Capitolo 22

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Elliot's Pov

Lo sguardo di Stephen mi mise i brividi. Non volevo ferire la ragazza, volevo solo farlo spaventare, ma quello spaventato li ero io

Odiavo quel gran cazzone, fingeva di non conoscermi, di non ricordarsi di me. Io però ricordavo tutto, tutto di lui, di me, di noi, di mia sorella

La mia piccola Elisa. Aveva solo dodici anni quando...

I miei pensieri furono interrotti da George, che entrò rapidamente nel mio camerino. Entrai nella sua gang solo per potermi vendicare e farla pagare a Stephen, così come il mio migliore amico Steven. Steven era un ragazzo di 19 anni ma nei suoi occhi si potevano notare benissimo i suoi demoni. 

A volte mi spaventava, lui ha dei conti in sospeso invece con la ragazza ma non me ne ha mai parlato.

"Ragazzi, dovete fare un lavoro per me" disse George con voce autoritaria

"Cosa?" disse Steven anticipandomi

"Dovrete seguire la puttana di Stephen"

"Perché signore?" chiesi io stranito. Sembrava una ragazza tranquilla, non mi sembrava un pericolo per la gang

"Perché dobbiamo farla pagare a quel bastardo" disse George incazzato

Un po' mi spaventai, non ero il tipo che faceva queste cose. Si me l'ero presa con lei quella sera al magazzino ma ero ubriaco e volevo difendere mia cugina. Ma non farei mai del male a una donna

I miei pensieri però erano l'opposto di Steven

"Non vedo l'ora di mettere le mani su quel bel fiorellino"

Stephen's Pov

Mi svegliai a causa di un raggio che penetrava dalla finestra, quel raggio illuminò la stanza e mi fece scorgere il viso rilassato di Camelia

Era bellissima, coi quei suoi capelli ricci, quello sguardo da bambina e quel suo modo di farmi impazzire

Nella mia vita non ho mai seguito le regole, ho avuto un passato buio che tutt'ora si ripercuote nel mio presente, ma lei, lei è l'unica cosa che mi tiene ancorato al bene. L'unica cosa che mi permette di non crollare, di non rifare gli errori di un tempo

Di storie ne ho avute tante, ma quello che provo con lei non l'ho mai provato con nessuna. Il senso di protezione, la voglia di starle vicino senza necessariamente andare oltre e quel desiderio, quel folle desiderio di averla per me

Camelia si mosse piano nel letto e toccò con delicatezza il mio cuscino, io mi ero allontanato un attimo per poterla guardare meglio, quindi toccò il nulla.

I suoi occhi si spalancarono all'improvviso, con fare spaventato

Iniziò a piangere, forse credendo che me ne fossi andato via

Mi apprestai a tranquillizzarla
"Tesoro sono qui, non me ne sono andato. È tutto ok"

Lei si tranquillizzò e mi lasciò un lieve bacio sulle labbra. Il suo sapore mi mandò in tilt il cervello, come ogni volta

La baciai anche io, solo che il bacio ad essere delicato divenne ben presto carico di desiderio. Ma non volevo andare oltre, non era ancora il nostro momento quindi decisi di fermarmi anche se il mio corpo fremeva accanto al suo

"Piccola, meglio fermarci, dobbiamo andare in università" dissi ancora con la voce roca e con sguardo sofferente per la mia scelta

Lei rise a quel mio modo di fare e poi annuì

Ci apprestammo a prepararci e poi l'accompagnai

Quando arrivammo davanti al cancello, la fermai con una mano sulla sua coscia
Lei si girò perplessa

Disorder-Stephen James Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora