Capitolo ventuno.

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Avviso: Ho probabilmente fatto un casino con i capitoli, ho pubblicato il capitolo venti prima del diciannove, sicché vi consiglio di andare a leggerlo per capirci qualcosa in questo capitolo.
Approfitto di ciò per scusarmi del danno ed anche per ringraziare ogni lettore, ogni persona che commenta o mette una stellina. Vi adoro. A presto.

Denise.

Era passato già un mese dalla mia partenza, ed era passato molto lentamente, ogni notte era contornata da incubi che non mi facevano dormire, e lui era sempre lì, il mio Derek. I rapporti con la mia Lupa si erano chiusi con quell'ultimo consiglio. Avevo perso tutto e tutti. Se la depressione non si era ancora impossessata completamente di me era grazie esclusivamente al nuovo branco che avevo trovato. Con loro avevo trovato il mio apparente equilibrio, loro avevano bisogno molto più di me. Avevo creato un legame magico con i due bambini a cui mi dedicavo praticamente a tutte le ore, Jonatan in me aveva ritrovato una figlia ed una nipote e grazie a lui avevo scoperto molti metodi per controllare al meglio il mio essere, i suoi allenamenti erano un toccasana sia per me che per la vita che stava crescendo dentro di me.
Nonostante il dolore di ciò che avevo lasciato alle spalle, quello che avevo trovato era molto bello. Loro avevano bisogno di me, io di loro.

«Non voglio andare a letto!» – Il piccolo uragano si lamentò stringendomi ancor di più a sé, ringraziai il cielo che la sorellina fosse più ubbidiente. I capelli molto lunghi sciolti, il suo pigiamino rosa ed il suo amatissimo peluche stretto alle sue braccia, aspettava solamente me per andare a dormire, voleva la favola della buonanotte.
«Ma è tardi, e domani abbiamo la gita alla grotta che tanto ti piace, ricordi?» – Accarezzai il bambino stretto fra le mie braccia, poco convinto della mia affermazione ci pensò su qualche attimo. «Io dormo solo se posso dormire con te.» – Non potei non sorridere alla sua affermazione rivolgendo uno sguardo a Drew, seduto sulla poltrona.
«Allora anche io!» – La bambina ai miei piedi si lamentò, odiava dormire da sola e potevo immaginare il perché. Mi sorprendevo ogni giorno della forza che questi bambini avevano, ed era tutto merito del loro nonno.
«Assolutamente no, piccole pesti. Non c'è abbastanza posto per tutti e quattro.» – Drew si lamentò come ogni sera, il piccolo Kevin provava sempre a trovare un metodo per dormire nel lettone, senza avere mai successo.
«Dai, ti racconto la tua storia preferita, okay?» – Finalmente il bambino annuii, non persi tempo a mettere entrambi a dormire.

I due gemelli dormivano nello stesso lettino, nonostante ce ne fosse un altro a loro disposizione, non avevo mai domandato il perché. Raccontai la favola preferita di Kevin e, come al loro solito si addormentarono molto prima della fine. Mi alzai delicatamente dal loro letto lasciando un bacio sulle loro testoline prima di tornare in sala, dove vi era presente solo Drew.

Avevo legato molto anche con quest'ultimo, era praticamente il mio migliore amico. Non aveva mai preteso nulla da me; la notte mi stringeva e si accorgeva subito se stavo facendo un'incubo ed in pochi attimi riusciva a calmarmi, non avevo idea del come ci riuscisse, mi ascoltava e riusciva a farmi parlare di tutto ciò che mi turbava e preoccupava. Non mi aveva mai sforzato a fare niente, nemmeno un misero bacio ed iniziai a pensare che non fosse nemmeno attratto da me, che il suo marchio era solo per un tornaconto d'entrambi.

Mi sedetti sulle sue ginocchia appoggiando il viso sul suo petto; andando avanti sempre di più con la gravidanza la stanchezza era sempre più forte, i sensi di colpa e la tristezza aumentavano per colpa degli ormoni, immaginavo, lui era l'unico che riusciva a farmi stare bene per qualche attimo. Era l'unico che riuscisse a non farmi pensare a Derek ed a quanto mi mancasse.

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