XII

2.5K 104 34
                                    


La tosse era quasi del tutto sparita, dava solo qualche colpetto di notte quando era sdraiata. Con il primo sole aveva deciso di tornare a sinistra, nel luogo originariamente deputato al sonno, ci sarebbe stato tempo durante il giorno per sedersi in mezzo alla merda e parlare con Saverio. Aveva spostato tutta la paglia e sistemato in mezzo, contro la parete di fondo, il cibo e l'acqua. Strappando il sacchetto per il lungo aveva potuto stenderlo a terra e ammucchiarci sopra sei montagnette di carne e pane.

Sto programmando. Mi sto adattando.

Lasciò andare il pensiero e sistemò meglio la paglia in un unico mucchio, così quando si fosse dovuta spostare per parlare con il suo

ragazzo

vicino di carrozzone l'avrebbe semplicemente presa e portata dall'altro lato. Aveva preso altri steli lunghi, selezionandoli con cura e calma, per fare una nuova treccia più lunga e più robusta. Non sapeva quando lo avrebbe avuto di nuovo vicino, quindi voleva sfruttare al meglio quella settimana. Qualcosa era cambiato, un elemento razionale si era insinuato nella sua mente, solido come la scheggia di legno che le aveva ferito il piede, e quell'elemento ora stava prendendo il sopravvento sul resto.

Anna era gelosa.

Una gelosia retrospettiva, la classica gelosia per la ex, se fossero stati nel mondo reale avrebbe fatto in modo di prendere il cellulare di Saverio e leggere i messaggi, la cronologia, analizzare le foto. Ma in quella situazione erano poche le cose che poteva fare. La prima era ottenere tutte le informazioni possibili su quella tale Maria

che nome del cazzo

in modo da capire su che terreno avrebbe dovuto demolire il suo ricordo. La seconda era creare un vincolo stabile con Saverio, basta cazzate, basta remore, la loro doveva diventare una relazione seria, un legame fatto e finito, meno parole e più fatti, lì dentro lui e lei erano lui e lei, e tutti gli altri dovevano prenderne atto. La terza era la cosa più complessa, ovvero Anna doveva trasmettere un messaggio a Saverio senza che il destinatario fosse lui. Era un atto simbolico, come quando fai la cretina con un altro perché il tuo fidanzato diventi geloso oppure ti fai bella con noncuranza per un evento banale, magari solo per andare al cinema, così da colpirlo a tradimento. Doveva assumere del potere su di lui, e doveva farlo in un modo intelligente. La faccenda di Vasco lo aveva ferito e aveva rischiato di allontanarlo, quindi gli serviva un rinforzo positivo, non il timore che qualcuno lo scalzasse ma la certezza di essere l'unico e solo. E questo poteva avvenire in due modi, il primo screditando tutti gli altri uomini in suo favore, il secondo dimostrando che lei fosse migliore di tutte le altre donne. Avrebbe aspettato che si svegliasse per iniziare.

Stai impazzendo, Anna, lo sai?

Lo sapeva.

Una parte silenziata della sua mente era perfettamente consapevole della follia di una schermaglia amorosa in quella situazione, del fatto che nella sua vita precedente una relazione con un commesso scheletrico e tossico non le sarebbe passata per l'anticamera del cervello, di come tutto quello le facesse perdere di vista l'unica realtà, ovvero che era chiusa in una gabbia, prigioniera di un pazzo maniaco. Eppure un'altra parte di lei, più primitiva, le gridava invece:

Mangia! Dormi! Vivi! Amalo!

Perché l'ossessione per Saverio sarebbe stata un salvagente, le avrebbe consentito di concentrarsi su altro e l'avrebbe spinta ad essere forte, a sopravvivere. Forse non era un ragionamento lucido, ma lei ormai non era più lucida da un pezzo. E' una questione di chimica, se la chimica del cervello è sballata non puoi essere certa di quello che pensi e delle cose che vedi.

зооDove le storie prendono vita. Scoprilo ora