Capitolo 16 (seconda parte)

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"Ed io sono un uomo fortunato"

Lei si bloccò, forse lo capì quello che volevo dirle ma che era troppo presto da confessare a cuore aperto. L'amavo, l'amavo con tutto me stesso, ma volevo andare con calma senza affrettare i tempi. Lei meritava ogni carezza, ogni bacio, ogni sorpresa, lei meritava la felicità che le hanno privato

Continuai a baciarla, le sue cicatrici erano ben visibili, alcune erano fresche, sì poteva notare dal colore roseo e non bianco

Quindi questa persona ha continuato fino a neanche un anno fa. Chi diamine ha potuto farle questo, alla mia dolce Camelia

"Camelia, continuo a dirti che sei bellissima"
Lei rise, aveva uno sguardo felice ed ero l'uomo più fortunato del mondo ad averla qui, sul mio letto, con il profumo di ciliegia che mi stordiva, con i suoi capelli sparsi sul mio cuscino, con la sua pelle calda e morbida che sfiorava la mia, con le sue labbra piene e rosee per i miei baci

Lei mi confondeva a tal punto che mi dimenticai dell'orario ed io fra neanche due ore dovevo andare da George

"Piccola mia, vado a preparare qualcosa" mi alzai e le appoggiai la mia maglia. Faceva freddo e non poteva starsene solo in intimo, nonostante a me non dispiacesse.
Aveva un corpo bellissimo, forse solo un po' magro, ma era stupenda

Ho avuto tante donne nella mia vita ma nessuna era come lei. La mia bambina

Scesi di sotto per prepararle la cena dato che poi sarei dovuto andare al magazzino di George, ero in ansia. I soldi gli avevo tutti, anzi me ne sarei portato un po' di più per precauzione

Dovevo dire una bugia a Camelia perché lei sicuramente avrebbe voluto dormire con me stanotte, dopo tutto quello che abbiamo passato

Delle mani sul mio petto fermarono i miei pensieri. Lei era rigida, non era ancora abituata al contatto ma si stava sforzando per me

"Piccola, sei scesa perché hai sentito il profumo" risi di lei. Era buffa mentre arrossiva. Si era rivestita con la mia maglia e un legghins nero, era bellissima

"Vieni, siediti, mangiamo insieme"
Le avevo cucinato una cotoletta con patate al forno

Lei ne mangiò una parte, ma ero comunque soddisfatto di quel poco

Camelia si alzò, e dopo avermi aiutato a sparecchiare andò a giocare con Attila. Era bellissima, vederla felice era qualcosa di stupendo

Correva ridendo mentre Attila la rincorreva, erano una coppia strana ma mi piaceva vederla in casa mia, nella mia quotidianità. E questo mi spaventò, non avevo mai concepito l'idea di avere una donna per tutta la vita, ma lei, lei aveva stravolto la mia vita e non potevo separarmene

Vivo per lei e la proteggerò sempre

Guardai l'orologio ed erano le nove, dovevo andare. Mi irrigidii, non volevo mentirle ma dovevo per il suo bene

Mia piccola Camelia scusa

Camelia's Pov

Continuai a giocare con Attila, era un cucciolo ma in realtà era enorme

Continuava a leccarmi in viso e risi forte, adoravo questo cagnone

Continuammo a rincorrerci quando però vidi Stephen nervoso. Bloccai i miei passi e mi avvicinai a lui

Quell'uomo che mi aveva stravolto la vita, che mi aveva baciato le mie cicatrici senza schifarsene, che mi aveva fatto sentire amata come mai mi era successo

Non so cosa è l'amore, non l'ho mai provato né nessuno me l'ha mai dimostrato ma ora, vedendolo li. In cucina. Con quella maglia aderente che faceva notare i suoi muscoli, con quegli occhi blu mare, con quel profumo di muschio bianco capii che mai al mondo mi sarei separata da lui

Disorder-Stephen James Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora