Capitolo 14

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{e si, sono fissata con questa canzone!}


Vi prego: ditemi che questo inferno è finito, vi prego!
<< Sara? Puoi guardare ora, ci sono i titoli di coda >> sento ridacchiare il proprietario della felpa che sto stringendo per coprirmi gli occhi.
C'è un buon profumo di muschio mischiato alla menta qua sotto e non avrei intenzione di uscire se non fosse che le luci della sala si siano accese.
Ritiro su la mia faccia per controllare se è realmente come Tom dice: è finito?
Emetto un sospiro di sollievo << per fortuna... >>
<< Menomale che ti piacevano gli horror...fosse stato il contrario? >> mi guarda divertito.
<< Okay...forse ho mentito...ma non volevo rinunciare ad una serata fuori anziché mettere in ordine casa... >> e anche perché forse volevo veramente uscire con lui.
Lo osservo ridere << Pigra? >>
<< Mi definirei diversamente attiva >> faccio spallucce << Scusami per averti usato come...>>
<< Separè? Sono felice di esserti stato utile! >>
Mi contagia nella sua risata e ci alziamo dalle poltrone.
<< Ahi... >>
Vedo Tom stiracchiarsi e massaggiarsi la schiena.
<< Cosa c'è? >>
<< Mi fa sempre male la schiena quando mi alzo in piedi...sarà la vecchiaia, sai, il mio compleanno è stato... >>
<< ..il primo giugno e hai compiuto 22 anni, lo so >> prendo i cestini dei popcorn vuoti per buttarli nel primo cestino che vedo.
<< Sei una stalker? >>
<< No, una fangirl >>
<< Mi sembra giusto>> ride di gusto mentre usciamo dalla sala.
<< Lo è >> faccio spallucce <<Comunque dovresti farti controllare da un medico >>
<< Una mamma stalker, non male! >>
<< Sono seria >>
<< Scusami ma con quei cosi in testa è difficile prenderti sul serio! >>
<< Che hai da dire sui miei space buns?! >> li tocco con entrambe le mani facendo la finta offesa.
<< Sono belli, ma così mi ricordi Bugs Bunny, sai con quelle orecchi...>> ride ancora con quel magnifico sorriso.
<< Bugs Bunny, eh? >> alzo un sopracciglio.
Annuisce guardando davanti a sé e continuiamo a camminare verso l'uscita.
Mi apre la porta e posso oltrepassare l'uscio ma quando porto lo sguardo fuori dall'edificio miliardi di luci si accendono su di noi.
Giornalisti che si accalcano verso entrambi con microfoni e macchine fotografiche.
Rimango impietrita da tutto ciò, non sono mai stata abituata a questo genere di cose. Sì, in Italia ogni tanto si presentavano dei fotografi in giro, oppure c'erano dei bodyguard con me, ma da sola con così tanti? Mai.
<< Dov'è Scarlett? >>
<< Siete un coppia ufficiale? >>
<< Dove andrete ora? >>
Migliaia di domande che riescono solamente a creare il panico dentro di me.
Cerco di dire qualcosa ma la calca e l'ansia me lo impediscono ed escono solo suoni come "io...non... no...".
Alcuni mi salutano e lo faccio anche io con qualche ciao sparso qua e là.
Non ho mai avuto attacchi d'ansia prima d'ora e da come li descriveva una mia amica delle superiori questo non è nulla... però mi sento completamente offline, assente da questo pianeta...
Per fortuna c'è una mano che prende la mia in una rigida presa e che mi porta lontano da qui, verso una macchina nera parcheggiata vicino a noi e verso la libertà.
Mi fa sedere accanto al posto del guidatore e infine anche lui entra per mettere in moto la macchina.
Guardo attraverso lo specchietto esterno i giornalisti correre dietro l'auto e piano piano vederli sparire per la lontananza: tiro un sospiro di sollievo.
<< Non sei abituata agli scatti eh? >> lo vedo buttare un occhio su di me mentre guida più velocemente possibile anche se nel traffico.
<< Per nulla...>>
<< Ormai sono anni che...come dire..>> si inumidisce le labbra << ci convivo: ti ci abituerai anche tu, vedrai >>
<< Lo spero... ma casa mia non è dall'altra parte, o sbaglio? >> mi riferisco al fatto che ha girato dalla parte opposta alla mia strada.
<< Non crederai che la nostra serata sia finita qui >>
Mi giro verso di lui << Dove andiamo? >>
<< Top Of The Rock >>
<< Cioè? >>
<< Questo >> indica un palazzo molto alto sotto il quale parcheggia.
<< Sì vede tutta Manhattan da lì su >>
Scende dall'auto e mentre sto per aprire la mia portiera, vedo Tom da fuori tirare la maniglia verso di sé così da farmi uscire.
Scendo ed arriviamo all'entrata.
Prendiamo l'ascensore: <<quanto ci vuole per arrivare in cima?>>
<< Tre o quattro minuti, più o meno >>
<< È velocissimo! >>
<< Qui sono tutti così >>
<< L'ascensore del mio palazzo in Italia è già tanto se funziona: non sai quante volte abbiamo dovuto chiamare l'assistenza per ripararlo! Una volta ci sono rimasta dentro per un'ora intera...>>
Ride << sarà stato estenuante, immagino >>
L'elevatore arriva nel tempo previsto e la vista che ho di fronte a me non appena le porte si aprono è stupenda: la città intera illuminata nel buio della sera.
<< Bello vero? >>
Annuisco freneticamente appoggiandomi al muretto.
Si vede tutto: Central Park, i vari pub, musei...aspetta... << ma quelli sono i Marvel Studios? >>
Annuisce: << Senti... >> non può continuare la frase perché il cellulare gli sta squillando << Scusami >> lo estrae dalla tasca posteriore dei jeans e lo porta all'orecchio.
<< Scar... cosa?! Se è un altro dei tuoi... okay arrivo subito... >> chiude la chiamata e risponde alla mia faccia confusa<<dobbiamo andare.Scarlett non si è sentita bene >>.

The Yin & the Yang || Tom HollandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora