Chapter 8

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"Non é del tutto colpa mia"

Ilary cominciò il suo discorso, solo dopo essersi legata i lunghi capelli in una coda alta. In questo modo la sua somiglianza con me era ancora più visibile, e quello non aiutava affatto a far trattenere la mia rabbia.

"No infatti, è colpa mia. Scusa se ho fatto in modo che diventassi una sottospecie di prostituta, scusa se ti facevo fumare, scusa se ti ho allontanato da me con il passare del tempo, scusa se ti facevo scopare tutti ragazzi del liceo. Davvero Il, scusa"

Sospirai ironicamente mentre la vedevo trattenere altre lacrime.

"Tu non sai niente di quello che ho passato, eri sempre troppo occupata a ficcare il naso nella vita di Manzoni per vedere oltre alle chiacchere che si dicevano in giro su di me. Passavi sempre per la sorella per bene, la sorella della piccola Ilary, la sorella brava, la sorella perfetta. Ero sempre la seconda scelta di tutti, a partire da mamma e papá. Sei stata tu, ad allontanarti da me per prima. Con il passare del tempo eri sempre più presa dallo studio, non uscivamo più insieme, non mi hai consolato quando Ryan mi ha lasciato dopo tutti quei anni perché il giorno dopo avevi un interrogazione su Pitagora. Si, me lo ricordo ancora. Ricordo quando venni da te piangendo pronta a raccontarti come Ryan mi aveva tradito, ma non mi ascoltasti. Non ascoltasti una singola parola di quello che ti dissi, te ne stavi seduta sul letto con la faccia in mezzo ai quaderni mentre piangevo pregandoti di ascoltarmi. Quello é stato l'anno più brutto. Andai da mamma e le dissi che avevo bisogno di parlare con te e sai cosa mi disse? Mi disse esattamente "tua sorella é troppo occupata a studiare adesso, per ascoltare i tuoi problemi". Lo ricordo come se fosse ieri. Quello é stato il giorno in cui decisi di cambiare. Nessuno mi ascoltava, nemmeno tu, nemmeno la mia unica e tanto amata sorella. Ero distrutta, completamente distrutta, e così decisi di diventare quella che sono adesso. Speravo che diventando una ragazza facile e ribelle tu, la mamma e papá mi avreste dato più retta e mi sareste stati più dietro. Ma così non é stato, tu hai cominciato ad odiarmi e non mi guardavi più nemmeno in faccia, ero una delusione pure per i nostri genitori, ma stavo bene. Esatto, mi piaceva essere venerata da tutti a scuola, essere qualcuno. Così decisi semplicemente di restare 'Ilary la puttana'"

Vomitò tutte le parole mentre lacrime libere scendevano per le sue gote ormai rosse.

Nonostante il suo discorso, non potevo perdonarla. Dopo quell'evento ho provato più volte a passare del tempo con lei, ma si era dimenticata di me. Non ho colpe, ero all'ultimo anno di liceo, era indispensabile per me studiare, e avrebbe dovuto appoggiarmi invece che essere così egoista.

"Esci Ilary. Esci da questa casa e dalla mia vita. Non puoi presentarti qui dopo tutti questi anni e dare tutta la colpa a me. Non puoi farlo. Esci."

Chiuse gli occhi non permettendomi di guardarla mentre sentivo qualche lacrima rigarmi il viso.

"Se esco da quella porta, sará per sempre, non mi rivedrai mai più e giuro che-"

"Esci!" Urlai con tutta la voce che possedevo in corpo. Sentii Harry stringermi gentilmente la mano e il ticchettio fastidioso delle scarpe di Ilary avanzare sul parquet.

"Bene!"

Disse e sbatté il portone dietro di lei. In quel momento riaprì gli occhi e vidi mia madre e mio padre affrettarsi nel salone con un'espressione preoccupata.

"Cosa é successo"

"Niente mamma. Quando avete intenzione di andarvene?"

Non persi tempo a cercare di essere cortese, volevo solo stare da sola. Da sola.

"Eh? Cioé, uh..adesso, ce ne andiamo..adesso"

Sospirò prendendo il suo giubbotto con il pelo e camminando verso la porta.

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