Capitolo 28 John

5.3K 223 21
                                    

John's Pov

Ero sul letto, con la mente rivolta al passato. Probabilmente il dolore non passerà mai, la voglia di vendetta neanche e purtroppo neanche il senso di inutilità. Anche se mi vendicassi, nessuno mi riporterà indietro nel tempo, alle giornate spensierate. Al me bambino fra le sue braccia, mentre guardavo spensierato la mia famiglia, a suo tempo felice.

Volevo trovare la pace, ma era impossibile trovarla dopo che le uniche persone che realmente amavi, te le hanno strappate via

Anche se ora avevo Stephen e Camelia

Stephen mi conosceva da anni e nonostante questo era realmente capace di credere che gli potessi rubare la ragazza. Certo, sarei un bugiardo a dire che Camelia non mi faccia star bene e che non mi faccia ricordare con piacere il passato, ma so che lei ama Stephen e questo mi basta per fare un passo indietro

Questo non vuol dire che non mi preoccupa la situazione in cui sono, lei è in costante pericolo e Stephen proprio non lo considera, anzi preferisce pensare a cazzate come la gelosia che alla sua protezione

I miei pensieri però vennero interrotti da un incessante bussare ala porta, mi alzai controvoglia, con ancora i dolori per il pestaggio di Stephen e mi avviai verso l'ingresso

"Chi è" chiesi titubante non vedendo nessuno dallo spioncino

Un bussare più lieve e delicato mi fece capire chi ci fosse dall'altro lato della porta

L'aprii non capendo il perché fosse qui a quest'ora della mattina, saranno le 7

"Camelia che succede?" chiesi spaventato che le fosse successo qualcosa. La guardai minuziosamente, alzandole le braccia per verificare che non fosse ferita, lei rise e scrisse sulla lavagnetta

"Sei buffo John, sto bene. Volevo parlarti" non ero ancora sicuro delle sue parole dato che aveva delle occhiaie da far paura, ma la lasciai entrare per poi richiudere la porta alle sue spalle

"Ti faccio un the bocconcino, arrivo subito" dissi velocemente per poi dirigermi in cucina. Ieri sera volevo dire tante cose a Camelia, partendo dalle mie paure omettendo ovviamente i miei sentimenti

Lei però non volle rimanere in soggiorno quindi mi raggiunse in cucina, si sedette sullo sgabello e mi guardò intensamente

Dio Camelia, così non aiuti
Rivolsi lo sguardo altrove e continuai a fare il the

Sentii un rumore e quando mi girai la vidi scrivere attenta sulla lavagnetta. La guardai tranquillo, aspettando di leggere

"Cosa volevi dirmi ieri sera?" scrisse per poi alzare il viso, sobbalzò nel notarmi già a guardarla ma poi sorrise appena

"Camelia le cose che ho da dirti sono troppo pesanti, ieri avevo voglia di dirtele per togliermi un peso ma stamattina mi sono ricreduto, non voglio spaventarti" dissi timoroso. Non volevo che a causa mia lei soffrisse o si spaventasse

Prima ancora che lei potesse fare o scrivere qualcosa continuai

"Il mio passato è troppo brutto ed è a causa di questo che sono scattato avantieri, non volevo che il passato ritornasse e potesse diventare realtà. Ora non me la sento di dirtelo ma voglio che tu mi prometta che farai attenzione, che permetterai a me e a Stephen di proteggerti. Non voglio che esci da sola o almeno senza avvisarci, non deve succedere un'altra delle cose successe in questi mesi" dissi quasi tutto ad un fiato. Non mi aspettavo di far uscire una voce così dura e senza incertezze. Ma la paura di vederla star male sta prevaricando sulla mia voglia di lasciarle i suoi spazi

Lei annuì e delle piccole lacrime le solcarono le guance. Mi avvicinai non capendo il perché di queste lacrime, spaventato che fossero a causa mia

Disorder-Stephen James Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora