CAPITOLO 3

114 30 48
                                    

Sai mi manchi e mi è difficile ammetterlo

ho un film in testa ed il finale è tragico

qualcosa mi tormenta non mi fa stare placido

e distruggermi tanto da non pensare a nulla

e non distruggermi abbastanza tanto da pensare a tutto

rimango fermo a letto con sto suono che mi culla

e penso a quanto io ti avrei potuto dare tutto

ho una lista di problemi: il primo sei tu ed il secondo sono io

ti odio e ti amo tanto quanto la notte adesso ti spiego il motivo per cui tendo a fare tardi

è che una volta a casa mi risucchia nel suo vortice mentre fuori riesco ancora a distrarmi

ti cerco ovunque per strada e in queste stanze

così tanto che ormai sono un po' spostato

ricordo la tua voce ma sei troppo lontana da me e anche il tempo va veloce e lo sento andare via

non riesco a stare al passo, ti avrei voluta per me ma solo ora mi accorgo che non sei mai stata mia

-Prblms, Ramber.

RAUL'S POV.

Non posso credere a quello che è appena successo.

Nel momento in cui pronuncio il nome della mia ex, Amber si irrigidisce di colpo. I suoi muscoli si tendono come corde di un violino, sotto le mie mani. Ancora attaccati l'uno all'altro, senza nemmeno rivolgermi uno sguardo, vedo i suoi lacrimoni finire sul tavolo in legno. Finalmente esco fuori da lei, e dopo tre mesi di rapporti sessuali, oggi ho ricevuto il mio orgasmo peggiore. Nel silenzio più totale lei raccatta i suoi vestiti da terra e si gira di spalle per vestirsi, gesto mai fatto data la nostra confidenza. Io invece, alzo il mio jeans e con ancora il torso nudo e la cintura slacciata, mi dirigo in bagno sbattendo la porta bruscamente.

Sbuffo. Dopo una situazione come questa non c'è altro che fare.

Stupido, stupido, stupido. Mi sferro da solo delle manate sulla fronte, che poco dopo si iniziano ad arrossare. Poi passo le mani sulla testa e mi tiro leggermente i capelli. Un sospiro di frustrazione abbandona le mie labbra, e cammino avanti ed indietro, con il mio passo pesante, per tutto il bagno, preso dall'ansia. Andrà a finire malissimo, se non ci lasceremo significa che Dio dopotutto esiste.

Faccio una smorfia dopo questo pensiero e cautamente riapro la porta. Amber è fuori di essa che mi aspetta, con gli occhi già lucidi e gonfi. 

''Amber'' avanzo verso di lei, tendendo il mio braccio per sfiorare il suo corpo minuto e tremolante.

''No'' risponde incazzata nera schivando alla perfezione il mio tocco. Si tira indietro, quasi come se avesse paura della persona che ha davanti, come se non mi riconoscesse affatto. Vorrei assicurarle di essere il Raul di sempre, quello che ha conosciuto e di cui si è innamorata, ma nemmeno io ho questa certezza.

''Non lo so cosa mi è preso, sul serio. Mi sono confuso, credimi'' deciso, riprovo di nuovo ad avvicinarmi, ma lei assottigliando lo sguardo mi intima di non fare neanche mezzo passo verso di lei.

''Avevi detto di non volermi mentire, allora non farlo. Adesso te lo dico io cosa ti è preso, tu sei ancora innamorato di lei e da quando ti ha contattato sei uscito fuori di testa!'' urla con tutto il fiato che si ritrova in gola, e quasi mi spavento alla vista di questa sua nuova versione, mai sperimentata prima. Da vigliacco che sono non riesco né ad affermare né a negare le parole appena vomitate, perciò lei prosegue.

2 modi 2 mondi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora