a disposizione erano:
la mia, quella di Jeonghan, la mansarda, due divani letto, la casetta degli attrezzi e la stanza degli ospiti.
Dal momento che era chiaro e lampante a tutti quanti, spedimmo senza ombra di dubbio Minghao e Junhui nella capannina di legno, risistemata e ordinata da mia nonna a posta per loro e per le cose che sicuramente vi avrebbero fatto.
Nella stanza degli ospiti vi ci si catapultarono Hansol e Lin, Che originariamente doveva dormire in stanza con me.
La camera di Jeonghan chiaramente sarebbe stata divisa tra lui e Seungcheol.
La mansarda la presero Wonwoo, Joshua e Soonyoung, quelli che avevano più necessità di avere i loro spazi, cosa che con i rimanenti membri gli era impossibile.
Fortuna che era abbastanza ampia, tanto da potervi contenere un letto matrimoniale e una brandina, sulla quale avrebbe sicuramente dormito Jisoo.
Seokmin, Jihoon, Chan e Seungkwan si accamparono nei divani letto a una pizza e mezzo del salotto, nel quale mia nonna aveva sgombrato due possenti mobili, per permettere ai ragazzi di metterci dentro i loro vestiti da non trasformare la sala in un'accampamento, anche se probabilmente, la loro capienza non sarebbe bastata per tutta la roba di Seungkwan.
Tutta le cose che vi era all'interno, Sandra la mise dentro degli scatoloni che portò in cantina, su mio consiglio di rimuovere pure tutti gli oggetti fragili da sopra i tavolini, mensole e mobili vari, dato che avrebbero fatto una brutta fine.

Ma qualcosa fu pianificato nel verso sbagliato e l'unico che rimase in piedi in mezzo al corridoio, davanti alle scale che portavano alle stanze degli ospiti, alla mia e a quella di Jeonghan, fu Mingyu.
E l'ultima stanza rimasta disponibile con un letto matrimoniale che ospitava una sola persona, e che quella persona ero io, in quanto la stanza era la mia, si, era proprio la mia camera da letto.
Ma non avrei permesso che il suo avermi offesa con quelle parole, dicendomi che per lui quel bacio non avesse significato nulla e che quasi mi avesse dato della zoccola per via di Jimin e Jooheon, potesse trasformarmi in una cattiva persona e mandarlo a dormire da qualche altra parte.
Ragion per cui, rassegnata, gli feci cenno di seguirmi su per le scale che gli avrei fatto strada verso la stanza in cui avrebbe dormito per le prossime settimane.
Era da quando eravamo partiti che non aprivo la mia camera.
Tutto era rimasto immutato di una virgola, le cose ancora ai soliti posti di come le avevo lasciate.
L'armadio altissimo e molto capiente con l'anta dove vi stava uno specchio, era rimasta aperta in uno spiraglio che vi lasciava intravedere l'interno spoglio e desolato con le grucce tristemente aggrappate all'asta di ferro.
La sedia scostata dalla scrivania, che ospitava una felpa azzurro pastello maschile, sicuramente di Minseok.
Le mensole piene di libri, la bacheca di sughero con appese foto, frasi e le collane era ancora come la ricordavo.
Una polaroid ritraente quattro bambini sorridenti e alcuni con qualche dente mancante, all'interno di una piscina di gomma la cui plastica era come tutti i colori dell'arcobaleno, vi stava affissa, riportante una data di molti anni fa e i nomi mio, di mio fratello, di Minseok e Moonbyul.
L'acchiappasogni blu e lilla che mi aveva regalato Xiumin ad uno dei tanti natali che passammo insieme, stava ancora appeso sopra la testiera del letto.

Mingyu, si guardava intorno, scrutava interessato ogni angolo della stanza, finché non posò lo sguardo sul letto e una strana domanda gli scuarciò il cervello, facendoli fare una faccia alquanto strana e schifata.
Con un colpo di tosse si schiarì la gola, pronto a sparare la sua minchiata:
"Dimmi..
Per caso 3/4 anni fa, quanti sono, hai scopato con quella sottospecie di puffo in questo letto?
Perché se è così, posso dormire su una sdraio in giardino, mentre quello alto come un tavolino da caffè degli Exo, come si chiama, Kyungiù, Kyungsoo, si fa la doccia con la manichetta."
Una vampata di calore improvvisa, eccessiva e d'intralcio rispetto al caldo che già faceva mi si propagò dalla schiena fino alle guance facendomi prendere fuoco alle gote.
Perché si, di fatto in quel letto io e Minseok non vi avevamo solo dormito, per questo con molto antisgamo cercai di negare tutto.
"NOOO MA FIGURATI CHE VAI A PENSARE.
No no, è immacolato come la Vergine Maria quel letto, puoi stare tranquillo."
"Se, e io sono Gesù che cammina sull'acqua, se non ci credi riempiamo la vasca da bagno e facciamo una prova."
"Oddio Mingyu, sono state cambiate le lenzuola, non fare lo schizzinoso, se hai dormito nel tuo stesso letto dopo che la Junhao ci aveva inconsciamente già trombato una volta da ubriachi senza ancora ricordarselo, e tu hai cambiato indignato le lenzuola e hai continuato a riposare tranquillamente su quel materasso non vedo dove stia il problema.."
"Che nel letto dove tu ci hai cosato con quello-"
"YAH, per tua informazione, quello ha un nome e che ti vada bene o meno, è stato il primo ragazzo che abbia mai amato prima di t-"
Miseriaccia se dovevo imparare a tapparmi la bocca.
Mingyu non era stupido, aveva udito perfettamente la frase anche se mi morsi la lingua prima di terminarla, il senso ormai era quello.
"Jin ascoltami, sono un perfetto imbecille e capisco che tu non mi abbia più voluto parlare o sia ritornata a rispondermi alla cazzo come quando non ci eravamo ancora avvicinati.
Sai che non intendevo dire quelle cose, nemmeno le penso, ero solo molto arrabbiato, perché è da quando sei arrivata che io provo qualcosa per te.
Con il tempo è diventato veramente molto più forte e mi andava di traverso tutta questa situazione.
Per me è difficile esprimere i miei sentimenti, il fatto che io già lo stia facendo così in modo inaspettato, significa che non sei una persona a me indifferente.
Per niente.
Devi scusarmi.
Quel bacio, era quello per il quale avevo tanto agonizzato nell'ultimo periodo.
Io-"
"RAGAZZIII È PRONTA LA CENA"
Mia nonna interruppe quello che Mingyu stava finendo di dire, una sconsolazione infinita gli si dipinse nello sguardo, abbattuto dal non aver avuto il tempo per finire di spiegarsi.
Dal canto mio, ero scossa da quello che mi aveva appena detto, e dopo aver mangiato, mi sarei recata nell'unico posto nel quale ero solita andare per pensare.

×××
heyooo
scusatemi, ormai sono una tragedia con questi capitoli, non hanno più un giorno preciso in cui essere pubblicati.
spero che vi piaccia la storia anche se penso che tra non molto giungerà al termine.
la foto è stata scattata da me comunque :3

•How is living with the Seventeen•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora