Capitolo 10

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«Ragazzi, voi non volete nulla da mangiare?» Nicole ci interrompe all'improvviso, entrando nella stanza.
«Oh scusate» continua subito dopo, appena vede il nostro abbraccio.

Mi stacco dal ragazzo, imbarazzata.
«No, grazie» lui mi lancia una piccola occhiata e grazie al cielo parla al mio posto. Mi capisce al volo.

«Va bene» si limita a dire Nicole, poi va via con un sorrisino malizioso stampato in faccia. Sono più che sicura che adesso lo racconterà nei minimi dettagli ai ragazzi, particolari compresi.

Quello che segue è un momento di silenzio imbarazzante, finché lui non parla per primo.
«Beh, adesso parliamo di cose serie» si guarda intorno per assicurarsi che nessuno possa sentirci.
«Non ho ancora chiamato il maresciallo, e volevo farlo insieme a te» continua parlando a bassa voce.
«Va bene, ma non qui» dico per poi alzarmi dal divano. Lui annuisce e segue il mio esempio.

Attraverso l'intero salotto con lui alle calcagna, fino a raggiungere un porta nella parete di sinistra, vicino a quella della cucina. La apro ed inizio a salire le scale lì presenti. Esse servono a raggiungere il terrazzo sul tetto della casa. Mi giro un momento per assicurarmi che Riccardo mi stia seguendo, e me lo trovo dietro, sorridente come sempre. Ricambio il sorriso e mi rigiro, stando attenta a non cadere mentre salgo le scale.

Una volta arrivati, esco e raggiungo la ringhiera del terrazzo. Riccardo mi raggiunge subito dopo.
«Wow, ma è bellissimo qui» dice incantato, guardando il panorama.

È vero, ha ragione. Qui è bellissimo. L'appartamento della mia coinquilina si trova in un palazzo all'ultimo piano, ovvero l'ottavo. Ovviamente il terrazzo è suo, e stando così in alto si può vedere l'intera città.
Qui c'è un panorama mazzafiato.

«Ci salgo spesso quando voglio stare tranquilla e voglio rilassarmi. Vengo soprattutto la sera, quando soffia un bel venticello. Esco la mia poltroncina dal gazebo, che lascio lì per evitare che si bagni in caso di pioggia o che si rovini, e mi ci sdraio. Quando fa freddo porto con me una bella cioccolata calda, una coperta e, a volte, un bel libro. La maggior parte delle volte però resto a guardare il cielo. Mi rilassa molto farlo e mi piace» gli racconto.
Lui si limita a sorridermi dolcemente.

Spero di fare tutto ciò con lui qualche giorno, mi farebbe molto piacere e credo anche a lui, soprattutto ora che so che gli piace guardare il cielo.

Un giorno lo porterò nuovamente quassù, e non per fare una chiamata al maresciallo della polizia e cose del genere.
Questo pensiero mi fa ricordare il vero motivo per cui siamo venuti qui.
«Dai, chiamiamo questo maresciallo» dico debolmente, abbassando lo sguardo per terra. L'ansia sta iniziando a salire e lui sembra accorgersene, perché mi tocca dolcemente il mento costringendomi ad alzare lo sguardo su di lui.

«Stai tranquilla» mi rassicura sorridendo. Annuisco piano mentre lui estrae il cellulare dalla tasca. Digita qualcosa e se lo porta all'orecchio.

Attendiamo in silenzio una risposta mentre io mi torturo le mani per l'ansia. Lui ne prende una e la intreccia con la sua per darmi sicurezza, poi bacia il dorso della mia mentre un brivido mi percorre la schiena. Sorrido sognante tra me e me per il suo gesto. Lo guardo mentre il leggero venticello gli scompiglia i capelli ribelli. Questo ragazzo è qualcosa di meraviglioso.

Un secondo prima che qualcuno rispondesse Riccardo mette la chiamata in vivavoce. Io guardo l'intero terrazzo più e più volte per assicurarmi che non ci sia nessuno. «Polizia di Stato di Milano, buongiorno. Come posso aiutarla?» risponde una voce femminile.
«Buongiorno. Vorrei parlare con il maresciallo Lombardo, per cortesia» risponde Riccardo.
«Certo, solo un momento» dice la signora per poi allontanarsi.
«Grazie» dice Riccardo.

Sentiamo molti rumori in sottofondo, persone che parlano e telefoni che squillano, finché la voce profonda di un uomo non risponde.
«Buongiorno, sono il maresciallo Lombardo»
«Buongiorno maresciallo, sono Riccardo Marcuzzo. Non so se si ricorda di me, ma sono il ragazzo-» Riccardo non riesce a finire di parlare perché il maresciallo lo interrompe.
«Si, mi ricordo di lei. Allora, ha trovato la ragazza?» chiede.
«Si, l'ho trovata ed in questo momento è qui con me» risponde Riccardo lanciandomi una piccola occhiata.
«Benissimo. Abbiamo tante cose di cui parlare, ma non possiamo farlo al telefono, sarebbe meglio parlarne di persona» conclude subito il maresciallo.
«D'accordo. Lei quando sarebbe disponibile?» chiede gentilmente Riccardo.
«Domani alle 9:00 qui in centrale. Vi va bene?» chiede il maresciallo.

Riccardo mi guarda per cercare conferma e, dato che domani non ho niente da fare e voglio parlare con il maresciallo il prima possibile (fortunatamente l'esame dell'Università è spostato alla settimana prossima), annuisco.

«Si, è perfetto. Grazie mille maresciallo, buona giornata» dice Riccardo per poi chiudere la chiamata.

«Quindi andiamo domani?» chiedo.
«Si» risponde semplicemente lui.
«Giusto. Scusami era una domanda abbastanza stupida» mi scuso.
«Tranquilla» mi sorride.
In realtà ho fatto quella domanda solo per fare conversazione, dato che mi imbarazza molto il silenzio che delle volte si crea fra noi. Solo che sono passata per una stupida.

«Ehi, andrà tutto bene, vedrai» dice lui all'improvviso, vedendomi pensierosa e malinconica, con lo sguardo perso verso il panorama. Mi limito ad annuire.

Poi succede qualcosa che mi fa venire le farfalle allo stomaco. Il ragazzo dagli occhi di ghiaccio allarga le braccia invitandomi a tuffarmici. Non esito neanche un momento e mi ci lancio come se fosse l'unica mia possibilità di sopravvivere un secondo prima di morire.

Mi stringe forte fra le sue braccia mentre mi accarezza la testa e mi bacia dolcemente i capelli.

Spazio Autrice
Eccomi! Volevo dirvi che adesso che è finita la scuola mi concentrerò al massimo e dedicherò tutta me stessa a questa storia, cercando di renderla più bella possibile.
Inoltre volevo ringraziarvi delle 200 letture, grazie!
Se il capitolo vi è piaciuto commentate e stellinate.
Vi voglio bene 💕

Ps: copertina nuova!

Ps: copertina nuova!

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Afraid || Riccardo MarcuzzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora