Capitolo 19

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«Com'è andata ieri? Alla fine hai chiamato Marco?» chiedo a Nicole sedendomi sul divano, accanto a lei. Non abbiamo avuto modo di parlare ieri, quando sono tornata a casa. Se penso alla passeggiata con Riccardo il cuore comincia a battermi all'impazzata ma non racconterò nulla del "quasi bacio" a Nicole. Vorrei ma so già come reagirebbe perciò è meglio di no.

«Si beh, stavo per dirtelo» dice sorridendo
«L'ho chiamato e ci siamo visti. Gli ho detto tutto. Lui mi ha baciata senza dire una parola» continua estasiata.
«Quindi adesso siete una coppia?»
«Non ne abbiamo parlato ma penso di sì. Oggi dobbiamo vederci»
«Sono felice per te Nicole» le dico sorridendo mentre lei mi stringe in un abbraccio.

«Tu e Riccardo invece? Sei uscita con lui ieri» chiede sciogliendo l'abbraccio.
«Nulla, abbiamo solo fatto una passeggiata» le rispondo non curante, cercando di non far trapelare le mie emozioni. Potrebbero ingannarmi e lei capirebbe che invece qualcosa è successa.
«D'accordo. Adesso dovrei andare, solo che mi sembra male lasciarti sola per tutto il giorno» dice alzandosi dal divano.
«Non preoccuparti per me, vai a divertirti. Io farò una passeggiata» le do una pacca sulla spalla e vado nella mia camera.

Ho bisogno di schiarirmi un po' le idee e l'aria fresca non sarebbe male. Prendo un paio di jeans e una felpa dall'armadio e li indosso. Sistemo i miei capelli alla meno peggio e in dieci minuti sono pronta. Prendo la borsa ed esco di casa.

Non ho una meta precisa, perciò cercherò di camminare senza allontanarmi troppo dalla zona.
Il leggero vento invernale mi scompliglia i capelli e mi riempie i polmoni di una piacevole aria fresca e pulita. Osservo il cielo e mi accorgo che è coperto da molte nuvole grigie e nere. Sta sicuramente arrivando un temporale, dato il cielo coperto e il forte vento che si alza all'improvviso ma non mi interessa, un po' di pioggia non mi impedirà di fare la mia rilassante passeggiata giornaliera.

Non so cosa sia preso a me e Riccardo ieri. Stavo davvero per baciarlo, diciamo che mi sono lasciata trasportare dal momento. Avrei voluto con tutta me stessa ma la mia coscienza mi ha detto che forse era troppo presto, che stavamo correndo troppo. Così mi sono tirata indietro. Sicuramente nei prossimi incontri, fra noi ci saranno un imbarazzo e una tensione da tagliarsi con il coltello.

«Ehi tu!» esclamò una voce, interrompendo bruscamente il flusso dei miei pensieri. Mi guardo intorno fino a quando una ragazza si piazza davanti a me. Indossa una minigonna senza calze e una maglia con una scollatura molto ampia, nonostante il freddo.
«Senti sfigata» inizia guardandomi disgustata «ieri ti ho vista con Riccardo. Devi lasciarlo stare, lui è solo mio, capito?!» continua.
Rimango immobile, cercando di realizzare quello che ha appena detto.
«Veramente lui è mio amico e io non ti conosco, quindi fammi il piacere» poi continuo a camminare cercando di lasciarla perdere. Lei mi afferra un braccio e mi fa girare.
«Vi ho visti. Stavate per baciarvi» dice arrabbiata.
«Prima cosa, non ti azzardare a toccarmi. Seconda cosa, non è successo e non sono fatti tuoi» dico velenosa.
«Lui è mio. Deve stare con me. È me che deve baciare, non una sfigata come te» dice avvicinandosi pericolosamente a me.
«Beh, a quanto pare vuol dire che preferisce baciare una sfigata come me invece di una puttana che sculetta come te» dico a due centimetri dal suo viso, poi mi allontano e continuo la mia passeggiata come se nulla fosse successo. Lei non mi raggiunge, è rimasta immobile dietro di me cercando di realizzare quello che le ho detto. Devo averla stesa.

Sono rimasta molto calma con lei mentre in realtà avevo un forte senso di gelosia. Chi è? Ma soprattutto, come si permette? Sarà una delle solite che cercano di attirare l'attenzione di un ragazzo non ottenendo nulla in cambio. Poi vanno a fare le dure con le altre.
Questa la racconterò a Riccardo.

Una goccia d'acqua mi bagna la fronte. Guardo l'asfalto macchiato da varie goccioline e capisco che sta iniziando a piovere, così decido di entrare nel bar dall'altra parte del marciapiede.

Afraid || Riccardo MarcuzzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora