Capitolo 18
Cosa provo in questo momento? Assolutamente niente. Non provo né rabbia né tristezza. Provo solo tanto odio verso me stessa. Ma cosa diamine mi aspettavo da uno come lui? Dovevo arrivarci cazzo. Dovevo capirlo che si trattava di uno stupido scherzo.
Ed ora eccomi qui, seduta su una panchina, con lo sguardo perso nel vuoto e tanta voglia di urlare. Ma se mi mettessi ad urlare, la gente mi prenderebbe per pazza.
Fino ad ora non ho mai guardato il telefono, non voglio sentire nessuno,neanche Diggia. Poverino, sono più le volte che gli scrivo quando sono triste, che quando sono felice.
Spesso alla domanda: " Cosa sono per te?", la gente mi ha risposto "Un brutto ricordo". E per quanto io abbia fatto finta di farmi scivolare tutto addosso, certe parole ti rimangono nella testa. Rimangono e tu non puoi fare niente per farle uscire, perché sai che la gente ha ragione.
Mi sono sempre sentita di troppo. In qualsiasi situazione. Uscivo con le "amiche"? Mi sentivo di troppo. Andavo ad una festa? Mi sentivo di troppo. Giocavo a pallavolo a scuola? Nella squadra mi sentivo di troppo. Poi me ne andavo e tutti stavano bene. Sono stata mesi da sola. Senza nessun amico. E vi starete chiedendo: "cosa hai fatto in questi mesi?". Semplice, ho letto e scritto tutto il tempo. Non studiavo il pomeriggio perché lo passavo nella mia stanza a deprimermi invece di uscire e respirare un po' di aria pulita.
Mi perdo nei pensieri, finché non vedo qualcuno sedersi vicino a me. Ma con tante panchine che ci sono, proprio questa?
<< Ciao!>>
Mi giro di scatto e guardo la persona seduta accanto a me. È un ragazzo che avrà circa la mia età, capelli castani con il ciuffo biondo e i tratti del viso dolci.
<< Ciao a te.>>
<< Piacere, Alessandro>> Mi dice allungando la mano verso di me
<< Maria.>> Rispondo io stringendogliela
<< So che non si dovrebbe chiedere, ma quanti anni hai?>>
<< Quanti anni mi dai?>>
<< Beh, come minimo 30, o sbaglio?>> Dice ciò ridendo.
<< Mi fai troppo giovane, in realtà ne ho 46 hahah>>
<< Hai detto un numero così o lo hai detto perché guardi la MotoGP?>>
<< Secondo te?>>
<< Ti piace la MotoGP eh?>>
<< Nooooo, è l'impressione hahahaha>>
<< Ti va di andarci a fare un giro?>> Mi chiede con un sorriso
<< Non vuoi ammazzarmi, farmi a pezzetti e mettermi in una valigia, vero?>>
<< Chi lo sa haha>>
<< Aspetta, tu conosci Lorenzo o Gianluca?>>
<< Ehm...no, perché?>>
<< No niente, andiamo a farci queso giro!>>
Mentre camminiamo, un pensiero sfiora la mia mente...
" Mi manca Diggia. "
Se vi piace la storia lasciate un commento ed una stellina!
STAI LEGGENDO
Knot || Fabio Di Giannantonio ||
FanfictionSe un nodo è fatto bene è complicato che si sciolga. Anche se tu tiri, potrebbe perfino stringersi di più. Cosí come l'amore: un'amore fondato è complicato che si sciolga nonostante i litigi. Storia ideata e scritta da me. Siete pregati di NON copi...