Capitolo 23: Il nostro sogno

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CAPITOLO 23: IL NOSTRO SOGNO

Quattro anni dopo


Chris si rigirò più e più volte davanti allo specchio.
Certo come abito da sposo era piuttosto insolito ... la location era piuttosto insolita ... invitati non ne parliamo!
Ma beh del resto si stavano sposando lui e Darren. Potevano mai immaginare qualcosa di diverso?
Decisamente no.
«Ehi Bubba!» Chris osservò sua sorella Hannah entrare in quella piccola sala chiusa al resto degli invitati da pietre e mattoni.
«Nervoso?» Chiese la ragazza abbracciando forte forte il fratellone.
«Da morire.» Disse continuando a sfregarsi le mani.
«Piantala che stai benissimo!» Esclamò la ragazza dando una pacca sul sedere del fratello, anche se fu attutita dal mantello che indossava.
«Non credi che sia un'idea stupida?» Chiese Chris mentre si continuava a mordicchiare il labbro inferiore.
Fino al giorno prima non gli era parsa stupida, ma estremamente dolce. Perché adesso gli sembrava la cosa più infantile del secolo? Forse perché lo erano entrambi gli sposi!
Hannah lo guardò esattamente come una che non si aspettava minimamente una reazione diversa.
«Bubba! E' una cosa tua e di Darren. Una cosa che per voi ha un significato profondo. Può sembrarlo a persone che non vi conoscono e per gli invitati può suonare un po' strana come cosa, ma ciò che conta è che sia perfetto per te e per Darren ...» Hannah sistemò la cravatta al collo di Chris, dandogli poi delle affettuose pacche sulla spalla. «... e da come il tuo fidanzato, nonché futuro marito, saltella nell'altra aula direi che lo è.» Chris scoppiò a ridere. Si beh ... per Darren era ovvio che la cosa fosse perfetta e magnifica. Poteva mai non esserlo per il piccolo Hobbit con la sindrome di Peter Pan?
Sua sorella stava per uscire dalla sala per lasciare a Chris gli ultimi minuti prima di compiere quell'importante passo che avrebbe portato un'ulteriore svolta alla sua vita.
«Ah Bubba! Quasi dimenticavo. Mark mi ha detto di darti questa! Dice che hai bisogno di qualcosa di blu!» Hannah gli lanciò quella che aveva l'aria di essere una giarrettiera!
Una fottutissima giarrettiera blu!
Chris la guardò, ma invece di arrabbiarsi decise di sfoderare la sua arma migliore.
«Hannah ...» Chris rilanciò la giarrettiera alla sorella. «.. dì a Mark che ha sbagliato. La sposa è nell'altra stanza!»
Sentendo le risate della sorella, Chris tornò a guardarsi allo specchio.
Certo quando da bambino aveva immaginato il suo matrimonio non lo aveva minimamente pensato in quello stile, ma eppure eccolo lì, senza il solito completo elegante scuro, senza tanti grilli per la testa, solo il grande amore che portava dentro il suo cuore.


Toc-Toc


«Dare se sei di nuovo tu giuro che ti prendo a calci in culo! Ce la fai a starmi lontano per dieci minuti?» Urlò isterico Chris.
La porta si aprì quel tanto che bastò per la testa tonda e sorridente di Tim Colfer.
«Non lo inizi nel migliore dei modi questo matrimonio se già non ne vuoi sapere di vedere il tuo futuro marito.» Disse ridendo mentre spalancava del tutto la porta e entrava.
Chris alzò gli occhi al cielo e finì di sistemarsi la cravatta.
«Non è quello, è che Darren è un cucciolo iper-attivo da quando ho proposto questa follia.»
«Per follia non intendi il matrimonio vero?» Domandò Tim avvicinandosi al figlio.
«No, anche perché tecnicamente è lui che ha detto si e io quello che ha passato quaranta minuti inginocchiato perché stavo aspettando che la crisi isterica del mio quasi fidanzato finisse.»
Tim sorrise e, poggiando ciascuna mano sulla spalla del figlio, lo guardò come se lo stesse guardando per la prima volta. Come se fosse nello stesso momento ancora quel bambino piccolo che sgattaiolava nel lettone dei suoi genitori con il grande librone delle fiabe perché voleva che gliene venisse letta ancoa una e poi bata, anche se non era mai solo una; e contemporaneamente era l'uomo che gli stava dinanzi e che si stava per sposare.
