percabeth

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Che bello svegliarsi la mattina in un letto comodo, con le finestre aperte su una candido paesaggio estivo. Il vento fresco che entra nella stanza e le rondini che cinguettano sugli alberi nel parchetto davanti a casa tua.
Ah, dimentico una piccola cosuccia...tua moglie che urla il tuo nome dalla cucina, facendoti strillare come una bambina.
"PERSEUS JACKSON" sentii i passi di Annabeth percorrere il corridoio.
Che cos'avevo combinato questa volta?
Mia moglie entrò nella camera come una furia, spalancando la porta:"MI SPIEGHI PERCHÉ È ESPLOSO DI NUOVO IL GABINETTO?"
Mi alzai dal letto, non dando la minima importanza al fatto che indossavo soltanto i pantaloni del pigiama:"E io che cosa ne so?"
Facevo esplodere i gabinetti soltanto quando ne avevo voglia, dopo tanti anni riuscivo a controllare il mio potere.
Annabeth si mise le mani sui fianchi:"A quanto mi risulta sei l'unico qui che è capace di far esplodere i gabinetti. Quindi o mi dai una spiegazione o torni a vivere da tua madre."
"CHE COSA?!" ero troppo scioccato per riuscire a dire altro.
Annabeth mi puntò un dito addosso:"Hai capito alla perfezione, Mister-faccio-esplodere-i-gabinetti-in-faccia-a-mia-moglie" e uscì sbattendo la porta.
Rimasi lì impalato per qualche secondo, pensando incredulo a quello che era appena successo.
Corsi fuori dalla stanza imprecando in greco antico. Come diavolo avevo fatto a far esplodere un gabinetto nel sonno?
Mi fermai davanti alla cucina e appoggiai una mano sulla soglia, mettendomi una mano nei capelli:"Annie...mi dispiace tanto...non so come ho fatt-"
"Annie?" quella voce indubbiamente quella di Leo Valdez: "Annie? Ma quanto siete carini voi due? Vi date pure i soprannomi?"
Alzai lo sguardo verso il tavolo della cucina.
I miei vecchi amici erano tutti li: Jason Grace, Piper McLean, Leo Valdez, Frank Zhang, Hazel Levesque.
Erano tutti li...con Annabeth accanto, che sorrideva soddisfatta...ancora una volta era riuscita a farmi prendere un mezzo attacco di cuore.
"SANTISSIMO POSEIDONE" esclamai sorridendo:"Siete tutti qui!"
Leo Valdez mi fece l'occhiolino:"Begli addominali,amico."
Mi ero completamente dimenticato di essere senza maglia:"Ops..." mi affrettai a cercare qualcosa da mettermi.
Jason rise:"Andiamo, Jackson...non ti vergognerai mica dei tuoi migliori amici"
Corsi ad abbracciarli tutti, ridendo come uno stupido. Per tutti gli dei, quanto mi erano mancati.
Alla fine, mi accorsi che Annabeth era stata zitta per tutto il tempo  sorridendo, orgogliosa del suo scherzo.
Mi avvicinai a lei:"Tu..."
Annabeth mi posò un dito sul petto:"Prima mettiti qualcosa addosso, Jackson."
Sorrisi e la presi per la vita:"Piantala, Chase" la baciai e i miei amici accompagnarono il gesto con un inevitabile "Oooooooh"...la prova che non erano cambiati nemmeno di una virgola, in tutti quegli anni.
Leo Valdez alzò una mano:"Mi dispiace interrompervi, piccioncini...ma Leo ha fame. Non mangio da sta mattina."
Hazel gli mollò un pugno su un braccio:"Ma se è tutto il viaggio che divori patatine italiane?"
Il ragazzo alzò le spalle:"Ma Leo ha fame."
Ci sedemmo al tavolo insieme, come ai vecchi tempi...l'equipaggio della Argo II era di nuovo insieme...ma sta volta la battaglia era contro un pranzo abbondante.



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