caleo

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CALEO
-Calipso

"PER L'AMOR DEGLI DEI, LEO TORNA IN CASA!" urlai dalla porta, affrettandomi a mettermi addosso il mio maglione super caldo.
Quell'idiota del mio ragazzo e il suo migliore amico Jason avevano fatto una scommessa: se Leo fosse uscito di casa senza maglietta a ballare la macarena sotto la pioggia gelida d'inverno, Jason gli avrebbe dovuto dare cinquanta dracme.
Signori e signore...ecco a voi un figlio di Efesto ballare a torso nudo sotto la pioggia.
A mio malgrado,non riuscii a nascondere un sorrisetto a quella vista di Leo...senza maglietta e con la pioggerella che gli bagnava i capelli e le labbra...beh, perdonatemi, ma era davvero uno schianto.
Appena il ragazzo ci raggiunse davanti alla porta di casa con un sorriso da ebete stampato in faccia, gli tirai un pugno su una spalla:"MA TI SEI BEVUTO IL CERVELLO, VALDEZ?!"
Jason sembrò non notarmi e diede in mano a Leo cinquanta dracme scintillanti.
Il figlio di Efesto le fece saltellare sul palmo della mano, producendo un tintinnio:"Lo senti questo suono, amico? È il suono della vittoria! Valdez vince ancora, baby!"
Jason incrociò il mio sguardo furente e sbiancò in viso, pensando che probabilemnte l'avrei ucciso per quella stupida scommessa:"Ehm, io vi...vi lascio." e corse verso la sua macchina correndo.
Quando il ragazzo sfrecciò via con la sua auto, Leo mi guardò e aggrottò la fronte:"Che c'è?"
"SEI UN IDIOTA!" sbaraitai indicando il suo petto gocciolante.
Si avvicinò e sorrise:"Eh dai, devi ammettere che sono bellissimo così."
Entrai in casa come una furia, seguita dal ragazzo, che si chiuse la porta alle spalle.
Senza troppi complimenti, gli buttai addosso un'asciugamano di cotone:"Asciugati, idiota che non sei altro. Stai inzuppando il pavimento."
Feci per andare verso la camera da letto a cercare dei vestiti caldi per Leo, ma lui scoppiò a ridere:"Vedo che stai sorridendo, Raggio di Sole." mi disse alzando un sopracciglio.
Mi resi conto solo in quel momento che aveva ragione...la mia bocca era piegata leggermente all'insù.
Mi girai a riguardarlo e...dei, era davvero bello.
"Sei un id-" cominciai, per essere subito interrotta da Leo, che mi attirò a sè e mi diede un bacio.
"Lo so, lo so...sono un'idiota. Se non sbaglio lo hai già detto."
Inclinò la testa e mi diede un leggero bacio sul naso, lasciando delle goccioline di pioggia fredda.
Mollai un colpetto con le nocche al petto del ragazzo:"Se non ti asciughi ti ammalerai."
Leo si asciugò con l'asciugamano e si mise i vestiti asciutti che gli passai.
Quando si mise la felpa, fu scosso da un brivido e si accoccolò sul letto.
"Leo..." dissi sedendomi accanto a lui:"Stai ben..."
_"ETCCIUUU!"_
Lo feci sdraiare sul letto e gli misi due coperte calde addosso.
Feci per mettergli una mano sulla fronte, per controllare la temperatura, quando lui aggrottò la fronte e mi guardò confuso:"Cosa fai?"
Alzai un sopracciglio e ridacchiai:"Ti misuro la febbre, stupido!"
Si mosse leggermente nelle coperte:"La bia babba dod faceva così quaddo doveva bisurabbi la febbre." borbottò con il naso chiuso e le sopracciglia corrucciate.
"Ah, si? E cosa faceva?" gli chiesi sorridendo, divertita dal modo in cui storpiava le parole a causa del naso tappato.
"Bacino" disse indicandosi la fronte.
"Sembri un bambino" dissi continuando a sorridere.
"Ud babbino malato" ribattè sorridendo appena.
Mi chinai verso il sul viso e appoggiai le labbra sulla sua fronte.
Al contatto, sussultai:"Leo! Sei bollente!"
Lui sorrise e tirò su con il naso:"E cosa ci vuoi fare..il bio papà è il dio del fuoco."
Alzai gli occhi al cielo...nemmeno la febbre riusciva a togliergli la voglia di fare battute.
"Su, adesso dormi, rompiscatole." dissi dolcemente, acarezzandogli i capelli con una mano.
Mugugnò in disapprovazione.
"Che c'è?"
Si tirò un po' su e indicò la televisione davanti al letto.
Mi alzai sorridendo e accesi la TV.
"Allora, cosa vuoi vedere?" gli chiesi facendo passare un dito su tutti i DVD appoggiati sulla mensola sopra le televisione.
Leo non parlò, ma alzò una mano, avvicinò le tre dita centrali alle labbra e le baciò,poi girò il palmo verso di me, sempre con le tre dita centrali alzate.
Non poteva essere più chiaro di così.
Sorrisi, felice come una Pasqua.
Avevamo guardato tantissime volte Hunger Games insieme. Ormai era il nostro film preferito ufficiale.
Misi il disco nel lettore DVD e mi misi sotto le coperte accanto a Leo, che mi avvolse un braccio attorno alla vita.
Dopo un po', si girò verso di me e disse:"Guadda che se stai così vicido a be ti abbali."
Lo guardai negli occhi e sorrisi:"Non me ne frega niente."
Lui ricambiò il sorriso e si sporse per darmi un leggero bacio sulle labbra.
Era bollente, ma non mi importava.
C'eravamo solo io, lui e un bel film da guardare insieme.
Tutto il resto non mi interessava.

one shot Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora