Hotel.

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L'idea che i miei genitori avevano di "vacanza" era quella di andare in una casa in montagna, con intorno solo degli alberi pieni di insetti, senza campo o segnale via cavo. In conclusione, non sono abituata a trovarmi dentro l'atrio di un hotel 5 stelle lusso. Con diamanti che pendono dai lampadari e il pavimento più pulito dei capelli di Michael. Quando un ragazzo in divisa ha cercato di prendermi i bagagli per portarli sù in camera pensavo volesse rubarmeli, facendomi urlare di conseguenza, mettendo in imbarazzo lui e me.
E Luke che mi fissava per tutto il tempo del check-in con un sorrisetto non ha aiutato. In aereo ha affermato di sentirsi stanco e di avere un po' di mal di testa e che di conseguenza rimarrà in camera fino a domani mattina.
Mi ha detto "vai pure con gli altri a visitare il posto. Io rimarrò in camera, da solo, triste e malato nella mia unica solitudine. Non c'è bisogno che tu rimanga, non ti obbligo" con i suoi occhi che dicevano "sai che non sono malato e che voglio solo rimanere in camera con te. Se vai con loro e mi lasci da solo con i miei preservativi ti rispedisco a Los Angeles a calci".

Quindi credo ci sia la possibilità che finirà esattamente come nelle fanfiction. Ovvero lui che sbatte la porta appena entrato in camera, spogliandosi, per poi di conseguenza sbattere me entrando.
Solo che in questo caso io non sono una liceale vergine che ha una quinta di seno e si chiama Hope, e lui non è il Luke delle storie. Ovvero pieno di muscoli, un petto scolpito e una frusta alla Christian Grey in mano. Ma rimane pur sempre Luke Hemmings.

«Cosa ne pensi?» Calum interrompe i miei pensieri riportandomi nella vita reale.
Sospiro stanca.
«È davvero fortunata Romina ad averti».
«Lo so!» sorride mostrano la fila di denti bianchi e strizzando gli occhi.
Non sapevo neanche di cosa stesse parlando, ma vederlo così è una delle cose più belle che gli occhi possano avere il privilegio di guardare.
«Appena usciamo devo comprarle una cartolina. Confido in te Grace, dovresti sapere cosa piace alle ragazze!».
Lascio perdere la stupidità di Calum, troppo imbarazzata da quel "appena usciamo". Poiché non ho ancora scelto cosa fare questa sera.
Una mano grande si appoggia sulla mia spalla destra e non ci penso due volte per capire di chi sia.
«Quindi uscirete tutti insieme?» chiede tranquillo.
«Certo! Voglio passare più tempo con Grace, mi piace parlare con lei della mia tartarughina e mi dà anche dei piccoli consigli. È forte». In poche parole, piaccio a Calum perché sto a sentire le storie sulla sua tartaruga adottata a distanza che nessuno vuole ascoltare. Sapevo di esser scesa così in basso, ma non pensavo fin a questo punto.
«In realtà io...».
«Oh mi dispiace Calum. Grace non se la sente, l'ha appena detto, l'hai sentita. Credo abbia anche un po' di febbre» dice pensieroso toccandomi la fronte.
Io troppo imbarazzata non sapendo cosa fare sto zitta facendo fare tutto a loro. Non penso che comunque la mia opinione conti più oramai.

Calum si accarezza il mento con il pollice e l'indice, strizzando gli occhi come se stesse studiando un quadro di Picasso.
«Ouch, voi due dovete darvi da fare in camere, ma certo» dice quasi schifato, la stessa espressione che farebbe un bambino davanti ai suoi genitori che lo fanno.
Sbatto il palmo della mano sulla fronte il più forte possibile.
Con Luke che sussurra a se stesso "odio questa band".
Guardo dall'alto in basso il ragazzo che ho davanti.
«Che c'è? Non hai mai visto due amici che giocano a carte in camera?».

Ho davvero detto amici?