«Prima di andare, volevo darti una cosa.» Disse l'uomo e Chris lo vide per qualche minuto armeggiare con la tasca interna della sua giacca.
Ne estrasse una piccola scatolina di velluto e gliela porse.
«Sai, quando tu e tua sorella siete nati, io ho fatto un regalo a tua madre. Due paia di orecchini. Il primo paio fu con gli zaffiri perché appena nato fu subito chiaro che avevi gli occhi azzurri più belli della famiglia. Tua madre mi disse che poi li avrebbe voluti regalare a te in modo che tu poi li potessi donare a tua moglie. Quando ci rendemmo conto di quanto tu fossi speciale mi disse che lo avrebbe comunque conservato per te, in modo che tu potessi darlo a tua figlia o tuo figlio che poi lo avrebbe donato alla sua futura moglie.» La voce di Tim Colfer era rotta dall'emozione e più di una volta mentre parlava dovette fermarsi per cacciare indietro le lacrime che rischiavano di sopraffarlo.
Chris aprì la scatolina e dentro c'erano due graziosi orecchini in oro bianco con due zaffiri lucenti, di un blu particolarmente scuro, contornati ciascuno da tre piccoli brillantini. Il lavoro era squisito e bellissimo e Chris ricordò di averli visti qualche volta indosso a sua madre.
«Lei ... lei sarebbe molto contenta per te.» Chris non resistette più, chiuse la scatolina e abbracciò forte forte suo padre, sentendolo piangere silenziosamente nel suo abbraccio.
«Lei è sempre qui papà. E' sempre con noi.» Sussurrò e sentendo, forse per la prima volta, quelle parole vere. Perché sua madre poteva non essere più lì fisicamente, ma lui la sentiva sempre accanto a lui.
Suo padre si staccò da lui, asciugandosi delicatamente le lacrime con un piccolo fazzoletto di seta.
«Beh allora, questa è tua.» Tim Colfer allungò una bacchetta al figlio. Una bacchetta su cui era incastrata la fede che lui avrebbe messo al dito di Darren di lì a un'ora.
«Comincio a pensare che sia veramente un'idea stupida.» Grugnì il più piccolo, provocando altre risatine da parte del padre.
«Ehi, sei tu che te lo vuoi sposare.»
«Spero ancora che facciano una svendita di cervelli e che abbia la possibilità di regalargliene uno!»
Ridendo suo padre aprì la porta, allungando poi un braccio verso di lui.
Chris tirò un profondo respiro.
Si stava per sposare.
Con Darren.
Con l'uomo che aveva sempre amato, con l'uomo che era stato ben più che il suo sogno adolescenziale. Era stato un miraggio, un fantasma lontano con cui puoi fantasticare una vita insieme. Quel miraggio era poi diventato realtà e Darren era diventato il suo migliore amico, la sua ancora, la sua unica certezza in quel mare tempestoso della vita.
Poi l'amicizia che si solidifica impianta molto spesso il seme dell'amore.
Quel seme era rimasto inoperoso per anni, rimanendo lì ad attendere ... attendeva il momento in cui quel terreno diventasse fertile e intanto si nutriva dell'acqua e di tutte le sostanze nutritive che gli venivano fornite. Affrontava le tempeste, le nevicate, la siccità. Restava lì. In attesa.
Poi un bel giorno da quel seme non sbocciò solo l'albero più bello e maestoso. Sbocciò un intero giardino, con mille fiori di tutti i colori. Ogni fiore era un piccolo pezzo dell'amore che legava Chris a Darren e viceversa. Ogni fiore ha le sue spine, perché lotterà duramente per sopravvivere e per impedire che quel magnifico giardino appassisca.
Chris raggiunse quella grande sala che avevano scelto per celebrare la cerimonia.
Ovviamente Oxford non era disponibile a celebrare un matrimonio gay, seppur comunque di due celebrità.
Ma come ogni Potteriano ben sa, il Castello di Hogwarts non era formato di un unico castello. Molte erano le chiesette e i castelli scozzesi che vennero usati per creare il magnifico castello che era entrato nel cuore di migliaia di persone.
E Chris e Darren avevano scelto proprio uno di essi per celebrare le nozze.
Si, perché le loro nozze, sarebbero state ... magiche.
La prima cosa che vide furono tutte le fiaccole accese, proprio come si vedeva nei film.
Tutti gli invitati si alzarono in piedi non appena videro lui apparire sulla sinistra e Darren invece sulla destra.
Avevano a lungo discusso su chi aspettasse chi all'altare. Chris era più che ben disposto a lasciare l'onore di sposa in carico a Darren, ma per una volta la mascolinità di Darren si era come ribellata e alla fine decisero di salvare capra e cavoli. Entrambi i loro padri li avrebbero accompagnati infondo alla navata, dietro le due file di invitati. Esattamente al centro si sarebbero incontrati e lì i due genitori avrebbero unito le loro mani e poi insieme avrebbero raggiunto il celebrante.
Ovviamente Darren non aveva voluto sentire ragioni sulla musica di sottofondo mentre loro percorrevano la navata.
La colonna sonora del primo film di Harry Potter.
Quello era stato un punto decisamente molto discusso dai due, ma alla fine Chris aveva dovuto cedere perché l'alternativa era ... Harry 'Freakin Potter!
Chris vide Darren nel suo vestito, uguale al suo a parte per i colori delle cravatte e delle spille che portavano indosso al mantello.
L'idea di celebrare il matrimonio in stile del sogno che Darren aveva avuto e che aveva di fatto dato inizio alla loro storia, non fu sorprendentemente di Darren, bensì di Chris.
Darren gli aveva raccontato quel sogno un'infinità di volte e lui non se ne stancava mai di sentirlo.
Cosa sarebbe successo se non lo avesse mai fatto?
Cosa sarebbe successo se non si fosse mai ammalato in quel modo?
Sarebbero lì a quel punto?
Fermandosi proprio davanti al suo futuro marito e vedendo la sua piccola fede brillare incastrata sulla bacchetta che Darren stringeva in mano, pensava proprio di si.
E forse Chris doveva ringraziare che Darren avesse sognato quello scenario e non quello de La Sirenetta, perché lui un Darren con due conchiglie viola al posto dei capezzoli non lo avrebbe mai sposato!
Darren sorrise nel vedere Chris indossare la cravatta e lo stemma di Grifondoro. Era diverso dal Chris del suo sogno, il suo Chris adesso era più grande e, per via del lavoro, anche un po' più cieco. Ma era bellissimo. Allungò la mano e Chris la strinse con forza e insieme si incamminarono lungo la navata.
Accanto a loro c'erano tutti i loro amici e parenti.
A quelli che erano presenti nel sogno era stato rigorosamente chiesto di mantenere lo stesso look che avevano lì. Era stato invitato pure Will, con il suo nuovo fidanzato ed era stato più che felice di accontentare Darren in quella pazzia. Mia non era mai stata presa in considerazione. Dopo un anno dalla fine della loro relazione, Will ricercò Chris per chiedergli di essere amici. Ormai l'aveva superata e stava pure vedendo un ragazzo, che era appunto l'attuale fidanzato. Mia invece era uscita completamente dalla vita di Darren. L'ultima conversazione che ebbero fu quando Darren la lasciò. Mia non aveva nemmeno urlato, aveva solo dato un ceffone al moro e poi era uscita per sempre dalla sua vita, senza mai più farvene parte.
L'unico e il solo che non ne aveva voluto sapere di indossare la cravatta scarlatta era stato Joe Walker. Non ne aveva voluto sapere e, nonostante negli anni un filino di pancetta lo avesse messo, si era presentato vestito da Voldemort in pieno stile del Musical.
Inutile dire che tutte le ragazze si erano quasi prese a pugni per avere i posti accanto al suo!
Mentre camminavano tra i loro amici e parenti, Chris sentì il fiato caldo e profumato alla menta di Darren sul collo.
«Sei bellissimo, piccolo.» Darren vide il leggero rossore comparire sulle gore di Chris e la presa della sua mano rafforzarsi.
«Beh non era propriamente l'abito che sognavo quando ero piccolo però ...» Chris si volse verso il suo, ancora per poco, solo fidanzato. Aveva gli occhi lucidi, segno che era così emozionato che forse stava trattenendo le lacrime. Tipico di Darren esternare così bene le emozioni. «... lo amo. Ti amo.»
Anche la presa di Darren si rafforzò e poco importava se quella stretta era quasi dolorosa per entrambi. Erano nervosi, nonostante il loro amore, era normale esserlo. Adesso c'era una promessa forte, ogni litigio sarebbe potuto sfociare in qualcosa di più grande, non avrebbero potuto chiudersi uno nella rispettiva casa, stare soli qualche momento e riflettere. Stavolta la casa di uno era la casa dell'altro, non c'era posto dove nascondersi e scappare. Avrebbero dovuto affrontare tutto con maggiore maturità, ma in cuor loro sapevano che qualsiasi ostacolo lo avrebbero superato. Forse con qualche ammaccatura qua e là, ma il loro amore poteva superare ogni cosa.
«Non me lo dici?» Sussurrò di nuovo Darren guardando Chris con la coda dell'occhio.
«Cosa?» Rispose l'altro che però aveva capito dove volesse andare a parare il ragazzo, ma come sempre, Chris Colfer non era uno che cedeva facilmente.
«Quello che ho detto io a te.» Disse Darren girando appena il capo, facendo rimbalzare qualche riccio perfetto sulla sua ancora più perfetta fronte.
«Tendo a non dire le bugie!» La reazione del moro non tardò ad arrivare. Il suo labbro si piegò e tremò appena, mentre i suoi occhi si strinsero agli angoli in un'espressione quasi pietosa.
Chris guardò un attimo la folla accanto a loro che li guardava con adorazione. Vide Lea, un'altra che si era lamentata del suo vestito ma alla fine aveva ceduto anche lei davanti agli infallibili occhi da cucciolo di Darren, che si asciugava le lacrime con un fazzolettino, mentre Amber vicino a lei sospirava beata.
«Dire che sei bellissimo è una bugia. Perchè non sei bellissimo ... sei perfetto.» Il rossore sulle guance di Chris era palese e Darren si sciolse a quella vista. Sapeva molto bene il carattere del più piccolo, lo aveva sempre saputo. Aveva accettato che avrebbe ricevuto pochi fiori, pochi cioccolatini, che le frasi romantiche e melense si sarebbero contate sulla punta delle dita, ma tutto quello non avrebbe che aumentato il significato di quei piccoli momenti in cui Chris riusciva a sciogliere la barriera di orgoglio e imbarazzo che lo attorniava e poteva lasciarsi travolgere completamente dal grande amore che provava per lui.
Quando raggiunsero finalmente il celebrante, Darren poteva giurare di avere le mani così bagnate che non capiva come Chris riuscisse a stringere ancora la sua mano mentre Chris pensava la stessa identica cosa.
Tutti gli invitati si accomodarono, mentre i due promessi sposi restavano in piedi dinanzi all'uomo che presto li avrebbe uniti in matrimonio. Anche lui come tutti gli altri era vestito a tema. L'abito assomigliava molto all'abito di Silente nei primi due film, molto più elaborato e pomposo di quello degli ultimi. Era stato difficile trovare qualcuno che fosse d'accordo con la pazza idea dei due ragazzi, ma fortunatamente per Chris e Darren quell'uomo aveva ricevuto proposte peggiori di quella di vestirsi da mago.
«Salve, siamo qui riuniti per unire in matrimonio questi due giovani, in questa splendida scenografia. Ma cos'è un vestito, un cappello a punta a confronto con l'amore che questi due giovani si sono sempre dimostrati nel corso degli anni?»
Darren si volse per guardare Chris con il suo solito sguardo talmente adorante che chiunque, anche a chilometri di distanza poteva vedere lo sconfinato amore che provava per lui.
«Ma perché dovreste stare ad ascoltare me, che li ho visti solo per poco e già solo mentre li vedevo bisticciare per l'andamento della cerimonia ho capito che erano una coppia speciale, completamente diversa da tutte le altre che ho unito in matrimonio. Ascoltiamo direttamente loro e i loro voti.»
Chris non conosceva i voti di Darren, come Darren non conosceva quelli di Chris. Avevano deciso di scriverli separatamente e che sarebbe stata una sorpresa per entrambi, un po' il reciproco regalo di nozze. Darren aveva chiesto di iniziare lui, così Chris si volse verso il fidanzato, con occhi lucidi e talmente brillanti da essere quasi trasparenti, a tratti grigi.
«Beh inizio io perché so già che il tuo discorso dopo lascerà tutti a bocca aperta, insomma uno scrittore di fama mondiale ...» Darren vide Chris alzare gli occhi al cielo e dalla sala si levò un grido, sicuramente di Joey, era sempre lui.
«Sì, contro un compositore di musiche romantiche di altrettanta fama mondiale!» Ne seguì uno scroscio di piccole e posate risatine.
Darren si girò e guardò minacciosamente Joey che stringeva la mano di Lauren.
«... beh almeno così posso avere la sensazione che prima che tu apra bocca, anche il mio discorso sia piaciuto.» Darren sentì l'affettuoso sbuffo che fuoriuscì dalla labbra di Chris. Portò la mano che era ancora intrecciata alla sua verso le labbra e ne baciò dolcemente il dorso, come a voler cercare lì il coraggio per proseguire quel discorso che sapeva che per l'emozione avrebbe rovinato, dimenticando pezzi qua e là.
«Lo so che l'idea del matrimonio in questo stile è stata tua, ma so anche che sicuramente lo hai fatto perché preferivi poi prendertene il merito perché immaginavi già che una mente pazza come la mia una cosa del genere l'avrebbe pensata. E ... ti amo. Non solo perché tu sei l'unico altrettanto pazzo da fare una cosa del genere come me, ma anche perché sei ... tu. Mi sono reso conto di amarti in un sogno, perché solo mentre dormivo potevo essere me stesso, solo quando chiudevo gli occhi potevo liberarmi di tutte le catene che mi tenevano legato ad un'immagine di copertina, un copione che dovevo recitare anche nella vita reale. Solo in quel sogno ero libero di vedere che ciò che stavo cercando da tutta la vita, ciò di cui scrivevo in tutte le mie canzoni, era semplicemente a due passi da me. Non dico che il Darren prima del nostro sogno ...» Darren gioì nel vedere le gote di Chris arrossarsi e i suoi occhi diventare leggermente più lucidi. «... non fosse il vero Darren, ma era come un Darren tagliato a metà. Perché io sono completo solo quando sono con te, posso esserlo solo quando stringo la tua mano o ti bacio così forte da toglierti il fiato. Con te sono tutto, Chris e voglio esserlo per tutta la vita. Sei la mia prova contraria, per sempre.» Darren dovette rompere l'intreccio delle loro dita per poter asciugare quella singola lacrima che bagnava la guancia di Chris.
Lo vide mimare un piccolo ti amo con le labbra prima di prendere un profondo respiro.
«Io ... quando ero piccolo sognavo da sempre il giorno del mio matrimonio. Vedevo sempre felicità, gioia e vedevo sempre un uomo senza volto che giurava di amarmi fino alla fine dei suoi giorni. Poi sono cresciuto, sono arrivato al liceo e non ho più visto un matrimonio, non perché avessi smesso di crederci, ma perché non vedevo più nessuno vicino a me pronto ad amarmi per tutta la vita. C'era così tanto male, così tanto odio attorno a me che credevo di esserne stato infettato talmente tanto da non meritare più l'amore. Poi vado via da quel buco di città in cui ho vissuto e scopro che c'è un mondo lì fuori, un mondo che ha tante sfumature e non tutte sono necessariamente scure. Scopro che ci sono ragazzi straordinari che avrebbero reso la mia vita molto più facile se li avessi avuti accanto. Ma forse, se io non avessi vissuto tutto ciò che ho vissuto, non sarei mai stato il tuo Grifondoro, non sarei mai stato il tuo Chris. Rivivrei ogni cosa, Darren. Ogni piccola ferita se questa mi riportasse esattamente nel punto in cui sono adesso. Molti dicono che il bello di un viaggio non è la destinazione ma ciò che c'è nel mezzo. Per me il viaggio ha fatto essenzialmente schifo, ma la destinazione, la mia destinazione sei tu. Ero solo prima di conoscerti, sei stato il mio primo vero amico, il mio migliore amico. Grazie per non avermi più fatto sentire solo, nemmeno un minuto, da quando ti ho incontrato.»
Chris vide le lacrime che scendevano dagli occhi dorati di Darren. Rafforzarono la presa sulle loro mani, stringendole più forte.
«Avete sentito i voti degli sposi. Immagino che nessuno abbia qualcosa da dire contro l'unione di questi due giovani.» Alle parole seguì uno scontato silenzio tombale.
«Scambiatevi gli anelli.»
Con mani tremanti Chris sfilò la fede di Darren dalla sua bacchetta. Il moro gli aveva già teso la mano sinistra. Lo infilò all'anulare, sentendo quella lacrima traditrice scendere mentre vedeva la mano di Darren ora adornata di quel bellissimo anello di oro bianco con piccole rifiniture in oro giallo.
Poi fu il turno di Darren di mettere la fede al dito di Chris, ma era così nervoso che la stava infilando al dito sbagliato.
«Amore, all'anulare.» Sussurrò Chris muovendo ritmicamente l'anulare per far notare a Darren l'errore.
«Mi piace sempre quando mi chiami così.» Rispose il moro mentre stavolta infilava la fede al dito giusto.
«Lo so.» Mormorò con dolcezza Chris.
Entrambi avevano gli occhi lucidi di commozione ed entrambi erano così felici che gli pareva di vivere in un sogno, di star vivendo una qualche esperienza extrasensoriale, perché quella felicità gli stava completamente annebbiando il cervello.
«Con i poteri conferitomi, vi dichiaro, marito e marito.»
Ci fu uno scroscio di applausi, ma sia Chris che Darren era come se fossero diventati improvvisamente sordi.
Nelle loro orecchie rimbombava ancora quella frase.
Marito e marito.
Erano sposati. Ora non stavano semplicemente insieme, non erano una coppia. Erano sposati. Lo erano dinanzi alla legge.
«Allora, baci tu o bacio io per primo?» Sussurrò Darren avvicinando il volto a quello di Chris e strofinandogli dolcemente il naso con il proprio.
«Mhm .. non lo so, te li sei lavati i denti questa mattina?» Un piccolo alito caldo soffiò sulle labbra di Chris.
Menta piperita.
Un profumo forte. Fresco. Loro.
«Vuoi provare?»
Chris si avvicinò timidamente al volto di suo marito. Per quel giorno aveva optato per le lenti a contatto invece dei soliti spessi occhiali e baciarlo fu più semplice.
Le loro labbra ormai non erano più timide, né sconosciute. Sapevano esattamente come muoversi l'una sull'altra.
Non passò molto che Darren sentì le braccia di Chris attorno al suo collo che lo stringevano e lo avvicinavano e le sue corsero ben presto ai fianchi del marito.
Erano passati quattro anni e Darren ancora non smetteva di sorprendersi del modo di baciare di Chris. Iniziava sempre timidamente, come se ancora stentasse a credere a quel piccolo miracolo, come se per lui fosse ogni volta la prima volta. La sua lingua era sempre timida all'inizio e si scioglieva solo quando incontrava la sua, quando iniziavano quella lenta danza sensuale che non smettevano mai di amare.
«Ok ragazzi, il porno lo girate questa sera!»
Mark!
Perchè quando si parlava di volgarità si trattava sempre di Mark?
«Beh vogliamo andare? Signor Criss-Colfer?» Domandò Darren porgendo il braccio sinistro a Chris. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo mentre prendeva sottobraccio il marito.
«Oh Gosh! Non ricordarmelo che il nostro cognome congiunto lo hanno scelto i fans!»
«Beh glielo dovevamo visto che lo avevano capito prima di noi stessi.»
Raggiunsero la sala in cui si teneva il ricevimento.
Chris e Darren passarono la maggior parte del loro tempo a ricevere congratulazioni, regali dai loro parenti e amici e altre cose che non li lasciarono soli nemmeno per pochi attimi.
Fu solo con l'arrivo del pranzo e delle prime portate che i due neo sposini poterono finalmente sedersi al loro tavolo, finalmente da soli.
«Possiamo saltare tutta la parte centrale del matrimonio e passare direttamente a quella in cui sei nudo e avvinghiato attorno a me?» Chris sentì il fiato caldo di Darren nel suo orecchio. Si lasciò scappare una piccola risata.
«Mi raccomando signor Criss-Colfer, non ci metta troppo romanticismo tutto insieme.» Disse Chris baciando dolcemente Darren sulla guancia.
«Ehi Darren!» Il moro alzò lo sguardo e vide Joe e Joey che si erano alzati dai loro tavoli.

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