Capitolo 11

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La sveglia suona in continuazione costringendomi ad aprire gli occhi.

Sbuffo sonoramente e la stacco. Rimango altri cinque minuti sdraiata a pensare, quando il ricordo della sera prima riaffiora nella mia mente.

Ieri, dopo aver chiamato il maresciallo, io e Riccardo siamo scesi in cucina. Abbiamo chiacchierato per un po' con i ragazzi finché non se ne sono andati tutti.

Oggi devo andare in caserma con Riccardo, l'appuntamento con il maresciallo è fissato alle 9:00.
Ecco perché ho puntato la sveglia alle 7:30.

Mi alzo dal letto e scendo in cucina per fare colazione. Di Nicole nessuna traccia, starà ancora dormendo, in effetti è abbastanza presto.

Apro uno dei tanti sportelli e afferro un pacco di biscotti al cioccolato, i mie preferiti da sempre. Prendo del latte e lo verso in una tazza.

Carcando di non fare rumore (non vorrei svegliare Nicole) mi siedo al tavolo. Mentre mangio, controllo il cellulare e vedo una notifica di WhatsApp.

Riki💫
Buongiorno Allison, volevo solo dirti che oggi passerò a prenderti verso le 8:30. Scusami se te lo dico solo adesso, ma ieri sera l'ho completamente dimenticato. A dopo!❤

Sorrido fra me e me mentre gli rispondo con un semplice "Va bene", con tanto di cuore. Poi guardo l'orologio, che segna le 7:45.
Cavolo, non riuscirò mai a prepararmi in meno di un'ora!

Mi alzo facendo cadere la sedia per terra, la rialzo e corro per le scale fino alla mia stanza, facendo abbastanza rumore. Non mi importa se Nicole si sveglia. Potrò anche essere esagerata, ma questa è una questione di vita o di morte, non voglio far aspettare Riccardo.

Molto velocemente, faccio la doccia. Asciugo i capelli e scelgo i vestiti da indossare. Metto un semplice vestito nero a maniche lunghe, che arriva sopra al ginocchio, con una leggerissima scollatura ad U ed infine delle scarpe nere.

Lascio i capelli ondulati sciolti sulla schiena e trucco i miei occhi castani con un po' di mascara sulle ciglia. Non metto mai il fondotinta altrimenti coprirebbe le mie lentiggini, l'unica cosa che mi piace di me stessa.

Metto al collo la mia collana preferita. Si tratta di una sottile catenina d'argento con un piccolo rubino che pende, la pietra del mio segno. Ci sono tanto affezionata perché me la regalò mio padre prima che io partissi per Roma, e da allora la indosso sempre.

All'improvviso sento il suono di un clacson provenire da sotto casa mia. Mi affaccio alla finestra e vedo un Riccardo sorridente uscire dalla macchina e farmi segno di scendere.

Mi guardo per l'ultima volta allo specchio per assicurarmi che sia tutto al posto giusto ed esco dalla mia stanza. Stranamente Nicole non si è ancora svegliata, dopo tutto il casino che ho combinato. Ma non c'è da stupirsi, quella dorme come un ghiro. Potresti anche sbatterle dei piatti in faccia, continuerebbe a dormire beatamente.

Di colpo mi fermo in mezzo alle scale ricordandomi che la mia migliore amica non sa niente dell'uscita con Riccardo, così torno nella mia stanza a prendere carta e penna. Le scrivo che non tornerò a casa prima di pranzo e appoggio il foglietto sul tavolo della cucina, in modo che lei lo veda subito quando farà colazione.

Prendo la borsa ed esco di casa. Attraverso il piccolo vialetto avvicinandomi sempre di più a Riccardo.
«Buongiorno» dice il ragazzo non appena lo raggiungo, poi mi stampa un bacio sulla guancia. Sorrido imbarazzata e ricambio a mia volta.

Come un vero gentiluomo, apre la portiera e mi invita a salire in macchina. Lo ringrazio, mi siedo e aspetto che salga anche lui.

«Allora, quanto dista da qui?» dico per evitare il solito silenzio imbarazzante
«Ci metteremo circa dieci minuti» risponde mettendo in moto la macchina.

Vedo i tanti dischi musicali messi ben ordinati sul cruscotto e non resisto dalla voglia di provarne uno.
«Sono tuoi tutti questi dischi?» chiedo meravigliata.
«Si, certo» risponde ridacchiando.
«Posso provarne uno?» chiedo titubante.
«Fai pure, scegli tu il disco» distoglie un secondo lo sguardo dalla strada per guardarmi, poi lo riporta davanti a sé.

Frugo in mezzo ai tanti cd, sarebbe impossibile contarli. Alla fine ne scelgo uno di Tiziano Ferro. Lo inserisco nel lettore e lo faccio partire.
«Ottima scelta» dice Riccardo sorridendo.

Lui comincia a canticchiare sopra la canzone ed io seguo il suo esempio. Per quel poco che sento Riccardo ha davvero una bella voce e credo che farebbe molto successo se solo riuscisse a realizzare il suo sogno, diventare un cantante. Ed io sono sicura che ci riuscirà.

Canticchiamo allegri sopra tutte le canzoni, a volte Riccardo si gira verso di me e fa qualche espressione buffa facendomi scoppiare a ridere.

«Sto bene con te» dico piano senza rendermene conto, mentre lui canta.
Mi tappo la bocca con le mani dopo essermene accorta, lancio un'occhiata a Riccardo e vedo che fortunatamente non l'ha sentito, perché continua a cantare allegro guardando la strada.

Menomale, non so cosa avrei fatto. Sarei morta di imbarazzo, le mie guance avrebbe preso fuoco nel vero senso della parola ed io sarei scappata a gambe levate.

Non so neanche da dove mi è uscito e con quale leggerezza l'ho detto, ma una cosa la so, che sto bene con lui è assolutamente vero.

Spazio Autrice
Hey! In realtà questo capitolo doveva essere più lungo, ma poi ho deciso di dividerlo e continuare nel 12, altrimenti questo sarebbe venuto troppo lungo. Perciò dovrete aspettare il prossimo Sabato, sorry. Cosa ne pensate? Stellina e commento, vi voglio bene💖

Afraid || Riccardo MarcuzzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora