Capitolo ventidue.

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Il capitolo pubblicato contiene descrizioni in modo dettagliato di atti sessuali.

Il ragazzo perse ogni controllo con quella frase, ed era proprio il punto in cui volevo arrivare, volevo portarlo a quello. Aveva sempre avuto fin troppo controllo, in tutto. Si alzò di scatto portandomi in braccio in quella che ormai era la nostra stanza, chiuse la porta con un calcio, finii in poco tempo sdraiata nel letto.

«Me l'hai chiesto tu... Ora spogliati.» – La sua voce roca fece scaturire un brivido in tutto il mio corpo, non persi tempo a sfilarmi i pantaloni e la maglietta, rimanendo solo in intimo davanti al ragazzo che era in piedi di fronte a me. Sentii il suo sguardo bruciare su tutto il mio corpo, un calore improvviso s'impossessò di esso. «Voglio ammirarti, è ormai un mese che sogno questo momento.» – Il ragazzo iniziò a spogliarsi in modo lento, rimanendo poi nudo di fronte a me, una visuale paradisiaca. Mi sfilò le mutande e poi il reggiseno lasciandomi completamente nuda e lì iniziò a masturbarsi di fronte a me. «Sei dannatamente bella.» – Lasciò perdere quel che stava facendo sovrastando il mio corpo, appoggiò le labbra sulle mie dando vita ad un bacio passionale, desiderato, ricercato, voglioso, un bacio atteso. Spostò poi le sue labbra sul mio collo, nel punto che amava così tanto baciare, mentre le sue mani andavano a toccare entrambe le mie intimità. Con una giocava con il seno toccandolo in modo fin troppo possessivo mentre l'altra  andava ad accarezzare l'apertura della mia intimità facendomi lasciare gemiti ripetuti. «Dopo stasera sarai del tutto mia.» – Aspetto qualche istante prima di mettere entrambe le mani ai lati del mio viso, s'infilò fra le mie gambe spalancandole e prendendo in mano il membro andò a strisciarlo contro la mia intimità facendomi gemere. «Pregami... dimmelo... dimmi che mi vuoi.»
«Ti voglio. Ti prego, ora.» – La mia voce uscii in supplica e ciò basto per farlo entrare dentro di me. Nascose il viso nell'incavo del mio corpo muovendosi ripetutamente dentro di me, i nostri corpi erano appiccicati l'uno all'altro, le mie mani andavano ad accarezzargli la schiena mentre il bacino si muoveva all'unisono con il suo alla ricerca di più contatto, tremai ad ogni spinta che il ragazzo fece, cercando di non urlare. Spingeva dentro di me sempre di più usando un ritmo costante, potevo sentire vicino al mio orecchio i suoi ansimi, ciò mi mandava in totale annebbiamento.
«Non importa niente... e nessuno. Tu sei solo mia.» – Le sue mani andavano a toccare ogni parte del mio corpo, ogni centimetro, come a voler rivendicare che fosse solo sua proprietà. Iniziò a muovermi dentro di me in modo sempre più spinto finché entrambi non raggiungemmo il culmine. Ci infilammo sotto alle coperte ancora nudi, e lì il mio cervello iniziò a remarmi contro, tornò il senso di nausea e di colpa, mi sentivo come se avessi tradito il mio compagno. E lo avevo fatto, in un certo senso.

Potevo solo immaginare quello che stava accadendo in quel momento nel mio vecchio branco, le condizioni mentali in cui fossero. Scappando; sapevo di aver riaperto una ferita molto grossa a Peter, sapevo di aver tradito Derek, potevo solo immaginare quanto fosse preoccupato Tyler, immaginavo Lydia, Stiles e Scott a cercare un piano ed a studiarlo in tutti i suoi dettagli con l'aiuto di Theo e Liam. Mi si stringeva il cuore. Nell'ultimo periodo avevo agito d'impulso, in maniera del tutto impulsiva ed avevo creato disastri su disastri.

Ero una vigliacca che non riusciva ad affrontare i problemi, come potevo pretendere di crescere un bambino se nemmeno riuscivo a prendermi le responsabilità dei miei stessi errori?

Sospirai pesantemente, anche questa notte non sarei riuscita a dormire molto probabilmente. Non mi mancava solo il mio branco, ma anche la mia Lupa e, con il senno di poi, se le avessi dato retta, non sarei in questa situazione.
Stavo bene assieme a Jonatan, Clara e Kevin erano due bambini adorabili e Drew un ragazzo meraviglioso, ma sapevo che quello non era il mio posto. Non potevo essere felice e nemmeno serena, al pensiero di tutte le persone che stava soffrendo a causa mia.

Cos'avevo combinato?

«Smettila e dormi.» – La voce proveniva dal ragazzo che mi stava abbracciando. «Se pensi così tanto nemmeno io riuscirò a dormire.» – Si lamentò stringendomi di più a sé, decisi di non rispondergli.
Molte sere provava a farmi addormentare serena, mi faceva parlare anche fino a notte fonda, senza successo. Finivo sempre in lacrime. Decisi di risparmiare al ragazzo la solita storia e di farlo dormire, senza dargli fastidio.
«Sì, buonanotte.» – Fissai un punto indefinito per il resto della notte, addormentandomi solo al sorgere dell'alba.

N.d.R:

Salve a tutti!
Denise e Derek sono nella stessa situazione emotiva; presi dai sensi di colpa, nonostante il tempo passa quest'ultimo non vuole abbandonare le ricerche, mentre Denise prova ad andare avanti con la sua vita senza molto successo. Cosa succederà nei prossimi capitoli? Scusate il capitolo più corto rispetto alla media, ma capirete il perché dal prossimo capitolo, vi attenderà una bella sorpresa!

Il filo rosso del destino. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora