XVIII

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Saverio era tornato, morto o vivo da lì non se ne sarebbe andato mai. Anna non aveva avuto bisogno di parlarne o di sognarselo o in qualunque modo di ricordarlo, le era bastato aprire gli occhi. Era tornata sul lato sud, le finestre in alto testimoniavano che un nevischio incerto aveva accompagnato l'inizio dell'anno nuovo. Davanti a lei tre carrozzoni, ammassati gli uni agli altri. A sinistra Giulio, non più seduto ma riverso sul lato sinistro, un braccio a sostenergli la testa. A destra Sandra, pancia all'aria, più magra di come se la ricordasse, un lungo sibilo ad accompagnare il sonno. In mezzo la gabbia di Saverio, vuota. Non era stato il suo primo pensiero, appena sveglia, non aveva guardato fuori per controllare chi avesse davanti, non gliene importava niente. Ma quando si era rotolata in avanti sulla paglia, cadendo o fingendo di cadere, gli occhi solo per la latrina dove lo strato secco del suo vomito persisteva, facendo da protezione allo scavo lì sotto, quando il sollievo l'aveva invasa perché aveva funzionato, la provocazione, gli insulti, tutto era servito a non farle pulire la gabbia, allora si era voltata e aveva visto.

Non era pronta a rivedere la gabbia di Saverio.

A vederla spoglia di tutto, perfettamente in ordine, non un filo di paglia, non una ciotola o un sacchetto di carta, nessuna schiena con le vertebre sporgenti che si alzava e si abbassava in attesa del risveglio.

Non è importante, Saverio se n'è andato anni fa.

Non era trascorso nemmeno un mese, ma il tempo ormai era un concetto astratto, anche sforzandosi di tenere il conto delle settimane poteva essere sicura solo di una cosa, che l'8 ottobre era stato l'ultimo giorno in cui si era svegliata in casa sua.

Tra poco ci torno.

Continuava a raccontarselo, era meglio così. Ma sarebbe stata una settimana difficile, Lui le aveva messo davanti le sole persone con cui aveva una specie di legame,

Saverio

erano amici di Saverio

aspettandosi forse una reazione emotiva, un momento di debolezza.

Dovrò solo stare più attenta mentre scavo. Loro non devono accorgersene.

Ma era una mezza verità. Da tre settimane non parlava con nessuno, non davvero. Prima erano stati Vasco e Nicola e il suo ostinato mutismo, poi era stata la settimana delle scimmie e di un cadavere tra i piedi, infine il lato corto e il silenzio di un Natale falso, nullo. Anna voleva parlare. Di più aveva un disperato desiderio di raccontare a qualcuno il suo piano.

Non posso fidarmi di nessuno. Nemmeno di loro.

Saverio si fidava.

Saverio è morto al freddo con una fucilata alla schiena.

Aspettò a sollevare la pellicola di vomito per vedere cosa ci fosse sotto, se il legno fosse rimasto bello umido e quante schegge avrebbe potuto utilizzare per lo scavo, ci avrebbe pensato dopo. Giulio non russava e non accennava a svegliarsi, Sandra invece sì. Si era spostata già due volte, ricoprendosi con la paglia, anche se una delle due stufe doveva essere dal suo lato, perché Anna sentiva il calore arrivare da lì.

Come fa a respirare coperta di paglia?

Il dubbio la colpì. Sandra aveva una crisi di asma dietro l'altra, dormiva sempre seduta, com'era che improvvisamente poteva dormire senza problemi? Sì, un sibilo c'era, ma niente a che vedere con le crisi che aveva

finto?

avuto prima.

E' d'accordo con Lui. Del resto lo conosce, sì, mi ha fatto chiaramente capire, o credere che lo conoscesse, ed ecco la prova.

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