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Fabrizio del padre di ermal sapeva solo che era violento, il riccio non ci provava neanche a dare informazioni in più, ma questo gli bastava per volerlo proteggere da tutti e tutto.
Ermal compose il numero di suo fratello, un paio di squilli, la tensione di nuovo alle stelle e poi la sua voce, aveva risposto, era un bene, sentire la voce del fratello fu una medicina per il riccio.
Disse che non si trovava in italia, era in francia per una mostra... e come non disse niente alla madre ermal non disse niente nemmeno al fratello.
Ne mancava solo una, la sua adorata sorellina, con lei era sempre stato protettivo, anche con sua madre e il fratello ovviamente.
Di nuovo quella tortura torna a farsi viva, gli squilli si susseguivano uno dopo l'altro senza che nessuno dall'altro capo del telefono rispondesse, ansia,paura,terrore e altri sinonimi gli venivano in mente in quel momento...
Strinse fra le mani il telefono e punto gli occhi su fabrizio, come a chiedergli aiuto, fabrizio che fino a quel momento era stato zitto e fermo disse solo <richiama ricciolì> con tono pacato e pacifico, ermal non se lo fece ripetere e con le mani tremanti riconpose il numero, di nuovo altri squilli, nella mente del riccio passavano i scenari peggiori, ma quello più brutto fu l'immagine di sua sorella stesa a terra in mezzo a polvere, fioca luce entrava dalle finestre di quel vecchioedificio, tutt'intorno alla sorella un liquido rosso scarlatto che identifico essere sangue, accanto a lei suo padre, teneva un coltello in una mano, si vedeva solo il sorriso di lui stampato in faccia, il viso oscurato dalle tenebre di quella casa...tutto questo si interrompe nruscamente dalla voce di sua sorella <pronto?>, ermal non appena senti la sua voce gli rispose <sorellina! Come va tutto bene?> la risposta non dardo ad arrivare e per fortuna era un <si certo! Tu?>...
Parlarono per qualche minuto e poi riattacco...

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