Capitolo 14

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La lancetta delle ore dell'orologio sul comodino batté le due, e Lily si rigirò irritata nel letto.
Erano passati tre giorni dallo svolgimento della Prima Prova, e nonostante l'esito non così funesto, la Grifondoro non era ancora riuscita a dormire un'intera notte di fila. Sebbene durante la giornata mantenersi impegnata le risultasse incredibilmente facile, tra lo studio per i GUFO che stava entrando nel vivo del primo semestre e gli impegni con la Gazzetta per organizzare le interviste e gli articoli futuri; una volta toccato il cuscino con la testa, il suo cervello diventava fastidiosamente sveglio.
In un attimo i ricordi di tutti gli avvenimenti accaduti dopo la fine della prova la assalivano prepotenti, così come l'immagine che da tre notti insonni tormentava i suoi pensieri: Scorpius inerme e privo di sensi sul terreno dello Stadio.
Non riusciva a perdonarsi l'urlo orripilato che aveva varcato le sue labbra prima ancora di poter formulare un pensiero, e l'idea che qualcuno se ne fosse accorto la tormentava. Come avrebbe potuto spiegarlo? Lei non era niente per il Serpeverde, riteneva di potersi definire a malapena una conoscente, ma di sicuro non un'amica.
"O qualcosa di più."
Lily si voltò di nuovo nelle coperte del baldacchino, odiando quella vocina petulante che non faceva che suggerirle scenari impossibili. Certo, le parole di Selene l'avevano turbata non poco, e inconsciamente avevano acceso un barlume di speranza.
Perché si sarebbe data il disturbo di farle sapere come stavano veramente i fatti, se non per intimarla di andare avanti? Di conoscere meglio Scorpius, di parlarci, uscirci insieme, di...?
L'ennesimo volo pindarico delle sue fantasie venne fatto schiantare bruscamente dall'idea assurda di una convivenza tra Albus, James, Scorpius ed Ethan, nella sua vita.
Per quanto fossero andati d'accordo i momenti antecedenti alla Prima Prova, il buonsenso di Lily le impediva di dare per scontato uno scenario in cui i quattro potessero coesistere nella sua vita, senza siparietti di litigi infantili e battute sarcastiche al veleno.
Tant'è vero che Al non era più andato a trovare il Serpeverde in infermeria, dopo il primo giorno. Lily sospettava che il fratello avesse pensato più e più volte di fare visita al compagno di squadra, ma il loro rapporto complicato e la rivalità innata non erano stati facilitati dalla tensione ormai onnipresente che aleggiava nel Castello.
Negli scorsi giorni infatti, Grifondoro e Serpeverde avevano raggiunto picchi preoccupanti di aggressività: il fatto che Scorpius, Campione Serpeverde, Cercatore nonché Capitano della squadra di Quidditch dei verde-argento, si fosse ferito per difendere Albus aveva innescato una serie di battutine al vetriolo nei corridoi, che erano poi degenerati in sporadiche liti accese su chi fosse stato il peso morto nella Prova e di chi fosse la colpa dell'infortunio del biondo.
I Serpeverde dichiaravano imbarazzante la performance del giovane Potter, che era stato salvato da Scorpius per il rotto della cuffia non una, ma ben due volte. D'altro canto, i Grifondoro ignoravano completamente la palese eccellenza nella padronanza di magie avanzate dimostrata da Malfoy, e lo accusavano anzi di aver aspettato di proposito ad utilizzare l'incantesimo Freddifiamma solo per fare sfoggio delle sue abilità, a discapito dell'incolumità di Albus.
Ormai arresasi all'evidente nottata in bianco che l'aspettava, Lily accese piano la piccola lampadina che teneva sul comodino, attenta a non svegliare le compagne di stanza.
Ramona Oakins si rigirò nel letto per qualche secondo, ma alla fine ripiombò tra le braccia di Morfeo.
Sollevata, la Grifondoro estrasse con cura una pergamena da sotto il materasso e afferrò la bacchetta che era appoggiata accanto alla lampada.
«Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.»
Alle parole appena sussurrate della rossa, sul foglio prima intonso iniziarono ad apparire scritte e immagini bordeaux vergate con una grafia sbilenca e sottile.
Albus aveva acconsentito a prestargliela senza fare domande, sopraffatto com'era dagli ultimi eventi.
Gli occhi nocciola della ragazza studiarono attentamente i movimenti delle orme contrassegnate dal nome del proprietario, sorridendo dolcemente all'idea di quanti Potter avessero già vissuto quella scena ad Hogwarts.
Vista l'ora tarda, quasi tutte le persone si erano ormai rifugiate nei comodi letti, e soltanto le impronte di Gazza e Karkaroff continuavano a muoversi, uno al terzo piano, probabilmente in perlustrazione, e l'altro a godersi il bicchiere della staffa nella stanza assegnatoli.
Non appena ebbe finito di cercare altri possibili ritardatari in giro per il castello, Lily si permise di sbirciare verso l'Infermeria e, come ogni volta nelle due notti precedenti, leggere il nome di Scorpius le fece battere il cuore più forte.
Per la prima volta però dacché aveva iniziato quello strano gioco segreto, notò con un sussulto che Scorpius fosse da solo, eccezion fatta per l'altro ospite sottoposto a cure mediche.
Nei giorni antecedenti infatti, Selene ed Ethan erano rimasti tutta la notte con l'amico, con il permesso accordato probabilmente sotto le spinte di Draco Malfoy.
Lily si lasciò andare ad un sorriso sotto i baffi, pensando a come l'uomo non fosse poi tanto diverso da suo padre.
E nell'istante stesso in cui una malsana idea le balenò nella mente, Lily agguantò la Mappa del Malandrino, si mise al volo una felpa sopra i pantaloni del pigiama, si infilò le scarpe da ginnastica, e uscì dal Dormitorio il più velocemente possibile, bacchetta in mano.
Alla luce del timido Lumos che le indicava la via, Lily si sforzò di non pensare a quanto fosse sconsiderato, insensato e completamente folle quello che stava per fare.
E riuscì a mantenere la mente abbastanza vuota, fino a che non si trovò qualche minuto dopo di fronte alle enormi porte davanti alle quali era passata tante volte in quei giorni.
Nascose la Mappa nella tasca sul davanti della felpa, e respirò a fondo.
Poi, entrò.

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