Capitolo 9 (Parte 1)

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Stephen's Pov

Per circa una settimana Camelia rimase in ospedale e per tutta la settimana le stetti accanto. Non nego che averla vicino mi fa sentire cose mai provate prima e a volte ho paura, paura di perderla, paura che lei se ne vada. Ammetto che nell'ultimo periodo ho cercato io stesso di allontanarla da me, ma solo per paura che potessero farle del male. E non è servito a nulla.

Ho una rabbia incredibile, vederla lì stesa su un lettino è stato orribile. Vederla accasciarsi al suolo è stato ancora più brutto. Ho deciso che non la lascerò più sola, la proteggerò anche a costo della mia vita.
Un colpetto sulla spalla mi fece ritornare alla realtà, mi girai e vidi i meravigliosi occhi di Camelia, mi ci sarei potuto perdere in quelle pietre.

"Tutto bene Stephen?" scrisse sulla lavagnetta con sguardo preoccupato

"Certo piccola, pensieri" dissi sorridendole appena
Lei annuì e si sporse un po' di più per darmi una carezza lieve sulla guancia destra. Delle scosse percorsero la mia spina dorsale. Era così bella, così pura. Sembrava una dea

Mi avvicinai ancora di più per lasciarle un bacio tra i capelli
"I tuoi capelli sono la mia droga, tu sei la mia droga" dissi con voce roca vicino al suo orecchio
Lei si allontanò in modo impacciato con le guance diventate porporee

Risi a quel suo modo di fare, era così buffa. E bella
Lei mi diede uno schiaffetto sulla spalla, mentre mi guardò sorridendo e ridacchiando. Quel suono era paradisiaco

"Buongiorno signori" disse il dottore, appena entrato in stanza, interropendo la nostra conversazione

"Buongiorno" dissi io burbero, odiavo quel dottore, guardava sempre la mia Camelia. Mi avvicinai ancora di più a lei, per marcare il territorio. Il dottore si mosse nervoso, forse vedendo come lo stessi guardando

"Si ehmm, dicevo, Camelia oggi puoi tornare a casa, devi fare prima degli accertamenti ma è tutto a posto. Ricorda che hai bisogno di riposo, potresti incorrere in una emorragia se non fai riposare la costola" disse il dottore spiegando meglio la situazione

"Tranquillo, mi occuperò io di lei" dissi guardandolo storto
Lei, per farmi tranquillizzare mi strinse la mano. Caspita quanto era morbida e delicata. Sembrava velluto

Mi girai per osservarla, lei arrossì ma non tolse la mano

"Va bene dottore la ringrazio" scrisse lei
"Allora buona giornata signori" disse il dottore andadosene via

"Vieni ti aiuto io" dissi mentre l'aiutavo a prendere quelle poche cose che aveva qui e le stampelle. L'aiutai ad andare verso la stanza per gli accertamenti e appena ebbe finito ci avviammo verso la macchina
"Stephen, grazie" scrisse lei dopo qualche minuto che eravamo in macchina
"Per cosa, piccola"
"Per non essertene andato" abbassò il capo
Fermai la macchina in prossimità di un'area di sosta e mi girai verso di lei
"Piccola, guardami" lei alzò il capo con occhi lucidi. Oh no ti prego non piangere

"Non ti lascerò più, è stato uno sbaglio starti lontano, pensavo che così ti avrei tenuto al sicuro da quegli stronzi ed invece.." sbattei le mani sul volante, solo ripensare a cosa le hanno fatto mi faceva ribollire il sangue

Lei mi accarezzò la guancia, e mi calmai subito.
"Vorrei poter parlare, per farti capire meglio quanto io ci tenga a te, non è stata colpa tua, sono io che mi sono messa in quella situazione" scrisse lei rapidamente con mani tremanti. Mi stava dicendo che ci teneva a me, diamine il mio cuore fece una capriola all'indietro per la felicità

"Vieni qui piccola" la presi delicatamente in braccio e la feci sedere sulle mie ginocchia, poteva sembrare qualcos'altro, ma per me questo bastava. Averla vicino, poterla guardare è la cosa più bella di sempre
(Ti stai innamorando Stephen?) Non lo so, sta di fatto che non voglio staccarmi da lei.
La strinsi fra le mie braccia mentre continuavo a coccolarle i capelli e la schiena
"Non ti lascerò più Camelia, mai più piccola mia" dissi mentre continuavo a darle numerosi baci sul viso, sui capelli, sulla fronte.
Lei mi guardò con uno sguardo strano, mentre con le mani sul mio petto mi faceva leggere carezze. Eravamo vicini e cazzo, avrei voluto assaggiare il sapore delle sue labbra, ma non sapevo se a lei andasse bene.
Provai ad avvicinarmi, continuando a guardarla negli occhi
"Ti proteggerò piccola mia, permettimi di avvicinarmi a te, permettimi di poter assaggiare il sapore delle tue labbra e inebriarmi con il profumo dei tuoi capelli" dissi io con voce roca e con il battere del cuore incessante

Disorder-Stephen James Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora