Dopo essere usciti dall'iperspazio e immesso le nuove coordinate per Naboo - Rey e Chewbecca avevano lasciato l'onore a Poe, che aveva esultato come un bambino -, ora l'equipaggio stava lentamente entrando nell'atmosfera del pianeta scelto come rifugio.
La cabina di pilotaggio era affollata: oltre alla Jedi e al Wookiee erano presenti anche Poe e Leia, mentre Annie si accontentava di osservare dalla retrovia, oltre la soglia della cabina.
«Non ci chiedono dei requisiti per il permesso di atterrare in una piazzola?» domandò Rey.
«Questo pianeta non ha più basi militari attive» disse il Generale. «Umani e Gungan vivono pacificamente e non hanno motivo di temere un attacco dall'esterno. Oltretutto, noi non andremo in zone troppo abitate.»
«Quindi... basta atterrare?»
«Sì, Rey. Vi indicherò io dove.» Leia aveva lo sguardo puntato sul pianeta che man mano si avvicinava. C'era un misto di gioia e tristezza nei suoi limpidi occhi marroni. Quello era il pianeta natale di sua madre, la madre che non aveva mai conosciuto, la madre di cui tanto le avevano parlato dopo aver scoperto chi fosse: Padmé Amidala, una donna forte, coraggiosa e con un gran cuore. Era stata tante cose: una regina, una senatrice, una moglie, una madre. Come lei, d'altronde. Erano simili per molti aspetti, anche sull'innamorarsi di un uomo che non era l'ideale per loro, ma di cui non potevano fare a meno per sopravvivere.
Ma su una cosa non potevano essere più diverse: i loro figli. Se Padmé aveva dato alla luce la speranza, lei aveva partorito l'esatto opposto. Non passava giorno in cui Leia non si sentisse in colpa per non essersi accorta dell'oscurità in Ben, di non aver fatto nulla per soffocarla con la luce, di non aver evitato che Kylo Ren uccidesse suo figlio.
«Generale?» Poe richiamò l'attenzione della donna che, palesemente sovrappensiero, non aveva sentito cosa le avesse domandato Rey.
«Sì?»
Poe la guardò comprensivo.
«Dove devo andare?» richiese la giovane Jedi.
Annie si mise in punta dei piedi e allungò il collo per riuscire a vedere oltre le loro teste. Il panorama le piaceva, c'era tanto verde e tanta acqua, somigliava un po' a casa sua, a Talus. Poe le si avvicinò, le prese una mano e la condusse avanti a sé per poter vedere meglio.
Di fronte a lei c'era un intero nuovo mondo, così splendido e ricco di vita che sembrava essere fuori dalla loro realtà. C'era una guerra che piegava tutta la galassia, ma Naboo sembrava non soffrire. Era un angolo di paradiso dove si poteva vivere in armonia. E mentre mangiava con gli occhi le immense praterie lussureggianti, Annie non poté fare a meno di chiedersi perché non potessero fermarsi per sempre lì e dimenticarsi di tutto. Un pensiero stupido, si disse. Quella era la loro guerra e per quanto stanchi di combatterla, non l'avrebbero mai abbandonata. Perché se lo avessero fatto, prima o poi l'armonia sarebbe morta anche lì a Naboo.
Sì, un pensiero stupido ma non da biasimare. Infondo, Annie voleva solo un po' di felicità.
Immersa com'era nei suoi pensieri idilliaci che galoppavano sfrenati grazie alla vista del pianeta che scorreva sotto il Falcon, Annie sentiva la voce di Leia come un lontano rumore ovattato. Il Generale stava guidando Rey e Chewbe verso la regione dei laghi dove si trovava l'isola di Varykino.
Il Millennium Falcon volò a pelo dell'acqua sollevando spruzzi per lo spostamento d'aria.
«Laggiù» disse Leia. «C'è una radura in quel boschetto. Gli alberi sono fitti, dovrete atterrare passando sopra le fronde. Fate attenzione a non poggiarvi sugli acquitrini, o rischiamo di sprofondare.»
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STAR WARS - THERE'S NO TIME FOR LOVE
Fanfic"Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana..." Annie Sitaara era una semplice ragazza, una qualunque nell'immensa galassia cui apparteneva. Non si preoccupava di politica, non le importava troppo cosa accadesse intorno a lei. Né il Primo Ordin...