caleo

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CALIPSOOO"
La voce esausta di Leo veniva dal salotto, mentre io ero seduta sul letto a leggere un libro.
Il mio ragazzo entrò pochi secondi dopo nella camera, spalancando la porta e straiandosi sul letto con la grazia di una balena spiaggiata.
"Ma buongiorno." gli dissi guardandolo preoccupata.
Aveva sotterrato la faccia nel materasso, i capelli ricci erano spettinati e le braccia e le gambe abbandonate inermi sul letto.
"Che ti è successo, rompiscatole?" chiesi appoggiando il libro al comodino e straiandomi accanto a lui.
Leo si girò posando ora la schiena sul materasso e mi guardò con i suoi occhi color nutella:"Maledetto nano."
"Come, scusa?"
"Ero in officina a lavorare a..." esitò, sbarrando gli occhi "...ad una sorpresa, quando un nano mi ha rubato la cintura degli attrezzi."
Aggrottai la fronte:"Di nuovo? Non ti era già capitato quando eri in Italia?"
Leo sbuffò e si strofinò gli occhi con le mani sporche di fuliggine:"Lo so! L'ho dovuto rincorrere per tre isolati!"
Mi si stampò nella mente un immagine di Leo che rincorreva come un pazzo un nano agitando braccia e gambe gridando:"EH CHE CAVOLO! RIDAMMI LA MIA CINTURAA!".
Non riuscii a fare a meno di ridere.
Il Cacciatore di Nani si sedette, mise il broncio e incrociò le braccia come un bambino dell'asilo:"Visto che mi prendi in giro non ti do il regalo."
Mi sforzai di tornare seria e mi sedetti anche io sul letto:"Regalo?"
Leo mi sorrise, con quel suo dannatissimo sorriso sghembo da folletto che mi faceva perdere la testa:"Quello a cui stavo lavorando."
Prese a frugare in una delle tasche della sua magica cintura, finchè sorrise raggiante e disse:"Ah-ah! Voilá, madame!"
Estrasse con fierezza un modellino di rame che raffigurava un ragazzo alto che giaceva a terra svenuto con accanto quello che doveva essere un mattone.
Mi grattai la fronte:"Quello non è il tuo amico Jason?"
Leo si rese conto solo in quel momento di aver commesso un errore e si affrettó a dire:"Per il divino Efesto! Ho sbagliato!"
Scoppiai a ridere e stampai un bacio sulla guancia di Leo:"È carino, però."
Il figlio di Efesto si rigirò il modellino fra le mani e disse:"Allora non devo più preoccuparmi di cercare il regalo per il suo compleanno."
Sorrisi dolcemente:"Allora...questa sorpresa?"
Leo mi fece segno di aspettare e frugò ancora nelle tasche della cintura.
"Stavolta è quello giusto." disse porgendomi il regalo.
Per poco non strillai come una ragazzina. Era una bellissima collana d'oro. Come ciondolo aveva una perla altrettanto dorata con una conchiglia incastonata dentro.
"Leo, è bellissima..." riuscii a balbettare fissando ogni dettaglio di quel gioiello.
"La conchiglia viene da Ogigia." disse dopo un po' lui, pretendomi una mano.
"Ogigia? Come...cosa..."
"Prima di ripartire con la nave dai miei amici, per aiutarli nella guerra...ho preso un piccolo souvenir dalla spiaggia...spero non ci fosse il divieto." alzò lo sguardo e incontrò il mio:"E poi, ti devo ancora un tavolino da pic-nic."
Gli gettai le braccia al collo ridendo, facendolo cadere all'indietro, con la testa sul cuscino.
Lui allungò le braccia e mi legò la collana al collo, poi mi scostò una ciocca di capelli dal viso, studiando i miei occhi, che erano decisamente colmi di gioia:"Ti giuro che ti ricostruisco quel tavolino." disse sottovoce.
"Basta giuramenti, rompiscatole."
Leo rise e mi baciò:"Ti amo, Calipso."

one shot Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora