Chapter 14

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Stant's pov

"Si sieda pure, signora"

Stavo seduto nell'ufficio di Avril, dietro l'enorme scrivania in legno di ciliegio.

Renata era impiedi sulla soglia della porta, con un'espressione funerea.

In effetti, anche i suoi vestiti erano diversi..l'ultima volta che l'avevo vista indossava una giacca di pelle rossa scarlatta e dei pantaloni verdi. Era una donna molto vispa e allegra, almeno prima della morte di sua figlia.

Quel giorno invece indossava un elegante completo nero, tacchi a spillo neri, e dei giganteschi occhiali da sole a coprirle gli occhi scuri.

Si sedette elegantemente difronte a me, senza togliersi però gli occhiali da sole.

"Pensavo di parlare con la signorina Gatzy."

Anche la sua voce era diversa. Era sorprendentemente bassa e calma, come se fosse padrona di se stessa e delle sue azioni. Accavallai le gambe posando la caviglia destra sul ginocchio sinistro, mi portai indietro sullo schienale morbido della sedia e poggiai le braccia sui braccioli di quest'ultima, mostrando quanto più disinteresse possibile.

"Così doveva essere. Avril si é ammalata, così sarò io a riceverla oggi."

Sorrisi, mentre la vedevo aprire la bocca per parlare, e richiuderla subito dopo. Portò il suo sguardo sul mio, e riuscì a vederla accigliata pure attraverso gli occhiali.

"Non ho intenzione di parlare dei fatti di mia figlia con uno sconosciuto, poliziotto o meno. Tornerò questo fine settimana, sperando che Avril si rimetta presto. Le faccia sapere che sono passata"

Si alzò tirando fuori dalla sua borsa nera un fular, e avvolgendoselo intorno al collo, facendo un piccolo nodo all'altezza della gola.

"Sono un incaricato a questa causa, ci sono dentro quanto Avril. La prego, si risieda e ne parli con me"

"Come ho giá detto, non ho intenzione di farlo. Mi faccia parlare con Avril al più presto"

Ed uscì dalla porta, lasciandomi confuso e incompleto.

Subito dopo entrò Angela, nel suo piccolo abito giallo canarino svolazzante.

Guardò confusa prima me e poi Renata, che ormai era arrivata alla fine del lungo corridoio.

"Non ha voluto farsi ricevere?"

Angela si chiuse la porta alle spalle e poggiò sulla scrivania il caffé che le avevo chiesto di portarmi poco prima dell'arrivo di Renata.

"Proprio così"

"Cosa ha intenzione di fare al riguardo?"

La guardi dritto negli occhi e le rivolsi un sorriso enigmatico e segreto.

"Io niente"
Pov di una 3° persona..

Aspettai pazientemente dietro un muro, controllando di avere i guanti in pelle ben aderiti alle mani, il passamontagna che non mostrasse alcuno indizio del mio volto e la pistola carica ben nascosta dietro il mio lungo giubbotto.

La vidi uscire poco dopo, indossava dei grandi occhiali da sole ed era vestita completamente di nero. Sorrisi e lentamente mi appiattii contro il muro all'angolo. Appena sentii i suoi passi avvicinarsi, sfilai piano la pistola dalla mia tasca, facendo attenzione a non fare alcun rumore. Mi guardai un'ultima volta intorno, non c'era nesuno.

Sentii i suoi fastidiosi tacchi a spillo alla mia destra, e appena girò l'angolo, mi spostai dal muro puntando la pistola contro il suo petto e premendo il grilletto più volte, vedendo il suo corpo ondeggiare avanti e indietro a causa dei colpi, prima di cadere atterra circondata dal suo stesso sangue.
Avril's pov

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