-Quinto-

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Ci impiegati qualche istante per capire cosa avevo appena detto.

«Tu sai che sei una semidea?» chiese stupito.

No che non lo sapevo, eppure tutto il mio corpo diceva di sì. E sapevo anche chi era mio padre: Efesto.

Tutto ciò mi spaventava davvero.
Scossi la testa.
«Sono figlia di Efesto, vero?» chiesi sperando che mi dicesse che stavo sparando sciocchezze.

La sua espressione cambiò «Ammirevole...sei così... Intelligente» avevo sentito tante volte quelle parole, ma pronunciate da lui mi facevano sentire davvero importante e orgogliosa.

Lui si voltò verso dove era sparito poco prima l'altro ragazzo «Chiama Beckendorf, ha una nuova sorellina a quanto pare»

Sapevo che avrei dovuto trovare strana quella frase, ma confermava solo uno dei miei più grandi dubbi.

Ah-ha! Lo sapevo!

«Tu...tutti i semidei sanno di...beh di essere semidei?» chiesi incerta e il biondo si girò di nuovo verso di me.

«Oh, assolutamente no. Sei la prima che arriva qui sapendo già quasi tutto. A dire il vero sei anche la prima a scendere dal cielo»

Aveva ragione, tutto ciò era strano. Un attimo prima ero in un incendio e l'attimo dopo ero in un campo di semidei.

Perché sapevo di essere in un campo di semidei. Grazie al cielo non sapevo nome e località, o mi sarei spaventata a morte.

«Comunque io sono Luke. Benvenuta al Campo Mezzosangue» mi porse una mano e io gliela strinsi con qualche esitazione. Tuttavia mi dava sicurezza quel ragazzo.

«Chirone vorrà parlare con te, sento che sta arrivando» effettivamente si sentiva un rumore di zoccoli.

Mi tranquillizzò il fatto di non avere la più pallida idea di chi fosse questo Chirone, almeno qualcosa non l'avevo già capita da sola.

Quando il comitato di benvenuto arrivò pensai che probabilmente avrei preferito rimanere lì con Luke. Chissà, magari mi avrebbe portata lui al campo.

Il primo che notai fu il centauro. Ci impiegai diversi attimi per convincermi che sì, quello era un centauro.

Ero abbastanza sicura che fosse lui Chirone, gli altri erano tutti ragazzi.

Ce n'era uno scuro di pelle e con due braccia troppo forti per i miei gusti. Però mi dava una sensazione di familiarità, come se fosse un vecchio amico che adorava prendersi cura di me.

E poi mi sorrideva, quindi mi sentivo ben disposta verso di lui.

Gli altri ragazzi non li guardai, non mi interessavano più di tanto.

Guardai Chirone, aspettando che parlasse. Quando mi vide in faccia per poco non svenne, il che non mi diede molta sicurezza.

«Tu...»

Luke lo guardò come se volesse buttarlo giù dalla collina «Lei è Lola. Efesto l'ha appena riconosciuta»

Si alzarono borbottii e il tipo grande e grosso sorrise soddisfatto. Immaginai fosse lui il fratello di cui aveva parlato Luke.

«Certo che l'ha riconosciuta, per gli dei!» esclamò Chirone. Non mi piaceva che lui fosse in piedi e io seduta a terra, avevo la sgradevole sensazione che avrebbe potuto calpestarmi per sbaglio.

«Lei sa da dove vengo?» chiesi guardandolo con sospetto.

«Certo ma beh...ti aspettavamo un po' prima» disse lui come se fosse ovvio. O una pazzia, non faceva differenza.

«Aspetta, che vuol dire?» mi guardai intorno e poi mi voltai verso Luke «Che giorno è oggi?» chiesi.

Lui aggrottò le sopracciglia «29 luglio»

Mi mancò l'aria. Luglio?
Erano passati mesi dall'incendio, dove ero stata per tutto quel tempo?

«Come è possibile...l'incendio...»

«Incendio?» chiese Luke. Io annuii senza aggiungere altro. Ero sconvolta.

Come poteva essere passato così tanto? E adesso dove poteva essere finito Leo? Era ancora vivo?

Certo, doveva esserlo.

«Lola, potresti dirci cosa è successo esattamente prima che svenissi? Quali sono i tuoi ultimi ricordi?» Chirone aveva il tono calmo di chi vuole trovare un modo per aiutare senza però spaventare gli altri.

Io guardai gli altri ragazzo e lui ricevette il messaggio.
«Luke, portala alla Casa Grande. Parleremo lì»

Fece segno agli altri di andarsene e si voltò anche lui.

«Luke può rimanere?» chiesi. Chirone sembrò sorpreso, ma annuì.

Luke mi aiutò ad alzarmi e mi passò una mano intorno alla vita per paura che potessi svenire o altro.

I vestiti mi stavano corti ma larghi e non erano quelli che indossavo durante l'incendio. Solo il bracciale era rimasto intatto al mio polso.

Anche quello mi stava un po' largo però.

La Casa Grande era una villa a quattro piani dipinta di azzurro e che infondeva parecchia fiducia.

Chirone ci aspettava sotto un portico, da solo.

Quando io e Luke ci sedemmo mi guardai intorno per fissare nella mente tutto il paesaggio.

Poi guardai il tavolino davanti a me.
Andò tutto bene finché non vidi il calendario.

«Perché avete un calendario dell'anno prossimo?» chiesi e i due si guardarono confusi.

«Ma è di quest'anno» disse Luke.
Indicò la casellina del 29 «Vedi? 29 luglio, martedì»

Non erano passati mesi dall'incendio, ma più di un anno.

Quando me ne resi conto, svenni.

||La Figlia Del Fuoco|| Completa ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora