Capitolo 6

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~Angolo autrice~
LEGGERE, È IMPORTANTE
Per prima cosa vorrei ringraziarvi per le visualizzazioni, quindi grazie mille!!!!❤️🎊
Poi, non sto capendo se la storia vi piace o meno, potreste mettere una stellina o anche solo commentare per farmi capire? A voi non costa granché, e a me farebbe molto piacere.
Ritornando alle cose serie, ecco il capitolo. Non so precisamente quando aggiornerò, ma spero presto dato che ho mille idee per la storia. Buona lettura!😄

Mi sveglio sulle note di Believer degli Imagine Dragons. La prima cosa che vedo appena apro gli occhi é la lunga fila di macchine in mezzo a noi. Siamo bloccati nel traffico.
«Buongiorno, scusa non volevo svegliarti con la musica.» annuncia Tobias abbassando leggermente il volume della radio. Scuoto la testa, come per dirgli che non ha fatto niente, mentre mi stropiccio gli occhi.
«Che ore sono?»
«Quasi le quattro del pomeriggio.»
«Oddio, mi dispiace. Stai guidando da quasi dodici ore. Non mi dovevo addormentare, su, ora che c'è traffico scendi che ti do il cambio.»
Ridacchia mentre sente me diventare logorroica e mi rassicura: «Tranquilla, non sono stanco. E poi pensavo di fermarci ad Atlanta per oggi, possiamo continuare domani a guidare.»
«Va bene.» cedo «Ma domani guido tutto il tempo io, intesi?» Tobias sorride e annuisce, portandosi una mano sulla fronte come fanno i militari. Ridacchio per quel gesto mentre penso a come sarà Atlanta, "la città della Coca-Cola". Ci sono sempre voluta andare, ma non ne ho mai avuto la possibilità.
Sono contenta che, almeno, ci andrò con Tobias, l'unico che ha capito quanto mi stava facendo soffocare il restare a Chicago.
«A che pensi?» mi chiede ad un tratto. Alzo una spalla, fingendomi indifferente.
«A come sarà Atlanta. Ci sei mai andato?»
Annuisce. «Una volta, qualche anno fa. Tu no, quindi?»
Scuoto la testa, e gli confesso che ci sono sempre voluta andare. Tobias mi assicura che è bella e, scherzando, afferma che si possono trovare tutti i tipi di Coca-Cola. Inutile dire che stiamo ridendo come dei cretini. Mi immagino già la faccia delle persone nelle macchine affianco noi, che si trovano due adolescenti con le rotelle un po' fuori posto.
Non mi sono mai sentita più libera di così. È come se anche con i miei amici, con la mia famiglia, dovessi mentire su come sono. Con Tobias no, con lui sono semplicemente Sil, una ragazza un po' stramba che vuole scappare dal fratello e dai genitori. Eppure, forse lui non crede le stesse cose. Non mi ha ancora detto perché sta venendo con me, non si fida? Forse ho corso troppo io, ci conosciamo solo da ieri, infondo. Solo perché ho passato quattro ore da sola con lui, ieri, e abbiamo parlato di tutto e di più, non significa che lo conosco.
Continuiamo a parlare e scherzare per un po', finché non si iniziano a vedere i primi grattaceli di Atlanta. Rimango i primi dieci minuti in silenzio, a vedere quella splendida città. Certo, abitando a Chicago sono abituata a vedere grattacieli, ma volevo così tanto vedere questa città che non mi sembra vero.
«È una città bellissima.» affermo appena la tangenziale si inoltra all'interno della metropoli, permettendo di vedere meglio gli edifici più vicini.
Tobias annuisce, mentre si gira a guardarmi un attimo. Sorride tra se e se, e mi chiedo a cosa stia pensando. Tra l'altro, crede che non lo stia fissando, dato che lo sto guardando di sottecchi. Vorrei osservare Atlanta meglio, ma Tobias mi distrae. Non fa niente, continua a guidare con nonchalance, eppure i miei occhi ritornano sempre su di lui. Come se fosse una calamita, ed io il povero metallo attratto da lui.
Forse, non è così male l'idea che sia venuto con me, magari potremmo diventare amici.
«Cerchiamo un hotel dove dormire?» mi domanda occhi blu. Annuisco mentre inizio a cercare. «Accosta qui.» annuncio appena vedo un'albergo. Il Hyatt Regency Atlanta.
Rimaniamo interdetti appena entriamo. È davvero un bel posto.  All'entrata si trova la hall, circondata da divanetti in pelle accostati a tavolini in vetro, il soffitto è pieno di decori mentre le pareti si alternano tra la pittura bianca ed il legno.
«Wow.» esclama Tobias appena si rende conto.
«Già, wow.»
Ci dirigiamo verso la hall, dove una graziosa donna ci accoglie con un sorriso. Indossa un vestito verde abbinato al cappello, simile a quello delle hostess.
«Salve, vi posso aiutare in qualche modo?» ci domanda appena finiamo di posare le valigie a terra. La sua voce è leggermente acuta, rendendola ancora più simpatica di come credevo.
«Vorremmo due stanze, per favore.» afferma Tobias.
«Avete prenotato?» «No.» sussurro mordendomi il labbro. Traffica con il suo tablet per qualche minuto, facendo un rumore fastidioso, a causa delle sue lunge unghie in contatto con il vetro del iPad.
«Mi dispiace, ma c'è una sola camera disponibile. Potreste condividerla, essendo insieme. Vi faremo anche lo sconto per il disagio.» afferma facendomi gelare il sangue. Siamo stanchi, é stato il primo albergo che abbiamo trovato, e ora dovremmo cercarne un altro?
«Mi scusi signora, ma avete più di cinquanta piani in questo Hotel, e c'è una sola stanza libera?» dà voce ad i miei pensieri Tobias.
La signora annuisce, affermando che le altre sono state tutte prenotate. Tobias sta per salutarla, quando sorprendo anche me stessa.
«Okay, va bene anche solo quella stanza.»
Il mio compagno di viaggio mi guarda male, mimando con la bocca: "Che cavolo stai facendo" . Non lo so neanche io, a dir la verità. Magari saremo fortunati e non ci sarà il letto matrimoniale ma due singoli.
«Ecco le chiavi, stanza 346, terzo piano.»
Ringraziamo mentre ci avviamo nell'ascensore con le valigie. «Perché hai accettato?» sbotta appena le porte dell'ascensore si chiudono.
«Siamo stanchi, domani dovremmo ripartire e chissà se altri alberghi hanno disponibilità. Vuoi sul serio andare ancora in giro con la macchina a cercare qualche posto dove poter dormire in santa pace? Neanche io vorrei condividere il letto, ma è capitato. Stop.»
«Scusa, è che sono stanco e... non lo so, non ho mai dormito con una ragazza.»
Si gratta la nuca, imbarazzato.
«Se ti fa stare meglio, possiamo fare una barriera con i cuscini.» affermo facendolo ridere. Sorrido, sentendo la tensione che si era creata svanire nel nulla.
Le porte dell'ascensore si aprono, permettendoci di vedere l'ingresso del piano.
Il rosso ed il giallo si alternano tra il colore delle pareti e della moquette, allineato al centro della stanza si trova un tavolo con sopra una pianta sintetica ed un telefono, per mettersi in contatto con la hall.
Resto un attimo interdetta ad ammirare il tutto, finché Tobias non mi prende per la mano conducendomi nella giusta direzione per raggiungere la camera. Dopo un paio di tentativi, a causa delle sbagliate direzioni, e numerosi borbottii di Tobias sul mettere dei cartelli con le indicazioni, la troviamo.
Stanza 346. La porta in legno, affianco alla maniglia in metallo si trova il sensore per la chiave. Metto quest'ultima all'interno, e aspetto il segnale verde prima di abbassare la maniglia ed entrare. Le pareti della camera sono di un colore particolare, tra il marroncino ed il beige, il pavimento è in legno, mentre il letto è rosso in contrasto con il lenzuolo bianco.
La scrivania, posta difronte il letto, è bianca candida, mentre la sedia girevole a fianco è nera come la pece. La parete difronte a noi, è un'enorme finestra. Vicino ad essa ci sono delle poltrone anche esse rosse, con a fianco un tavolino in marmo. Sarà bellissimo, stasera, vedere il panorama da lí.
«È ancora meglio della hall.» osserva Tobias. Annuisco mentre metto le valigie vicino all'armadio, alla sinistra dell'ingresso.
Tobias si stende sul letto, mettendo le mani dietro la testa e chiudendo gli occhi. Mi sento in colpa, deve essere stanchissimo dopo aver guidato per più di undici ore.
«Vai tu per primo a farti una doccia, o vado io?» Scatta in piedi a quella mia affermazione dicendo che deve assolutamente fare uno shampoo. Io prendo il suo posto sul letto, prendendo anche il cellulare ricordandomi di non guardarlo da quando siamo partiti. Tra l'altro l'avevo anche spento per non consumare i Giga e la batteria. Quando lo accendo, però, quasi si rompe per le troppe notifiche.

20 chiamate perse da Chris :)))
50 chiamate perse da Papà <3
10 chiamate perse da Will
105 chiamate perse da Maya :P
500 messaggi da Mamma <3
348 messaggi da Chris :)))
496 messaggi da Maya :P

Se prima avevo il dubbio che non si fossero accorti della mia fuga, ora ho la conferma del contrario. E so, che i miei saranno anche incazzati. Un morso alla stomaco si presenta dentro di me, ma perché preoccuparsi se sono lontana da loro? Non possono sgridarmi ed io non posso deluderli da questa distanza.
Rispondo solo a Chris e Maya, con un semplice: Sto bene, tranquilla.
Credo che, per ora, vada bene. Spengo di nuovo il telefono, sono venuta qui per stare il più lontano da loro, non devo calcolarli.
Mi stendo completamente sul letto chiudendo gli occhi. Il mio stomaco brontola in modo esagerato, mi stupirei se Tobias non l'avesse sentito. Ma, hey, non mangio da ieri sera.
Fa la sua apparizione in camera il ragazzo dagli oggi blu, cambiato e pulito. Ha lasciato le Adidas ai piedi, ma ha indossato una camicia bianca e dei jeans normali. Mi annuncia che posso andare, se voglio. Faccio cenno di sí, mentre prendo i vestiti puliti. Opto per un pantaloncino corto di jeans, con una T-shirt bianca con su scritto "Page 1 of 365". E non potrei essere più d'accordo con questa maglietta, perché da oggi sento che sarò una Sil completamente nuova.

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