Il ragazzino non aveva ancora parlato da quando Colci aveva aperto quella valigia, e chiesi io, incuriositomi, cosa contenesse la scatoletta di plastica un poco ancora nascosta dal panno."Qua dentro? Ci sono le prove."
Colci la strinse tra le dita e se la rigirò delicatamente tra le mani, soppesandola. La scatola fu aperta tra il rumore sordo del tappo ormai levato ed i nostri occhi incuriositi. Un altro pannetto, stavolta nero, era posato sopra il contenuto, e Colci poggiò la scatola a terra.
"Coraggio Tomas, solleva il panno."
Il ragazzino si destò dal silenzio ed emise un gemito di sorpresa, ma già era in movimento verso la scatoletta, che raggiunse a gattoni in pochi attimi: con le dita a pinza afferrò il pannetto che rivelò un plico di fotografie incellofanate singolarmente e riposte sul dorso. Tomas sollevò cauto la prima e la girò; era completamente bianca. Afferrò allora la seconda fotografia e la girò, la affiancò alla prima sul pavimento. Ancora incredulo voltò la terza, la quarta. Si fermò ad osservare tutte le fotografie sparse sul pavimento mentre Colci assisteva alla scena col viso in tralice e la bocca dritta. Mi accorsi allora che le foto sparse sul pavimento erano via via sempre più azzurre, che le prime foto completamente bianche erano molto differenti dalle ultime che Tomas aveva sfilato dalla scatola, ed anche i bordi, di foto in foto, diventavano più scuri e poi qualche dettaglio, piccolo, sembrava intravedersi. Le riordinai velocemente, dalla più chiara alla più particolareggiata in cui predominava una luce azzurra. Credo che Tomas allora capì, perché tirò fuori dalla scatola tutte le foto e cominciò a metterle in sequenza sul pavimento. In breve finimmo e velocemente facemmo scorrere le nostre teste lungo la linea costituita da venticinque fotografie che correva per il pavimento.
Dalla prima foto completamente bianca arrivammo all' ultima. Il professore ed il cacciavite appena scivolatogli dalle mani erano ben impressi e attorniati da corpi sfuocati ed in movimento, avvolti da camici chiari in un'agitazione palpabile. Al centro della fotografia, un principio di luce chiara nasceva dal tavolo affianco al professore.
Notai Colci sorridente, alle nostre spalle, mentre si rimetteva in piedi aggrappandosi ad una sedia.
"Mio nonno scattò una foto nel momento in cui la luce blu si disperse per la stanza. Mi raccontò che nel giro di un minuto sentì un rumore metallico, secco, nel corpo della macchina ed un filo di fumo ne fuoriuscì, esattamente quando il fascio di luce azzurra fu catturato dalla macchina. Impauritosi la appoggiò sul bancone e corse via.
Mio nonno morì molti anni dopo in un incidente d' auto, non accusò nessun danno in seguito a quel pomeriggio. Non c'è dubbio che a salvarlo fu proprio questa macchina."
Il ragazzino dai capelli rossi sorrise sincero.
"Ora ti credo...è tutto vero", promise, mentre a testa bassa continuava ad osservare la linea retta di fotografie, e la vecchia Leica che come un vecchio trofeo stava lì sul pannetto color porpora. Solo allora notai un' altra scatoletta, all'interno della valigia, e feci per avvicinarmi; volevo afferrarla. Il vecchio Colci mi vide, a grandi passi chiuse la valigia e la spostò d' un mezzo metro; fu così veloce.
"E' ora di andare a casa, ragazzi", con la voce più scura, dandoci le spalle, ci ricordò.
........................................................
Ho deciso di partecipare al contest "un concorso per Wattpad" perché spinto dalla bontà della proposta. In bocca al lupo a tutti i partecipanti!
- Emme Damna -
STAI LEGGENDO
Provincia meccanica
Narrativa generale10/05/18 #1 in Narrativa Generale [IN CORSO] I sogni più belli nascono nei sobborghi. Narriamo di cemento, cielo, amore: cosi isolati, non ci resta che guardare oltre. "I tuoi occhi, ladri di lettere, oscillavano tra le nostre righe. E gli avremmo...