Arrivò il vecchio Colci che prese il gatto e lo strinse a sé e si sedette accanto al figlio Marco. Penso avesse origliato fino a quel momento perché arrivò sorridente, ma nessuno alzò lo sguardo. Lì, nella sua vigna fuori città, vi si rifugiava sempre, e anche Marco, stanco delle strade e del cemento, di rado tornava fra noi. L' aria carezzava i nostri visi ed allontanava tutto il resto.
Roteò gli occhi Paolo "A che gioco dovremmo giocare quindi? Guardie e ladri? Se volete a casa ho una scarabeo con l'alfabeto cirillico", rise di gusto.
Arrivò un'auto a spostare i sassi, spezzare la quiete, frantumare i pensieri. Parcheggiò alle mie spalle e d'impeto mi girai. Beatrice arrivava sempre in ritardo. Abbracciò il vecchio Colci, salutò Lorenzo e poi me, mi scompigliò i capelli; si sedette accanto a Marco e si versò. Ignorò Paolo e tutti capirono, tutto fu silenzio fino a quando il vecchio Colci riesumò il sorriso con cui era arrivato e cominciò.
"La gioventù va nutrita.
Voi, dietro alle facce pulite non nascondete gioie. Se il cemento non vi piace vi capisco. Se la nebbia vi impedisce è cosa normale. E se le vecchie case, le facce già viste, le mani ruvide vi infastidiscono, reagite. Ma che volete fuggire? E da cosa? Siate giocatori, sedetevi al tavolo, voi che pensate solo a scappare. Se non son capricci, i pensieri differenti vanno esposti.
E ditemi, voi così passivi, siete sicuri di non essere vuoti e semplici meccanismi? Il gioco sta tutto qui: esprimetevi. L' espressione è il mezzo unico per superare sé stessi e comunicare più a fondo di quanto possano le parole." Vide Paolo distratto, sullo sfondo intento a scorticare un rametto mentre con decisione scuoteva il capo.
"Paolo, ti vedo sempre rabbuiato. Tu che parti, torni e non trovi. Facci sentire la tua voce, raccontati. Cosa ti affligge tanto?"
Paolo nascose gli occhi. Laconico, intervenne dopo una breve pausa.
"Siete dei simpatici perdi giorno."
Paolo smise di fumare e guardò il vecchio, guardò Lorenzo, senza essere ricambiato fissò Beatrice. Fermò ancora il mio dondolio, si alzò e fece su la sua roba senza salutare. Il rumore dell' auto rinvigorì i pensieri, i sassi mossi a musica non distrussero. Fu Beatrice a rispondere a un accigliato Colci. La distanza era molta e non sentii, vidi i volti di Marco ed il vecchio farsi seri.
"Quindi che si fa?"; la voce rimbalzò per i campi, solleticò l' udito di tutti e di Lorenzo, che ammutolito osservò il vecchio Colci alzarsi e fare ritorno a casa.
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Provincia meccanica
General Fiction10/05/18 #1 in Narrativa Generale [IN CORSO] I sogni più belli nascono nei sobborghi. Narriamo di cemento, cielo, amore: cosi isolati, non ci resta che guardare oltre. "I tuoi occhi, ladri di lettere, oscillavano tra le nostre righe. E gli avremmo...