***

«Tu dici che se l'è presa?» chiedo sapendo già la risposta, continuando a giocare con le dita per il nervosismo.
«In tua difesa, posso affermare che Luke se la prende per qualunque cosa» cerca di rincuorarmi Michael mentre sistema la sua roba nella nuova camera d'albergo.
«È un tipo sensibile?».
«Sà quello che vuole. Non gli va che le cose vadano come non vuole lui».
«Sembra un modo carino per dire che è uno stronzo».
«Forse» si blocca per un attimo.
«Ma tu non dirglielo».
Mi scappa una leggera risata, in effetti è proprio quello che mi serve in questo momento.

«Non è passato neanche un giorno e ho creato un casino uno dopo l'altro» sbuffo guardando le mie gambe distese sulla moquette, con i miei piedi che si muovono a ritmo.
«Se tu questo lo chiami casino. Prova a salire sul palco e bruciarti la faccia durante il tour».
«Non sai quante volte ho visto quel...ehm davvero? Mi dispiace, non sapevo per niente fosse successo qualcosa del genere. Come avrei potuto saperlo infondo?».
Troppo presa dal nervosismo e dalla paura per quello che stavo per dire mi accorgo solo dopo che Michael è andato in bagno e che stavo parlando da sola.

Sospiro alzandomi dal pavimento mettendo la mano sulla maniglia.
«Vado a farmi insultare da Luke» avviso prima di uscire dalla stanza.
Mi avvicino alla porta di fronte, dove siamo sistemati io e Luke.
Ci penso un po' sù se bussare o meno, ma dopotutto è anche camera mia.
La apro trovando ancora le valigie mie e di Luke ancora da sistemare.
Spalanco gli occhi.

Perché la sua valigia è ancora intatta?
È uscito?
È andato a prendersi una Escort?
È andato da delle fan?

Dove cazzo è andato?

Il rumore dello sciacquone blocca i miei pensieri pessimisti.
Luke esce dal bagno mentre si stema i capelli lunghi dietro le orecchie, senza aversi lavato prima le mani ovviamente.

«Oh, Grace. Pensavo fossi uscita» dice tranquillo sorridendo leggermente.
«No, ero solo in camera con Michael. E tu dov'eri?».
Gli scappa una leggera risata indicando la porta del bagno.
«Non si è visto?».
«Giusto, domanda stupida» Serro le labbra iniziando a dondolarmi sul posto per tutto quel imbarazzo.

Si siede sul bordo del letto a due piazze senza smettere di guardarmi.
«Stai per uscire?».
«Non erano questi i miei programmi in realtà» dico sedendomi vicino a lui, non troppo, ma quanto basta.
«Ma?» mi guarda con quei suoi occhi azzurri come ad invogliarmi a continuare.
«Non c'è nessun ma. Voglio solo restare in camera a farti compagnia» sorrido dolcemente contagiando anche lui.

«Ho combinato abbastanza casino per oggi. Forse stando a letto non ne combinerò altri».
«Sei stata divertente»;
«Vorrai dire imbarazzante»;
«Forse»;
«Apprezzo la tua sincerità».
Stronzo.

«Ti è passato il mal di testa?» cambio discorso.
«È solo stanchezza. E nervosismo, credo»;
«Luke Hemmings nervoso? Davvero?»;
«Anche i vip hanno momenti di debolezza» si sposta i capelli come una diva facendomi ridere a crepapelle.
«Sei davvero bellissima» lo prendo in giro buttandomi sul letto senza smettere di ridere, mentre lui continua a mettersi in posa davanti a me, a fare movimenti che dovrebbero essere sexy e a mostrarmi il suo bellissimo sorriso con le sue adorabili fossette.

Continuiamo così per tutta la notte.

Questo è meglio del sesso.

I'M BACKK 💁🏻
OK non avevo ispirazione ed ero troppo occupata con la scuola, perdonatemi.
But ora che è estate ho più tempo (molto più tempo) per scrivere yeah.
Pubblicherò anche altre storie forse, chi lo sa 😏

CHIEDO ANCORA SCUSA E GRAZIE PER TUTTI I COMMENTI BELLISSIMI.

p.s. Luke è una diva bitches.

I'm not a fan, maybe //Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora