Capitolo 22

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Capitolo ventidue

James pov's

Sono sdraiato sul mio amico letto.

Ormai sono mezzanotte passate e accanto a me c'è Tiffany completamente nuda ma coperta dalle lenzuola.
Mentre io sono a torso nudo con dei boxer gurdando il soffitto.
È da un bel pezzo che abbiamo finito di fare pem pem, ma io sono rimasto sveglio.
Fuori piove. C'è il temporale e il rumore della pioggia che batte i vetri e il tetto.

Tutta la mattinata Jessica continuava ad ignorarmi e scappare appena mi incontrantrava
Non capirò mai i suoi atteggiamenti. Quando siamo soli sorride e davanti ad un complimento diventa rossa e quando siamo in conpania mi odia e mi tratta come se non è successo niente.

Quel bacio è significato molto per me. Era la prima volta che sentivo le farfalle nello stomaco. Mi sentivo in un'altro mondo, un'altro universo e un'altra galassia.

Lei non ha provato niente?

Chi è Jessica? Com'è? Cioè come è fatta? È scontrosa o è timida?

Una parte di me ha bisogno di sapere, di sapere di più.

Il suono del campanello interrompe il mio discorso mentale.

Indossai frettolosamente un paio di jeans e una camicia nera, presi al volo dall'armadio.

Chi cazzo sarà?

Mio padre no di sicuro.
È partito a Milano per una riunione importante.
Alicia e Zack stanno dormendo da un bel pò.

Intanto scendo le scale bottonandomi la camicia.

Apro la porta e vedo una ragazza tutta bagnata dalla pioggia. Tremava, forse per il freddo. Indossava sempre il maglione nero di stamattina. I suoi occhi lacrimavano e il suo mascara ormai si era sciolto lasciando delle strisce nere sul suo volto pallido e liscio.

"Jessica?" domando confuso dalla situazione.
Cosa ci faceva qui a quest'ora?

"Mio padre" mi dice piangendo. "Mio padre" ripeteva.

È distrutta. Non riusciva a parlare. Non riusciva a stare in piedi.

"Mio padre ha fatto l'incidente!"

Dopo quelle parole si inginocchia davanti a me portandosi le sue mani sul viso.

Rimasi un minuto intero a guardare la scena senza fare niente. Rimasi sotto shock.
Entro in casa a prendere le chiavi della macchina, prendo Jessica per mano e iniziamo a correre verso il garage, dove c'è la macchina.

Partimmo senza dire una parola.
Mentre la guardavo lei piangeva.
In questo momento provo un sentimento che non ho mai provato per nessuno.
In questo momento Jessica mi faceva pena.
Il mio cuore batteva sempre più forte.

"St. Tomas' Hospital" mi dice lei.

Non capì subito. È tutto molto strano e sono molto agitato.

"St. Tomas' Hospital è l'ospedale in cui c'è mio padre" ridice lei

Partimmo senza freni.
Molte automobili suonavano il clacson quando passavo.
Ma non mi importava più di tanto.

Jessica intanto teneva una collana a forma di cuore d'orata nella sua mano destra sussurando

"non adrai via anche tu"

Questa frase mi incuriosisce ancora di più alla sua persona e il suo carattere.

Chi non deve andarsene? Perché anche tu? Ci è stata un'altra persona che se ne andata nella sua vita?

Dopo dieci minuti di viaggio arrivammo all'ospedale St. Tomas' Hospital.

È molto grande come ospedale. È uno tra i più famosi di Londra.

Jessica uscì dalla macchina e corse immediatamente verso l'ospedale.
Mentre chiudevo lo sportello della macchina mi accorsi di una collana d'orata a forma di cuore, la collana di Jessica.
La raccolsi guardandola più attentamente.

Nella collana c'è scritto -Joanna-

È una bella collana.
Ma senza pensarci tanto la infilai nella tasca posteriore dei jeans chiusi la macchina a chiave e incominciai a correre per raggiungere lei.

"Il signor John Williams è nel dodicesimo piano nella sala 546" mi informa un uomo piuttosto anziano

"Grazie" risposi correndo verso l'ascensore

Presi l'ascensore e guardai la collana.

Joanna? Chi è? Chi è Joanna per Jessica? Perché ha paura di perdere un'altra persona?
Joanna è morta?

Arrivato al dodicesimo piano cercai la stanza 546 per il lungo corridoio.

Mi accorsi di Jessica seduta in una panchina. Piangendo.

La raggiunsi a piccoli passi. Lentamente. Non volevo spaventarla.

"Quella stronza infermiera mi ha detto che non posso vedere mio padre" urla

Si alza e mi guarda fisso negli occhi.

Incomincia ad abbracciarmi e piangere senza freni.

"Ho paura James" mi dice

Ricambiai anche io e incominciai ad accarezzare i suoi capelli fradici.

Stamattina mi ignorava e dopo mi chiede aiuto.

Ma questa situazione non mi dispiace.

Sconosciuto pov's

"L'imprenditore John Williams ha fatto l'incidente, il piano ha funzionato"

Dice l'uomo contento al telefono

"Adesso passeremo al piano B. Jessica deve cadere a mille pezzi"










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