Il ritorno

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Ermal si era svegliato in macchina, non era la sua, vedeva ancora un po sfocato, guardo in avanti per vedere chi stesse guidando, magari si era ubriacato e lo stavano riportando a casa, sbircio l'uomo al volante usando lo specchietto retrovisore, si, lo conosceva, ma non avrebbe dovuto esserci lui al posto di guida, suo padre non si era accorto che si era svegliato ma non appena vide il ragazzo alzarsi di colpo sorrise, <buongiorno>, ermal intanto stava guardando fuori dal finestrino, aveva riconosciuto quella strada, era quella che portava a casa sua in albania, poi si rese conto di cosa stava succedendo, era in albania con suo padre in una macchina che andava verso la sua vecchia casa.
<cosa ci faccio qua?> aveva la voce che tremava un po ma poi si ricompose subito, <ma come? Te lo avevo detto ermal, saresti venuto con me in albania>, <perché?>, <perché mi andava> qualche minuto di silenzio e poi il riccio parlo di nuovo, <cosa ne hai fatto di fabrizio?>, il padre sorrise di nuovo, <lui e in italia, non gli ho fatto niente...>.
Non sapeva se credergli o no, aveva detto tante cose e tante erano bugie in quei anni... controllo le tasche <stai cercando questo?> il padre teneva in mano il cellulare di ermal, lo aveva sollevato un po per farglielo vedere e poi lo riposo nella sua tasca, probabilmente ermal non lo vedrà per un bel po.
La macchina si fermo, l'uomo scese e apri lo sportello dietro, afferrò ermal da un braccio e lo fece uscire di forza, ermal si strattono per liberarsi dalla sua presa, uno schiaffo e poi la mano sui suoi capelli, lo trascino in casa, ermal voleva ribellarsi, eccome se voleva dopo tutto era stato lui a cantare parole di rivoluzione per riberarsi dei suoi mostri, eppure ora che aveva di nuovo quella mano fra i suoi capelli, tutto quello che faceva era praticamente inutile, alla vista di ermal sembrava un gigante, pensare che basterebbe un suo schiaffo per fargli vedere sfocato non lo faceva impazzire di gioia...