Chapter 13

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Durante il tragitto fino casa mia, la macchina sembrava essersi ristretta di dieci volte. L'aria era pesante e soffocante, impedendoti quasi di respirare, nonostante i quattro finestrini fossero aperti.

La pioggia era tornata, meno potente, ma più fitta.

Le gocce d'acqua sembravano cadere attaccate l'un l'altra, impedendoti la vista e in più era calata una grigia nebbia, che sfocava attraverso il parabrezza.

Le strade erano quasi competamente vuote, giravano solo poche macchine, e capitava di trovare qualche donna con il proprio cane, ma niente di più.

Harry sembrava immerso nei suoi pensieri, lo sguardo costantemente fisso fuori il finestrino. Quando finalmente costeggiai sul vialetto della mia villa, mi sbrigai a spegnere il motore ed uscire dall'auto, respirando a pieni polmoni l'aria fresca, seppure umida.

Harry mi seguì silenziosamente dentro casa, e ringraziai un qualche Dio lassù, ricordando che quella mattina avevo lasciato il riscldamento acceso.

L'aria calda entró nel nostro corpo sciogliendo il ghiaccio, e subito mi avvicinai ai termosifoni, cercando quanto più calore possibile.

"Vado a preparare della cioccolata, ti va?"

Harry tolse il giubbotto e lo appoggiò nell'appendiabiti a lato della porta, prima di annuire lentamente e portare il suo lungo e pesante corpo, sul divano.

Quando riemersi dalla cucina, tenevo in mano due tazze nere fumanti, che posai nel tavolo difronte il divano, accendendo la Tv.

Harry prese silenziosamente la sua tazza, iniziando a sorseggiare il liquido al suo interno. Il soggiorno era silenzioso, se non per le urla e gli spari che provenivano dalla televisione, dove stavano mandando un vecchio film country.

"Sei arrabbiato con me?"

Chiesi dopo altri dieci minuti buoni di silenzio. Vidi Harry sbattere velocemente le palpebre, come se si fosse appena svegliato, e scuotere la testa.

"No" e prese un altro sorso della cioccolata.

"Allora perché sei così silenzioso?"

"Perché non mi va di parlare"

Finalmente si girò a guardarmi, i suoi occhi luccicavano di una strana emozione, non era rabbia, non era paura. Cos'era? L'unica cosa certa, era che con quel semplice sguardo era riuscito a farmi andare il respiro di traverso, sentivo gli occhi cominciare a bagnarsi per il quasi soffocamento.

"Cosa ti va di fare allora?"

La mia voce era bassa, molto bassa. Quasi inudibile.

Harry posò la sua tazza sul tavolo e si alzò. Feci lo stesso, trovandomi difronte a lui. Il suo sguardo viaggiò dai miei occhi alle mie labbra, che istintivamente portai tra i denti. Sentivo una certa pressione nel basso ventre, ero piena di aspettative.

Cominciai a respirare pesantemente quando Harry fece un passo avanti. Ora eravamo praticamente incollati, l'aria non riusciva a passare attraverso il poco spazio tra il mio corpo fremente, e il suo robusto e sicuro.

"Voglio baciarti"

Il suo fresco alito alla menta e cioccolata, mi arrivo dritto in bocca, facendomi schiudere le labbra e chiudere gli occhi.

Lo volevo anche io? Cosa sarebbe successo dopo?

La mia dea interiore mi guardava con le sopracciglia alzate, urlandomi "cosa cazzo aspetti?"

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