4: Inconvenienti

208 23 10
                                        

Basta.
Quella città era troppo pericolosa per lei, Athena doveva assolutamente andarsene.
Le sue gambe le parevano di pasta frolla, e sentiva la testa come imbottita di cotton fioc, ma non poteva assolutamente fermarsi.
Doveva scappare , il più lontano possibile, dall'altro lato del mondo se necessario, sperando che non la trovassero pure lì.

Finalmente la ragazza intravide in lontananza la stazione ferroviaria, ai suoi occhi splendente come il sole e simbolo di salvezza, e si fiondò dentro, dimenticando ogni discrezione.
Dalle facce assonnate e svogliate degli impiegati si capiva che dovevano aver appena aperto.
Bene. Ci sarebbe stata poca gente.
Quasi correndo la ragazza andò alla prima cassa disponibile e disse, senza tanti giri di parole: <<ho bisogno di un biglietto per il sud Italia, il primo treno in partenza.>>
L'inpiegata la guardò, annoiata, poi, con voce anonima e svogliata, rispose: << Per oggi non ci sono treni, tutti i trasporti sono stati sospesi causa sciopero. Ci scusiamo per il disagio.>>.
Il tono della donna faceva intendere che per lei la conversazione era finita, ma Athena spalancò gli occhi terrorizzata, rimanendo lì impalata.

Sentendo che chi l'aveva disturbata non accennava ad andarsene la donna alzò lo sguardo dal plico di fogli che stava sistemando, osservando finalmente la sua interlocutrice, e notando che era una ragazzina così giovane si accigliò.
<< Non dovresti essere a scuola, signorina?>> disse, scrutandola attentamente.

Athena si irrigidì, desiderando in quel momento di essere stata meno sprovveduta a rimanere lì, mordendosi il labbro.
Cosa poteva rispondere?

"In realtà a scuola non ci sono mai andata, sa vivo per strada alla giornata e so a malapena leggere.

Oh, dimenticavo: ho anche scoperto di essere un mutante o qualcosa del genere, e un'associazione di uomini in nero o camice bianco sta facendo di tutto per catturarmi dopo che sono scappata dalla loro base, in modo da sfruttare le mie capacità (che regalerei volentieri a qualcun altro, tra parentesi) rinchiudendomi in una edificio completamente bianco ad eccezione del mio sangue sulle pareti che emana un costante odore di naftalina: ovviamente io sono segregata in un buco in cui un claustrofobico sarebbe già morto e che l'ultima volta ho fatto esplodere grazie ad un mio amico, un ragazzo come me che non so dove si sia cacciato. Ora potrei prendere il treno?"
Invece disse, con un sorriso beffardo: <<lo sa che è troppo presto per la scuola?>> mentre fissava la donna da sotto gli occhiali da sole: se avesse visto i suoi occhi quella avrebbe già chiamato la polizia, anche se la ragazzina, personalmente, li trovava affascinanti: blu come l'oceano, peccato per un minuscolo dettaglio: la luminescenza da fanali di automobile che era aumentata ora che aveva scoperto ed utilizzava i suoi poteri.
La sua più grande paura era diventare cieca come quando utilizzava il suo dono, le prima volte si muoveva completamente al buio, anche se ora aveva iniziato a controllarlo.

Vedendola così silenziosa e tesa la donna le disse, falsamente gentile ed infastidita dal suo intervento impertinente:
<< Vatti a sedere lì un attimo, ok? Adesso arrivo. >>.
Avendo ricevuto un ordine così specifico Athena capì che non poteva far finta di non capire, quindi si incamminò verso le poltroncine da attesa qualche metro più in là.

Non le sfuggì che l'impiegata stava alzando la cornetta di un telefono per contattare la sicurezza.
Tesa come la corda di un violino la ragazza si sedette, aspettando.

*****
La donna sbuffò, infastidita da quell'inconveniente di prima mattina.
Possibile che fosse capitata proprio a lei la piccola delinquente con voglia di bigiare la scuola?
Sbuffando alzò la cornetta del telefono, e la voce fin troppo squillante di una giovane donna le rispose con un felicissimo
<< Buongiornissimo caro collega, io sono la nuova operatrice ma spero che riusciremo ad intenderci subito e...>> un colpetto di tosse della donna i cui timpani erano stati danneggiati da quella voce squillante interruppe il monologo della nuova arrivata.

Power: EnemiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora