Ritornare

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Ero seduta in cucina in religioso silenzio davanti al ragazzo in altrettanto silenzio, non sapevo cosa provare se felicità, rabbia o dolore visto che il braccio non si era ancora calmato ma non era la mia priorità visto che avevo un nuovo ospite in casa che non vedevo da anni.

" come sei entrato? " chiesi rompendo il silenzio ma rimanendo immobile cercando di non mostrare il dolore che provavo in quel momento, mi sistemai sulla sedia e lo guardai dritto negli occhi nocciola lucidi per colpa del freddo.

Lui si schiarii la voce e aprii la bocca senza parlare, non erano esattamente le parole con cui avrei voluto salutarlo dopo tanto tempo ma ormai eravamo due cose diverse anche se compatibili, spostai i capelli dal viso e mossi la mano in segno di nervosismo per farlo parlare.

" non avete chiuso la porta " rispose semplicemente il moro con tono neutro e sguardo altrettanto fisso e poco espressivo, odiavo quando lo faceva mi disarmava.

Sospirai rumorosamente appoggiando i gomiti sul tavolo e appoggiando la mano sana alla testa, mi sentivo leggermente stanca, stufa ed irritata da questa situazione, sparisce per mesi anzi anni e adesso spuntava come se nulla fosse, come se fosse solo una persona passeggera che con tranquillità sparisce senza dare notizie di lui ma io non ero nessuno per chiedere di lui ma non capivo perché aveva deciso di tornare.

" sapevo che eri a Budapest " non sapevo come iniziare la conversazione, io e lui non siamo mai stati di molte parole, ci bastava uno sguardo per intenderci ma adesso non esiste più intesa fra noi, eravamo come due estranei.

" infatti ero... sono tornato qualche giorno fa, sono felice che tu sia entusiasta del mio ritorno " disse sarcastico il ragazzo allungandosi verso di me, come poteva anche solo permettersi di considerare me quella che aveva rotto l'amicizia quando era stato lui ad allontanarsi da me e da tutto quello che si era creato fra noi, voleva solo perdere tempo per avere un posto dove stare fino al sorgere del sole

" taglia corto, cosa vuoi, sappiamo bene entrambi che quando vieni di notte non è per fare sorprese amichevoli, sappi che non ho voglia di scherzare adesso, arriva al punto " dissi schietta con un tono di disprezzo, avrei voluto fosse una visita allegra ma sapevo che voleva qualcosa, era questo il brutto di conoscerlo bene, avrei voluto almeno un abbraccio da parte sua dopo anni di assenza.

" senti non voglio litigare con te ma veramente ero solo di passaggio ma ho trovato una cosa che può interessare alla tua tutrice attuale, l'ho vista per caso mentre andavo verso la stazione, l'ho trovata con un coniglio di pezza e le lacrime agli occhi " sembrava allarmato e preoccupato ma non mi veniva in mente nessuno in quel momento che centrasse con Felicity, il dolore al braccio stava aumentando e quindi nel mio cervello non c'era molto spazio per pensare in modo razionale e logico.

Lo guardai perplessa senza dire nulla, lui si alzò in piedi e mi fece cenno di seguirlo, non sapevo cosa pensare, forse non dovevo fare solo ciò che mi diceva, non avevo nulla da perdere, peggio di questo c'era solo la morte, il che mi avrebbe fatto bene visto il dolore allucinante al braccio.

Mi alzai dalla sedia svogliata e andai verso la porta d'entrata per assicurarmi che la porta fosse veramente aperta, mi sentivo un'idiota, sapevo che non mentiva, non poteva farlo, non con me, lo conoscevo fin troppo bene, girai il pomello della porta e la trovai ovviamente aperta, non era da Felicity lasciarla aperta ma dopo tutto quello che era successo credo che anche lei fosse un po' scossa, era comunque umana.

" sei sparito senza salutare, come se fossi un'estranea " ero delusa dal suo comportamento come lo ero dal mio, era l'unico in grado di abbassare le mie difese, di rendermi vulnerabile, perché mi ero sempre affidata a lui e alla sua lealtà, non pensavo mi abbandonasse.

Danger on The Road ( Liam Payne )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora