Roxanne Weasley si smaterializzò poco prima del cancello della Tana, controllando che il dolce che aveva fatto in casa non si fosse rovinato durante la smaterializzazione.
Roxanne amava cucinare tanto quanto suo fratello gemello Fred amava divorare le sue creazioni, il che li aveva sempre resi uno sketch comico della loro famiglia.
E proprio mentre stava ricordando con un po' di nostalgia le liti interminabili con Fred per la distruzione accelerata dei suoi biscotti all'uvetta, quando aveva solo otto anni; il fratello le si smaterializzò accanto, facendola quasi cadere.
Roxanne si voltò verso di lui, rispondendo al suo ghigno divertito con uno sguardo omicida.
«Ci ho messo cinque ore per cucinare questo dolce, Fred. Giuro su Morgana che se osi anche solo sfiorarlo prima che il nonno lo abbia assaggiato, io ti-»
«Rilassati Roxy! Sei sempre così melodrammatica, dovresti prenderti una vacanza. Magari con il tuo caro David, che ne dici?» la provocò Fred, facendola boccheggiare e ridendo di gusto nel vederla in difficoltà.
«Tu...tu come...se dici una parola a papà, ti appendo per i boccini al mulino a vento, sono stata chiara?» sussurrò minacciosa, ma l'altro liquidò la faccenda facendo il segno di chiudersi la bocca con una cerniera.
«Ovviamente però, mi aspetto qualche ricompensa. Qualche dolce ricompensa, per questo servizio.» le bisbigliò all'orecchio, mentre si dirigevano verso la porta della strampalata casa Weasley.
Roxanne notò come stesse già adocchiando l'involucro che la ragazza portava tra le mani, e roteò gli occhi, riflettendo che suo fratello non sarebbe mai cambiato.
I due gemelli di casa Weasley condividevano la pelle color caramello nata dall'unione di quella dei genitori, brillanti occhi color pece e fluenti capelli scuri. Se quelli di Fred però erano disordinati e lisci, portati lunghi fino alle spalle e stretti in un codino, quelli di Roxanne ricadevano in morbide volute sulle spalle.
Fred era alto come James, verso il metro e ottanta, mentre Roxanne si fermava al metro e settancinque.
Entrambi avevano ereditato la scaltrezza e l'intelletto furbo del padre, e Fred aveva collaborato con James e Albus durante gli anni ad Hogwarts per dare lustro al suo predecessore, inventando scherzi che perfino George Weasley aveva ammirato, anche se fingendo di ricoprire le vesti di genitore preoccupato dall'esuberanza del figlio.
Roxanne invece si era dedicata allo studio, ottenendo voti eccelsi quasi quanto quelli di Rose, e aggiudicandosi una borsa di studio per la scuola di Cucina Magica di Londra.
Fred bussò alla porta della Tana e dopo pochi secondi entrambi i ragazzi vennero stritolati da un paio di braccia calde e accoglienti.
Molly Weasley aveva ormai i capelli bianchi e rughe sul viso, ma rimaneva praticamente identica alla nonna amorevole e alla madre paziente che era stata da giovane.
«Oh, finalmente siete arrivati! Manca solo James, ha detto che doveva passare da qualche parte questo pomeriggio, e Dom non riuscirà a venire. Che dolce, ha portato il suo regalo stamattina alle otto in punto, non voleva assolutamente perdere l'occasione di salutare vostro nonno! Roxy! Hai fatto la torta? Diventi sempre più brava! Venite, venite, gli altri sono già tutti in giardino.» li accolse calorosamente nonna Molly, prendendo il pacchetto tra le mani di Roxanne e scomparendo in cucina.
I figli di George Weasley percorsero la strada che ormai conoscevano a memoria e sbucarono nel giardino della Tana.
Un lungo tavolo di legno ricco di festoni colorati, tovaglioli salterini e deliziose pietanze dall'aspetto oltremodo succulento li attendeva, insieme a regali di ogni forma e gran parte della loro famiglia, che ora era in piedi a gustarsi un bicchiere di Idromele.
Roxanne individuò George Weasley e gli corse subito tra le braccia: a causa dell'enorme quantità di tempo che dedicava allo studio, ormai non riusciva più a vederlo tanto quanto desiderava.
George sorrise dolcemente, accarezzandole i capelli, e con il lungo braccio riuscì a scompigliare affettuosamente anche la testa di Fred, che gli scoccò uno sguardo irritato da quelle attenzioni da bambino.
