Caitolo 23

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Ero persa in una galleria. Una galleria buia e silenziosa, sentivo solamente I miei passi lenti e tremanti. Sola. Il battito del mio cuore aumentava ogni volta che camminavo.
Alzai lo sguardo accorgendomi di una figura di un'uomo. Papá.
Una lacrima calda scese lentamente dal mio occhio destro bagnado la guancia.

"Papá" sussurrai avvicinandomi a due passi da lui "non andartene, ho ancora bisogno di te"

Nonostante fossimo dentro una galleria buia e vecchia l'uomo davanti a me aveva sempre un'aria da imprenditore. La sua postura dritta e composta, i suoi capelli
bianchi, non un bianco latte ma un bianco fumo. I suoi occhi color ghiaccio che fissano me. Una me disperata e sola.

"Ho visto tua madre" mi dice lui

Attimi di silenzio a fissarci

"È bellissima come te" si avvicina a due passi da me "tieni duro, la fuori ci sono persone che vogliono distruggere I tuoi  sogni, I tuoi obbiettivi e le tue speranze" mi accarezza la mia guancia.

Presi la sua mano e baciai il palmo.

"Non andertene" lo guardo disperata. Con voce tremante e debole senza energia.

"Tieni duro che la vita non è rosa e fiori. La vita può lasciarti senza niente e nessuno. Lasciarti sola ma tu sei mia figlia, Jessica Williams. Riuscirai a sconfiggerli, riuscirai a dimostrare al mondo chi sei"

"Papà..."

"Non dimenticarti chi sei, sei troppo cara amore, ti amo"

"Chi sono? Chi è che vuole distruggere I miei sogni" domando curiosa

Rimase in silenzio

"Lo scoprirai..."

Scoparave dalla mia vista. Lasciandomi sola. Ancora una volta.

Mi svegliai in un'ambiente insolito. Muri troppo bianchi e spenti e una finestra illuminata dalla luce del sole.

Mi sedetti sul letto con un mal di testa atroce. Dove sono?

Rimasi scioccata guardando chi c'era accanto a me in quella poltrona.
Era bellissimo anche quando dormiva. Almeno stava zitto.

Mi alzai da quel letto scomodissimo e mi avvicinai a lui.

Il suo occhio destro si aprì delicatemente ma quando si accorse della mia presenza si alzò immediatamente dalla poltrona.

"Stai bene? Perchè ti sei alzata dal letto?!" chiede preocupato

"Perchè sono in questo posto? Cosa è successo ieri?"

Silenzio.

"Papá" sussurrai "papá" ridico guardandolo negli occhi

"Sta bene. Tuo padre sta bene, adesso si sta riposando" cerca di rilassarmi

La sera prima avevo ricevuto una chiamata da un numero sconosciuto dicendomi che mio padre aveva fatto un'incidente. Appena sentii quelle parole in un modo o nell'altro CORSI fino  alla casa di James. Non so il perchè ma era l'unica persona che mi era saltata in mente. Nonostante abbiamo tre kilometri di distanza. Piangendo sotto la pioggia. L'unico coglione.

'Ieri eri svenuta. Ho chiamato immediatamente un'infermiera"

Si avvicina a me e mi bacia. Non era un bacio come il primo ma un bacio molto piú delicato durato pochi secondi.
Si staccó da me e mi accarezza I capelli ormai asciutti.

"James ho paura che papà se ne vada, non voglio che faccia la stessa fine di mamma"
Mentre pronunciavo quelle parole il mio cuore batteva fortissimo e si sentiva la mia voce tremare dalla paura.

Spazio la rombiscatolechenonsifaicazzisuoi:
Nuovo capitoolo.
Mi spiace per il ritardo ma adesso aspettatevi sorprese che sbucano dall'armadio di camera vostra.

Ps state tranquilli che non ci sará un mostro... o almeno credo.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 19, 2018 ⏰

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