Capitolo 18

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«Allison, scendi un secondo!» urla Nicole dal piano di sotto, interrompendomi dallo studio.
Mi alzo velocemente e la raggiungo. Cosa vorrà dirmi di così importante? Di solito non mi disturba mai quando sa che sto studiando.

«Cosa sono tutti questi foglietti di carta nella pattumiera?» domanda scettica appeno entro in cucina. Ha in mano uno di quei biglietti di carta che mi ha fatto trovare qualcuno due giorni prima, spaventandomi a morte.
«Ma soprattutto, perché c'è scritto "Il gioco inizia da adesso"?» recita le parole del bigliettino.
Adesso cosa le dico? Avrei dovuto buttare direttamente la busta nel cassonetto della spazzatura per strada.

«Ehm niente! Un compagno dell'università mi ha fatto uno scherzo, ho trovato tutti questi bigliettini sul banco dell'aula» cerco di sembrare il più naturale possibile mentre sapremo le miei meningi per inventare una scusa plausibile ma che soprattutto non la faccia insospettire.
«Perché li hai portati a casa? Avresti potuto benissimo buttarli lì stesso» chiede Nicole aprendo il frigo.
«Ti prego Nicole, non fare domande. Non è stato uno scherzo carino e non voglio pensarci»

«Va bene» risponde semplicemente lei, il che mi sorprende perché di solito ti riempie di domande al costo di sapere tutto.
«Cosa hai fatto ieri?» cerco di cambiare discorso.
«Beh, sono stata tutto il giorno con Matteo» dice nascondendo un sorriso. So che non me la racconta giusta.
«Allora, tu e lui...» le dico alzando un sopracciglio.

«D'accordo, non ce la faccio più a tenetelo nascosto» si gira di scatto verso di me, prende un bel respiro e continua: «Lui mi piace, moltissimo. Però non so se ricambia».
«Dai retta a me, lui è cotto di te. Si vede a distanza che siete cotti entrambi. Perciò non vi resta che dichiararvi e fidati, vi metterete insieme» le sorrido.
«Sei sicura?» chiede speranzosa.
«Ma certo! Ormai lo sappiamo tutti. È cotto. Come hai fatto a non accorgertene? Già solo dal modo in cui ti guarda» le do un leggera pacca sulla spalla.
Lei non risponde e sorride.
«Chiamalo e chiedigli di incontrarvi» le faccio l'occhiolino ed esco dalla stanza.

Torno nella mia stanza per continuare a studiare e appena apro la porta sento il mio cellulare squillare. È un numero sconosciuto. Esito per un momento e poi rispondo.
«Pronto?» chiedo.
Nulla. Dall'altra parte c'è un silenzio tombale. Ripeto la domanda per almeno altre dieci volte fino a quando non chiudo la chiamata.
Chiunque fosse si diverte a fare scherzi telefonici alla gente.
Lascio perdere e apro il libro di biologia per continuare a studiare.

Cinque minuti dopo circa il cellulare squilla nuovamente. Sarà ancora quel numero? Allungo il braccio sul letto e lo prendo. Mi sento solletava a leggere il nome di Riccardo sullo schermo.

«Ehi Ali!» risponde entusiasta.
«Ciao Ric! A cosa devo questo onore?» rido.
«Nulla di importante, volevo solo sentirti» dice lui.
«Ohh che carino» dico scherzando. Sento che ride dall'altra parte del telefono.
«Che mi dici del produttore? Ti ha richiamato?» gli chiedo incuriosita.
«Non ancora, ma spero che lo faccia presto» risponde.
«Capito, fammi sapere poi»
«Si certo. Senti, ti andrebbe di vederci? Magari facciamo una passeggiata o prendiamo qualcosa da bere» chiede titubante.
«Certo, quando?» domando. Devo avere il tempo di preparami dato che proprio adesso sembro uno zombie.
«Fra un'ora? Ti passo a prendere io»
«D'accordo. A dopo!» lo saluto. Non appena chiudo la chiamata corro in bagno.

Un'ora dopo
Appena finisco di allacciare le scarpe arriva il messaggio di Riccardo che dice di scendere. Sono al settimo cielo, mi fa molto piacere che mi abbia chiesto di uscire. Certo, non è un vero appuntamento, ma è carino comunque.

Prendo la borsa, metto la giacca e dopo aver avvisato Nicole esco svelta di casa.
«Ehi» saluto il ragazzo una volta raggiunto. Lui ricambia con un bacio sulla guancia.
«Facciamo una passeggiata?» chiede offrendomi il suo braccio per prenderlo a braccetto.
Io annuisco e ci incamminiamo.

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«Non dovrei parlarne ma è fondamentale. Non hai più ricevuto niente di strano?» chiede lui all'improvviso, dopo un lungo momento di silenzio.
Abbiamo camminato per una buona mezz'ora parlando del più e del meno, come della nostra Infanzia, cosa ci piace fare e interessi comuni.

«No, te l'avrei detto. Però oggi, pochi minuti prima della tua chiamata, ne ho ricevuta una da un numero sconosciuto. Ho risposto ma dall'altra parte non parlava nessuno. Alla fine mi sono seccata e ho chiuso» gli racconto.
«Penso che sia stato solo uno stupido scherzo» continuo vedendo l'espressione preoccupata del ragazzo accanto a me.
«Lo spero» risponde semplicemente.

Mi sento un po' in colpa. Alla fine io l'ho trascinato in tutto questo. Questa persona ce l'ha con me, non con lui. Dovrebbe lasciarmi perdere prima che sia troppo tardi.

Mi fermo all'improvviso in mezzo alla strada. Lui si ferma a sua volta e mi guarda con un'espressione interrogativa.
«Riccardo...» prendo un bel respiro.
Lui si avvicina per guardarmi meglio negli occhi, sa che sto per dirgli qualcosa di importante.
«È colpa mia» riesco semplicemente a dire.
«Cosa stai dicendo?» chiede lui non riuscendo a capire.
«Sono stata io a trascinarti in tutto questo. È pericoloso, ho paura che ti faccia del male. Alla fine questa persona ce l'ha con me, tu non c'entri niente» dico frustrata, con lo sguardo basso.
«Ali, ne abbiamo già parlato. Ormai ci sono dentro. Voglio aiutarti» risponde.
«Senti, io lo apprezzo, davvero. Ma questa è la mia battaglia. Dovresti lasciarmi perdere prima che sia troppo tardi e-» vengo interrotta mentre lui mi prende le mani e inizia a parlare:«Shh, basta. Io voglio starti vicino. Non succederà niente. Siamo molto più forti insieme».
Ci guardiamo negli occhi per alcuni secondi.
«Io...ho solo paura che possa succederti qualcosa per colpa mia» sussurro mentre una lacrima salata mi attraversa la guancia per poi arrivare al mento.
«Fidati di me» sussurra a sua volta. Pian piano avvicina il suo viso al mio, così vicino da permettermi di percepire il suo respiro sulla mia guancia. Mi sento avvampare per l'imbarazzo mentre il mio cuore batte forte, come se volesse uscire dal petto a qualsiasi costo.

Gli guardo le labbra mentre un brivido mi attraversa la schiena. Poi realizzo che forse stiamo correndo troppo anche se la voglia di baciarlo è irrefrenabile. Giro la testa nella direzione opposta, mantenendo lo sguardo basso. Lui si allontana. Rimaniamo in silenzio a lungo, entrambi troppo imbarazzati per parlare.

Il silenzio viene improvvisamente interrotto da un forte tuono che sembra risvegliarci.
«Okay, torniamo a casa. Sta per piovere» dice Riccardo iniziando a camminare. Senza dire una parola, lo seguo.

Spazio autrice
Lo so che vorreste uccidermi dato che è da tre mesi che non aggiorno. Scusate  ma ho sempre tantissimo da fare. Comunque si lo so, Allison e Riccardo stanno correndo un po' troppo, ma stanno bene insieme.
Non ricordo se ve l'ho già detto MA ho aperto una pagina su instagram dedicata alle storie che scrivo qui, se volete passate a darci un'occhiata! Sicomme non riesco a mettere il link, vi lascio la foto della pagina qui sopra, ma se andate sul mio profilo trovate il link. Bacii vvb


Afraid || Riccardo MarcuzzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora