7° Capitolo. Hope.

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Il giorno seguente mi svegliai piena di energie..strano perchè di solito lo faccio controvoglia e con lentezza, ma stavolta ero carichissima, infatti in meno di quindici minuti già ero pronta, e avevo fatto persino colazione!

"Ehm..Rosa sicura di stare bene?" Mi disse Amalia guardandomi stranita.

"Si, certo..oggni stranamente sono di buon umore!" Dissi con tono allegro.

"Beh, allora ti starai conoscendo con qualcuno o finalmente avrai trovata qualche amica" Disse Edda con tono scorbutico.

"Veramente no..voglio solo andare a scuola per vedere il voto di italiano."

"Pff..era scontato che si trattasse di compiti, tu non saresti capace di farti un'amica o di trovarti un ragazzo nemmeno tra un milione di anni..che pena!"

"Ok, io ho finito..ora vado, ciao ci vediamo oggi se vi trovo in casa. Oh, Edda..io sto benissimo anche così, naturalmente sono lo scarto della scuola e nessuno si avvicinerebbe ad una come me, mentre a te..ah, lascia perdere! Lo sai benissimo cosa intendo..vabbè è tardi..ciaoo!"

Salutai tutti e andai alla fermata sperando di vedere Justin, di scusarmi e di raccontargli tutto. Ora ho di nuovo speranza, e sono molto vulnerabile, infatti promisi a me stessa che..se lui è un altro dei soliti stronzi, allora..cesserò di esistere. Lo so, è una parola grossa, ma in fondo non ho nulla da perdere perchè ho già perso tutto tre anni fa, il mio cuore lo aveva già spezzato un ragazzo, ovvero il cognato di Edda, con un rifiuto dicendomi che gli faccio schifo e che sono brutta quanto la morte. Ormai era finita, e la mia vita dipendeva da lui, Justin...ma non lo sapeva e non lo avrebbe mai saputo.

"Ehy, Rosa! Buongiorno!" Disse Justin appena mi vide con un sorriso a trentadue denti

"Buongiorno anche a te.." E ci mettemmo a parlare del più e del meno, poi venne il pullman e salimmo, stavolta lo aveva il biglietto e si sedette vicino a me.

"Quanto dovrò aspettare?" Mi chiese Justin con voce calda e accogliente..

"Il tempo di arrivare al bar..poi saprai tutto, avrai tutte le risposte del mio comportamento." Risposi con voce fredda e distaccata. L'ho fatto per non illudermi.

Bar. 07:40.

"Dai, dimmi tutto, forza..stiamo solo noi, sfogati, su." Disse incoraggiandomi a dirgli tutto.

"Ok, allora.. è tutto iniziato da quando avevo quattordici anni.." E gli raccontai la mia storia, dopo essermi sfogata e aver pianto, lui mi abbracciò fortissimo a se.

"Ehi..non preoccuparti, adesso ci sono io con te, non sarai più sola" Disse piangendo..mi sembrava sincero, così lo abbracciai e stavolta ero io a consolarlo, forse, in fondo..poteva capirmi, almeno il necessario..ma aveva già fatto tanto ascoltando solo la mia storia, perchè così avevo tirato tutto fuori, e stavo molto meglio..in quel momento desideravo rimanere così per sempre..abbracciata al mio idolo, mi andava una persona qualsiasi, mi accontento di poco, io..forse Dio ha scelto di farmi vivere per farmi vedere le cose belle della vita..dopo una lunga tempesta spunta sempre l'arcobaleno..quelle parole erano così vere che mi ero persino commossa..io, il pezzo di ghiaccio sempre evitato e usato da tutti si stava sciogliendo con un abbraccio..infatti si era spezzata la barriera attorno a me, ora sono vulnerabile, perchè se prima era una cotta, ora è qualcosa in più..le persone sole si attaccano facilmente alle persone che le calcolano..ed è questo uno dei miei più grandi difetti..ma almeno sono tornata a sperare ad una vita migliore.

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