«Hey! Le mie piccole pesti, è tanto che non ci si vede!» esclamò gioioso, mentre Roxanne e Fred ricevevano l'abbraccio della madre e iniziavano a salutare anche tutti gli altri, ovviamente partendo dal festeggiato.
Arthur Weasley, radi capelli bianchi in testa e un sorriso enorme in volto, sedeva a capotavola, circondato dall'amore della famiglia che aveva faticosamente costruito e per cui aveva lottato tutta la vita.
Dopo Arthur fu il turno di salutare zio Bill, che si congratulò con Fred per il codino praticamente identico al suo, zia Fleur, zio Percy, zia Audrey, zia Hermione, zio Ron, Victoire, Teddy – ormai parte integrante della famiglia anche in quanto fidanzato di Victoire -, zia Ginny e infine zio Harry.
Roxanne abbracciò in modo particolare quest'ultimo, con cui aveva sempre avuto un rapporto molto stretto, grazie anche alle sue innate doti da cercatrice formidabile sul Campo da Quidditch.
La ragazza appurò però con dispiacere che i volti di Harry Potter e Ginny Weasley possedevano una sfumatura di preoccupazione e comprese immediatamente a cosa fosse dovuto.
«Qualche novità da Hogwarts? Dovrebbero rivelare i nomi a momenti immagino. Sia io che Fred abbiamo scritto ad Al, comunque.» disse Roxanne, sorridendo quando Harry le rivolse un sorriso stanco.
«Grazie Roxy. Credo gli abbiano scritto tutti, ma francamente dubito che sortirà qualche risultato: Al è troppo simile a me per ascoltare le persone.»
Roxanne si lasciò andare ad un sorriso dolce, e raggiunse l'ampio buffet disposto sul tavolo, gustandosi alcuni spuntini cucinati da nonna Molly.
«E quando si dovrebbero sapere i risultati?» domandò Fred, ignorando lo sguardo eloquente della madre che lo invitava a non parlare con la bocca evidentemente piena di sandwich al prosciutto e uova.
«Stasera. Penso che a minuti arriverà una comunicazione ad Harry.» sospirò Ginny, sedendosi sfinita su una delle sedie di plastica.
Harry la raggiunse e le si mise dietro, appoggiando con amore le sue mani sulle spalle della moglie e stringendola affettuosamente, cercando di trasmetterle un po' del coraggio che gli era rimasto.
Fred dal canto suo stava giusto per cominciare a dire quanto secondo lui si stessero preoccupando eccessivamente, dopotutto nei Tornei Tremaghi erano morte ben poche persone.
Giusto qualcuna, qualche secolo fa.
Tuttavia George Weasley intuì le intenzioni del figlio e lo dissuase sottovoce a fare commenti di qualche tipo.
Fred sospirò e ricominciò a mangiare, odiando come sempre come suo padre, sua madre e la sua gemella sapessero praticamente leggergli la mente con uno solo sguardo.
«Vedrete che andrà tutto bene, insomma, anche se fosse...Al sa il fatto suo... e magari non succederà nulla! Non sappiamo cos'abbia deciso.» disse Ron, cercando di risollevare il morale a tutti, ottenendo solo un timido sorriso da Hermione come risposta.
«Grazie per il tentativo Ron, ma direi che tutti noi sappiamo com'è fatto Al.» esclamò Harry, pulendosi gli occhiali con la bacchetta.
«Beh, comunque sia penso sia inutile continuare a parlarne.» disse Fred, non badando agli sguardi omicidi di suo padre e sua madre, e fingendo di non sentire il calcio che Roxanne gli assestò sulla caviglia.
«Cosa vuoi dire Fred?» domandò Arthur pacatamente, riempiendo quella domanda di una muta supplica per farlo riflettere attentamente sulle parole che avrebbe detto.
«Che non ha senso continuare a discuterne: ecco lì il gufo che stavamo aspettando!» esclamò divertito dalla situazione, mentre tutti si voltarono verso il punto del cielo indicato da Fred.
In effetti, appena visibile alle luci delle lanterne appese sugli alberi del giardino della Tana, un gufo grigio fumo appartenente al Ministero stava planando verso di loro, con una pergamena dalle dimensioni ragguardevoli legata sulla zampa sinistra.
«E che Merlino ci assista.» sussurrò Harry, mentre slegava velocemente la missiva dal pennuto, pochi istanti dopo.
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Paper Walls
FanfictionScorpius Hyperion Malfoy avrebbe dovuto stare alla larga da Lily Luna Potter. Era nel corso degli eventi che le loro vite scorressero lontane l'una dall'altra. Eppure, lui non riusciva a dimenticare la stretta della mano di quella bambina dai capell...