Ti prego, Dio, non farmi svegliare, mandami all'inferno ma non farmi svegliare più lì dentro.
Labbra morbide e gonfie, sapore di sangue lungo le spaccature che si erano formate per la disidratazione ma anche il gusto alla fragola di un burrocacao. Sulle spalle paglia morbida e asciutta che le teneva sollevate anche le gambe. Senso di appetito, appetito e non fame.
Nemmeno Dio mi ha mai amata.
Non avrebbe aperto gli occhi, non voleva vedere chi le avesse messo di fronte, non gliene fregava niente, aveva finito di dare soddisfazioni.
Potrei rifare tutto da capo, butto fuori l'acqua, il cibo, la paglia e cerco di morire.
Ma morire, evidentemente, non le era concesso.
"NON DEVE DORMIRE.
NON DEVE MORIRE."
Ma non poteva obbligarla a vivere, non per sempre, prima o poi sarebbe riuscita a farsi così tanto male da ridursi
come il coccodrillo.
La consapevolezza le fece spalancare gli occhi. La vista era offuscata, ma non c'erano dubbi che sopra di lei la botola del carrozzone fosse aperta. Da lì vedeva il grigio sovrastante, il soffitto, e anche se era lo stesso che aveva visto sempre da qualunque altro lato il suo essere nuovo le fece provare un tuffo al cuore.
Cosa significa? Che in qualunque momento puoi venire a guardarmi o a spararmi?
Lo fai comunque.
Eppure non riusciva a smettere di guardarla e notava che la botola non era affatto il soffitto del carrozzone, c'era un dislivello adesso, evidentemente esisteva un pannello da incastrarle sotto.
E' l'uscita.
L'uscita è sopra di me e non posso arrivarci.
Chi l'aveva detto? Forse era un invito, come quello della gabbia di Saverio aperta, una sfida, un modo per invitarla a provare ad uscire. E fu guardando la botola che lentamente si mise seduta, spingendosi indietro verso la parete laterale, così da potersi appoggiare senza perdere il contatto visivo. Avrebbe iniziato a fare calcoli su dimensioni e altezza se da quella posizione gli occhi non avessero recepito un'anomalia cromatica. Il suo carrozzone non era più solo marrone, color paglia, la nota di azzurro della ciotola e il sacchetto beige. Ora c'era un colore nuovo, una massa rosata con qualche accenno giallastro. Davanti a lei, sprofondato nella paglia, dormiva Vasco.
*
Lo ha fatto.
La punizione estrema per la disobbedienza.
Mi ha regalata a lui, lo ha fatto.
Il regalo di scuse per un prigioniero imprevisto.
Lo ha fatto e ora so come morirò. E so cosa mi succederà prima di morire. Ora è tutto scritto.
La vescica le si era scaricata immediatamente, alla vista della tigre, e ora iniziavano i crampi. Lo guardava dormire, registrava il dettaglio di ogni posizione come se fosse stato possibile tenerlo d'occhio prima di scappare da qualche parte.
Ma non c'è nessuna parte da cui scappare, se non si conta la botola.
La botola era una presa in giro, in alcun modo sarebbe riuscita ad arrivarci, e dunque ecco, i giochi erano fatti, tutto finito.
Morirò in salute, in grado di sentire tutto, in grado di avere una paura che non so immaginare.
Sentì che gli intestini la stavano abbandonando e non si spostò, a che scopo, ormai niente serviva più a niente, anche lo stomaco si contraeva, Vasco si sarebbe svegliato e l'avrebbe trovata coperta di vomito e merda, non che questo l'avrebbe fermato. Ma mentre i dolori dei campi gradualmente passavano gli elementi cambiarono poco alla volta significato. La gabbia era come sempre, pulita, ciotola piena, sacchetto pieno, come se fosse stata preparata solo per lei. Non cibo per due, non acqua per due, era ovvio che fosse stata preparata per uno. E in quel momento lei era sveglia e lui dormiva.
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зоо
Mystery / ThrillerAnna Baroni ha 27 anni, un incarico da interprete e una vita noiosa. Fino a quando, un mattino, esce di casa con indosso un abito verde di lana, le scarpe a mezzo tacco e la borsa nuova. E non torna più. Come già per "Non ti faccio niente" questo ro...