Capitolo 2

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Capitolo due
Jessica's pov

La lezione di religione non mi interessa più di tanto. Guardo freneticamente l'orologio davanti a me.
Sicuramente il professore parlva di un'argomento molto importante ma nessuno della classe sembrava essere interessato. Di solito non mi piace avere la testa tra le nuvole soprattutto nelle ore di lezione, ma ora è tutto diverso. Ho invitato James Brown a mangiare un'enorme hamburger! ma si può sapere cosa ho fumato stamattina? vado fuori di testa.
Mancano cinque minuti all'inferno. Quella dannata campanella non deve assolutamente suonare. Ti prego no, ti prego no, ti prego no.
Mi ripeto in testa.
James non è nel corso di religione perchè fa il corso di storia con Harry.
Sto masticando la mia matita come se non ci fosse un domani.
La campanella suona. Dannata campanella.
Mentre tutti corrono verso l'uscita io sono lí come una rimbambita senza muovermi.
"Stai bene Jessica?" mi chiede Emily dolce.
"Sisi"
Prende la matita che ho ucciso con i miei denti e me lo indica.
"Non credo"
"Ecco..." in fondo è solo Emily. So che mi prenderá in giro o mi dirá tipo 'ooooh Jemes Brown e Jessica Williams ooooh' gne gne gne
Mi giro a destra e sinistra per vedere se era rimasto qualcuno in classe.
"Io e James dovremmo uscire ora" sussurro.
"Mr James Brown e Jessica Williams ooooh"
Appunto.
"Non urlare!"
"Il signor Brown dove porterà la signorina Williams?"
"Al McDonald's" rispondo. Adesso mi vengono in mente tutti i miei panini...
"Idea tua giusto?" chiede Emily senza stupore.
"Tu e Harry non volevate venire!"
"Bè hai trovato una buona compania"
"Addio" prendo il mio zaino e mi avvio verso la porta quanndo sento una presa forte al polso, non tanto forte come James.
"Dove credi di andare?"
"Te l'ho detto da James!"
"Ma non crederai di andare cosí" mi guarda dalla testa ai piedi.
"E come dovrei andare? con un cavallo alato?"
"Si chiamano unicorni!" risponde quasi offesa ma poi mi lancia uno di quei sorrisini. Maledetta Emily.
Prende dalla borsa una palette da trucco, un lucida labbra e un mascara.
"Ma vado al McDonald's!"
"Vai al McDonald's con James"

Nonostante io abbia negato lei come sempre fa di testa sua.
Sono al cancello della scuola, vedo James accanto alla sua moto al parcheggio a parlare con qualcuno al telefono. Sicuramente non mi avrá vista.
"Sei bellissima"
"Grazie Emily ma non c'era bisogno"
"Vai e fai la brava"
Comincio a camminare e James mi sta guardando.
"Wow"
Wow?che vuoldire?
"Ciao anche a te" dico da sembrare seccata.
"Sai per andare al McDonald's con me non c'era bisogno di truccarti" ma chi si crede di essere?
"Ero giá truccata stamattina"
Fa dei passi verso di me e mi mette il casco.
"Sei comunque bellissima" dice guardandomi.
"E la tua intelligenza è inversamente proporzionale ai tuoi muscoli"
"Vorresti dire che ho dei bei muscoli?"
"Non ho detto che hai dei bei musc..." mi interrompo da sola e faccio una smorfia.
"Senti sali in questa benedetta moto prima che ti uccida e il giorno dopo farò finta di essere dispiaciuta"
"Strega" sussurra ma io lo sento.

Il McDonald's è pieno di gente e c'è una coda infinita.
James mi guarda come per dire 'dovremmo fare una coda per delle patatine fritte?'. Se se lo chiedesse forse ha ragione.
"Andiamo, ti porto in un posto bello altro che il McDonald's e le loro patatine fritte qui c'è buzza di carne andata male"
"Se non assaggi non giudicare. Rimaniamo qua a fare la coda" incrocio le braccia.
"Non fare la bambina perchè se non funzionano le maniere buone allora passo alle cattive, e tu sai benissimo di che cosa parlo"
Al dire il vero James è sempre stato molto tosto. Basta una sua occhiataccia a far tremare una persona come una foglia. Con me non mai usato quei sguardi. Non ancora.
"Allora?" mi chiede.
"Vado perchè voglio andare"
mi giro verso la porta d'ingresso. So che mi stará fissando e sicuramente si stará chiedendo cosa l'aveva portato a uscire con me.

"Mi sono divertita un mondo a stare con te James" faccio una faccia tipo 'si come no'
"Ma è giunto il momento che io vada, a domani"
Sento il freddo entrarmi nelle ossa nonostante abbia una felpa più grande di me due volte. Cerco un taxi. Ma perchè quando vuoi qualcosa non la trovi mai e quando è l'ultima cosa che vuoi al mondo ti sbuca anche dal terreno.
Sento qualcosa accarezzarmi il collo. E so cos'era.
"Hai la pella d'oca, c'è troppo freddo. Te lo chiedo un'ultima volta, ti va di andare in un posto con me?"
"No"
"D'accordo come vuoi"
Menomale, non riuscivo a sopportare le sue dita calde che accarezzavano il mio collo freddo.
James mi prende dal polso e mi porta a un muretto. Prende tutti e due i miei polsi e li mette sopra la mia testa.
"Quante volte ti devo dire di non usare quel tono con me"
"Io uso il tono che voglio con chi voglio" dico allontandomi da lui. Al dire il vero avevo un pò di paura.
"Ah giusto sognorina Williams. Il tuo cognome può mettere in tappeto tutti"
Si avvicinò un passo da me.
"Ma non me"
Siamo fin troppo vicini per i miei gusti. Tolgo con tutta la misera forza che ho le sue mani che stringevano i miei polsi.
"Non voglio andare da nessuna parte con te! Da oggi non mi parlare, non guardarmi e non ascoltarmi. Sei sempre stato acido signor Brown. Non so chi ti credi di essere ma una cosa la so" lo guardo male, cosí tanto male che sembra la prima volte che qualcuno gli parla cosí.
"Non sono una di quelle ragazze che si sciolgono tra le braccia di un'idiota come te" mi avvicino a lui.
"Sta attento Brown con me non funziona come le altre ragazze della scuola"
Non so bene come decifrare l'espressione del suo volto ma quel che avevo da due anni fa lo detto.
"Ah, non è il mio cognome che mette a tappeto le persone ma sono io"


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