Chapter 9

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Liam's pov

"Quindi Avril ha una sorella? Se é bella almeno la metá di quanto lo é lei-"

"Liam! Non capisci che Mike potrebbe aver parlato con Av? E se l'ha fatto noi siamo fottuti, fottuti!"

Stant non faceva altro che urlare e urlare. Eravamo seduti in un piccolo tavolo di un altrettanto piccolo bar, che si chiamava Cost, se la mente non mi inganna.

"Non penso che parlerá. Lo conosco, sará troppo spaventato. Penso invece che volesse solo controllare che tu non facessi cazzate"

Mi rilassai nella sedia portando alle labbra la tazza di cioccolata fumante, sorridendo quando Stant mi mandò un'occhiata.

"Io non faccio mai cazzate. E poi, lui vorrebbe controllarmi? Ma fammi il favore Liam, quello non sa controllare neanche le proprie palle."

Sbuffò una risata finendo il suo bicchiere di birra alla spina. Non so come si possa bere una birra di mattina, comunque.

"É molto 'più inteligente di quello che credi, Stant-" guardai fuori la vetrage alla nostra sinistra e sospirai "-é molto più inteligente di quello che pensi"
Avril's pov

"Entro quando pensa di finire signorina Gatzy? Il signor Banner ha confermato l'udienza in tribunale per il giorno 24. Mancano esattamente tre settimane, riuscirá a portare al giudice una buona consegna?"

Angela, la segretaria del signor Banner, ovvero il mio capo, stava seduta difronte a me nel mio ufficio, una cartella in una mano, e un caffé nell'altra. Con il tempo avevamo legato molto, non potevo definirla una vera amica, certo che no, ma era una brava ragazza ed era sempre un piacere parlare con lei nelle pause pranzo, oppure quando passava a trovarmi prima di tornare a casa dal lavoro.

"Angy, giá ti ho detto di non chiamarmi signorina Gatzy. E si, credo che riusciró ad avere la consegna in tempo. Quali sono gli schieramenti?"

"Pare che il signor Brand non abbia ancora un avvocato che possa prendere le sue difese, che comunque sono giá abbastanza basse. Questo porta solo punti a te e alla tua curva, ma dovrebbe sentire qualche altra voce, non pensa?"

Accavallò le sue lunghe gambe magre coperte da un vestito Gucci azzurro mare, portandosi una ciocca dei corti capelli marroni dietro l'orecchio. Era senza dubbio una bella ragazza, e non potei evitare di sorridere ricordando la figuraccia che avevo fatto un paio di settimane prima, quando le chiesi se era fidanzata con qualche bel ragazzo, e mi rispose dolcemente che era completamente lesbica.

"Uhm, a dire il vero non vorrei portare Brand in tribunale. Ancora non ho scoperto chi é l'assassino-" mi fermai per studiare il suo volto. I suoi grandi occhi azzurri erano spalancati, così come le labbra, che si affrettò a richiudere dopo aver poggiato il caffé nella mia scrivania "- ma non dirlo al signor Banner..per favore?"

"Oh, signori..Avril, può stare tranquilla, sarò una tomba. Ma mi dica, se non ha ancora nemmeno trovato l'assassino, potrá entro sole tre settimane avere la consegna completata? Non per metterle fretta, ma non é così tanto tempo"

Sospirai annuendo, completamende d'accordo con Angela. Non era tanto tempo, Gesù, non ero nemmeno sicura di farcela, ma non mi sarei arresa fino al giorno del giudizio finale. Presi a morsicare il tappo della mia penna rossa, immersa nei miei pensieri, sentendo lo sguardo compassionevole di Angy seguire ogni mia mossa.

"Pensi di poter farmi avere un appuntamento con la madre di Zoey tipo, domani mattina?"

Fissai il mio sguardo disperato nel suo, notando come diventò da compassionevole a frenetico.

"Oddio, penso di potere, cioé, adesso la chiamo ma non le prometto niente con così poco preavviso"

Si alzò rapidamente raccogliendo la sua cartelletta blu ed affrettandosi verso la porta.

"Angy!"

La richiamai quando era ormai quasi fuori dal mio ufficio.

"Si?"

"Il caffé"

Indicai il cartone ancora pieno proprio difronte a me, alzando le sopracciglia in quella direzione.

"Oh, lo beva lei-" mi fece l'occhiolino "- ne avrá bisogno"

Ed uscì, chiudendo delicatamente la porta dietro di lei.

Sorrisi ed afferrai il cartone di caffé, prima di portarlo alla bocca e finirlo, facendo lunghi sorsi.

Angela rientró qualche minuto dopo, un sorriso soddisfatto e un cellulare in una mano.

"Ok, ho una buona e una cattiva notizia"

Si risedette difronte a me, poggiando la cartellina e il cellulare nella mia scrivania e incrociando le mani sotto al mento.

"Bhe, comincia dalla buona"

"Bene..allora, la buona notizia é che la signora Renata verrá qui da lei domani in prima mattinata. E la cattiva notizia è che..bhe, la cattiva notizia é..uh, é che vorrebbe dare un'occhiata alla consegna"

Disse le ultime parole tutto d'un fiato, radrizzandosi nella sedia.

Spalancai gli occhi e boccheggiai per qualche secondo, prendendomi la testa tra le mani e poggiando i gomiti nella scrivania.

"No, no no no"

Continuai ad ansimare, pensando a qualcosa da fare.

"Avril..io non vorrei intromettermi o sembrare maleducata, ma vede, non potrebbe darsi malata per domani e far ricevere la signora Renata da...com'é che si chiama..ah si, Stant? Vi vedo sempre insieme e so che anche lui sta lavorando alla causa..potrebbe funzionare"

Riflettei sulla sua idea. Non era tanto male, Stant mi avrebbe sicuramente coperta, e in quel modo avrei preso due piccioni con una fava.

"E Stant potrá dire che la consegna é con me, a casa."

Finii il suo discorso inteligente, raddrizzandomi lentamente, rilassando le braccia.

"Sei un genio Angela, davvero, davvero un genio"

Le sorrisi ampiamente e passai una mano sulla fronte, sospirando.

"Ha bisogno di una pausa, Avril. La vedo in questi ultimi giorni, sembra davvero stanca. Lo so che questo lavoro alle volte può essere eccitante e divertente, voglio dire, chi non ha mai sognato nemmeno una volta di diventare un poliziotto? Ma é un lavoro pure serio, e in più lei ci aggiunge altra serietá. Dovrebbe andarci piano Avril, non ha senso lavorare giorno e notte, quando poi ancora adesso non ha compiuto niente. Avrebbe potuto lavorare di giorno e rilassarsi di sera, ed essere allo stesso punto, ma con la mente fresca e il corpo rilassato"

Prese i suoi oggetti dalla scrivania e si alzò, facendo tichettare i suoi tacchi nel parquet del mio ufficio.

"Ci vediamo"

Mi sorrise, stando in piedi davanti alla porta, prima di uscire e chiuderla, con la stessa delicatezza della prima volta.

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*spazio autrice*

Capitolo corto, i know! Cioé, non é moooolto corto, ma non é il più lungo (eh eh eh piccole pervertite) che abbia scritto fino ad ora.

Ok non voglio prolungarmi molto, anche perché i'm in the sea e vorrei andare a nuotare il prima possibile ;)

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Rachele ©°

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