Harry Potter si stropicciò stancamente gli occhi, cercando di nascondere ai colleghi quanto fosse immensamente esausto e, cosa che odiava, quando si sentisse poco lucido.
Erano passati tre giorni da quando aveva scoperto che Albus sarebbe stato uno dei due Campioni di Hogwarts, e sebbene lui stesse iniziando ad accettare l'idea, Ginny non condivideva la sua stessa rassegnazione.
La moglie aveva continuato a ripensare alle sfide pericolose che l'aveva visto affrontare quando era appena quattordicenne, e all'orrore e la paura che aveva provato da ragazza innamorata, nel vedere l'amato scontrarsi con un Ungaro Spinato o sparire nei meandri del Lago Nero.
Harry poteva immaginare come quella stessa ansia pesasse cento volte di più, ora che nell'Arena ci sarebbe stato suo figlio.
Tuttavia il Capo Auror aveva deciso di lasciare che le cose andassero come dovevano andare: sapeva che Albus aveva tutte le carte in regola per salvarsi la pelle e, chissà, magari addirittura vincere.
Immaginò come avrebbe speso un'eventuale vincita: da settimane agognava la nuova Nimbus 3000, appena uscita sul mercato, che Harry e Ginny gli avevano promesso in regalo se fosse uscito da Hogwarts con voti eccellenti.
In effetti, rifletté Harry dirigendosi verso il suo ufficio, non avrebbe avuto mille galeoni tutti per sé: se li sarebbe dovuti spartire con Scorpius Hyperion Malfoy.
Quando aveva letto ad alta voce quanto scritto nella missiva e scoperto che il Torneo si sarebbe tenuto a squadre, e che il fortunato compagno di Al sarebbe stato Scorpius, Fred si era quasi strozzato con la torta ridendo a crepapelle, mentre Ron aveva raggiunto un poco promettente color pomodoro.
Per quanto lo riguardava Harry non poteva considerare Draco un amico, ma dopo la Guerra avevano dovuto imparare a convivere senza scannarsi, soprattutto a causa delle continue interazioni che i rispettivi lavori prospettavano.
Draco era stato perdonato, almeno superficialmente, dalla comunità magica, anche se Harry, che in prima persona aveva testimoniato a favore dell'ex Serpeverde in occasione del processo post-Guerra ai Mangiamorte, sapeva che anche dopo tutti quegli anni c'erano ancora malelingue nei suoi confronti.
Harry sapeva quanto potesse pesare una cicatrice, e quella di Draco sull'avambraccio sinistro altro non era che quello: il ricordo indelebile dell'errore di un ragazzo.
Certo era che i due non fossero diventati amiconi: continuavano a punzecchiarsi saltuariamente, e avevano preservato quel sentimento di naturale rivalità che li aveva contraddistinti da giovani. Ma se allora tale ostilità li aveva spinti sull'orlo di azioni dannose, Harry aveva ancora ben chiare in mente le urla di Draco dopo il "Setcumpsempra" lanciato a sedici anni; questa volta la loro antica ostinazione si era tramutata in aspirazione a migliorare sempre di più.
Era diventata costruttiva, ed Harry aveva imparato a rispettarlo, riconoscendo come fosse migliorato molto.
Gli balzò in mente il ricordo di un piccolo Scorpius, mano nella mano con la sua dolce Lils, intento ad evitare ad una povera bambina il panico di aver perso il padre in un luogo sconosciuto.
Si chiese come fosse lo Scorpius diciassettenne: aveva saputo delle sue continue baruffe con Albus e James grazie ai mensili richiami spediti dalla McGranitt, ma non si sentiva in dovere di giudicarlo per quello, altrimenti Merlino solo sapeva cosa avrebbe dovuto pensare dei suoi figli.
E proprio mentre stava formulando quel pensiero apparve sulla soglia del suo ufficio James in persona.
Harry si alzò dalla sedia e lo andò ad abbracciare, scompigliandogli dolcemente i capelli.
«Ciao Jamie, ci sei mancato l'altra sera alla festa del nonno. Dov'eri? Tua madre era molto preoccupata.» lo redarguì Harry, offrendogli una tazza di caffè.
James alzò le spalle, ignorando il richiamo del padre.
«Mamma ama così tanto preoccuparsi che con quello che sta succedendo ad Al dovrebbe essere felicissima. Anche se papà, onestamente, non capisco tutta quest'ansia. Roxanne mi ha detto che anche Lils aveva una brutta cera. Morgana ragazzi, è solo un Torneo. Voglio dire, capisco quanto sia stato pericoloso ai tuoi tempi papà, ma non apparirà Voldemort dal Calice di Fuoco stavolta.»
Harry sospirò, ripensando per la millesima volta a come James fosse davvero la fotocopia di Sirius Black e James Potter.
Quelle che aveva proferito sembravano parole che sarebbero potute benissimo uscire dalla bocca del suo defunto padrino, e sorrise malinconicamente.
«Quando sarai papà capirai.» disse stancamente Harry, sorseggiando anche lui una tazza di caffè.
«Al se la caverà benissimo. Francamente, lo sto odiando un po', avrei voluto poter partecipare io. Lì sì che sarebbero stati caz-» ma James non finì l'imprecazione, visto lo sguardo ammonitore del padre.
«Invece di parlare come uno scaricatore di porto, dimmi un po' perché sei qui. Non hai lezione stamattina?» domandò Harry, guardando distrattamente la posta che era appoggiata sulla sua scrivania.
James si stravaccò sulla poltrona di fronte a quella del padre, osservando la foto magica di lui, Lily e Albus.
Il piccolo James aveva circa nove anni, e stava facendo la lotta con Al, ovviamente vincendo, mentre Lily rideva della scena seduta sul prato della Tana.
«Nooks è malato, ci hanno dato giornata libera. Ho pensato di fare un salto a salutarti, vedere come se la cavava il tuo cuore di anziano con tutta questa pressione.» lo prese in giro James, guadagnandosi uno scappellotto amichevole.
«Poi volevo fare un giro ad Hogwarts, secondo te mi fanno entrare? Voglio fare due chiacchiere con Al, e magari assicurarmi che nessun idiota ci abbia provato con Lils. Sta diventando troppo bella, dovete dirle di smetterla.» concluse infastidito James, facendo ridere Harry.
«Credo non potrai andare ad Hogwarts, la McGranitt si è raccomandata di non farle trovare parenti ogni due secondi. Ci ha fatto passare per cortesia, l'altra sera, ma non dovremmo abusare della sua pazienza. Oltretutto, tu ne hai abusato più di chiunque altro per sette lunghi anni.» rispose Harry, provocando l'apparizione di un sorriso malandrino sul volto di James.
Il ragazzo sospirò e fece per congedarsi, dicendo che sarebbe andato a salutare zio George ai Tiri Vispi Weasley e poi a fare un giro con Jacob, un suo amico, a Londra.
Harry lo fece fermare giusto quand'era sulla soglia, richiamando la sua attenzione.
«Vieni a cena da noi stasera. Zio Charlie è tornato dall'ultima spedizione in India, e Ginny ha invitato Ron, Hermione, Bill, Fleur, Victoire, Teddy e Dominique. Credo che Dom ci farà finalmente conoscere la sua ultima conquista francese.»
Harry notò come James perse il sorriso malandrino e divenne d'un tratto serio.
«Dom...Dom ha un fidanzato?»
Harry annuì, prendendo dalle mani della segretaria appena entrata delle voluminose cartelle di documenti e iniziando a sfogliarle.
«Sì. Credo si chiami Luke, o qualcosa del genere. Ginny dice che Fleur spera in un matrimonio. Merlino, si conoscono da appena sei mesi e vuole già l'altare, quando Teddy e Vic che stanno insieme da una vita non si sono nemmeno fidanzati ufficialmente. Non ti sembra assurdo?» domandò Harry.
James rivolgeva lo sguardo verso l'esterno, e l'uomo capì che il figlio aveva qualcosa in mente, ma non seppe comprenderne il malumore improvviso.
«Già, pazzesco. Quindi stavano insieme prima che partisse per la Francia? Ad aprile, per esempio, stavano insieme secondo te?» chiese James, la voce atona.
Harry alzò le spalle, in segno di dubbio.
«Immagino di sì, o quantomeno si frequentavano. Fleur ha detto a Ginny che si sono conosciuti a Parigi, quando sono andati a trovare i genitori di Fleur a Natale. James, tutto ok?» chiese Harry, avvicinandosi al figlio.
Quest'ultimo però riacquistò subito il suo buon umore, o almeno finse in modo convincente di averlo fatto.
«Ovvio papà, perché non dovrebbe essere tutto ok? Sono felicissimo per Dom, anzi non vedo l'ora di conoscere questo meraviglioso Luke. Bene, ci vediamo per cena allora.» lo salutò frettolosamente, uscendo dal suo ufficio.
Harry Potter scosse la testa, domandandosi quando avrebbero inventato un incantesimo per comprendere i figli o al limite una pozione, Morgana qualsiasi cosa! Sospirò, arrendendosi all'evidenza che, per quanto volesse e si sforzasse di proteggerli sempre e comunque, prima o poi qualcuno avrebbe spezzato il cuore dei suoi pargoli.
E sospettava che, almeno con Jamie, qualcuno si fosse già preso quella libertà.
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Paper Walls
FanfictionScorpius Hyperion Malfoy avrebbe dovuto stare alla larga da Lily Luna Potter. Era nel corso degli eventi che le loro vite scorressero lontane l'una dall'altra. Eppure, lui non riusciva a dimenticare la stretta della mano di quella bambina dai capell...