Capitolo 9

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Gli squilli continuavano e quegli attimi mi sembrarono interminabili.
Ad un certo punto Luca rispose ed io tirai un sospiro di sollievo.
<<Alex...>> sembrava spaventato e ansimava.
<<Dimmi, che succede?>>
<<Ho bisogno di aiuto, per favore!>> Stava piangendo? Dalla voce sembrava di sì.
<<Spiegati ti prego!>> lo pregai.
<<Ecco, ero in macchina con mio fratello e un camion ci è venuto contro, ma poi non si è fermato è ha continuato la sua strada, la nostra macchina però si è rovesciata. Mio fratello è svenuto credo, non si sveglia, e io sono incastrato, per tentare di uscire mi sono ferito e ora sanguino. Ho bisogno che vieni qui ad aiutarmi, che chiami l'ambulanza e la polizia, siamo vicini a casa mia. Ti prego, mi fido di te.>> disse tutto questo con una voce disperata con qualche balzo. Non riuscivo a dire nulla, ero pietrificata.
<<Alex, ci sei?>> In quel momento non sembrava il Luca che avevo conosciuto, sempre allegro, coraggioso, era terrorizzato e aveva bisogno di me.
<<Sì ci sono. Arrivo prima possibile, promesso.>>
Mi sembrò di sentire in un sussurro <<Ti aspetto>> ma non ne ero sicura, misi giù la chiamata e scrissi un messaggio ad Isa per avvertirla.
Sapevo bene che stavo per fare una grande cazzata, ma in quel momento non mi importava, importava solo che Luca stesse meglio.

Mio papà non c'era a dormire, aspettai che mia mamma si coricasse, presi la borsa e uscii. Era sera e prendere l'autobus da sola mi faceva paura ma per fortuna avevo l'adrenalina, speravo solo che mia mamma o mia sorella non si accorgessero.

Dopo poche fermate scesi a quella in cui scendeva sempre Luca, infatti poco più in là, sul lato della strada, c'era una macchina rovesciata e dentro c'erano Luca e suo fratello.

<<Luca!>>
<<Sei qui.>>
<<Sì sono qui, ma perché hai chiamato me e non i tuoi genitori?>> provai a chiedere finché piangeva.
<<Non ci sono, dovrebbero tornare sta sera ma non so quando. Mi fido solo di te. Ho paura.>>
<<Tranquillo, ora chiamo un'ambulanza.>> Chiamai l'ambulanza e la polizia.
Mi accucciai vicino alla portella della macchina aperta dove, a testa in giù, bloccato sul sedile, c'era Luca. Gli presi la mano e lui la strinse forte, gli ripeti di non preoccuparsi che si sarebbe sistemato tutto, gli accarezzai la testa. Poi vidi quanto sangue perdeva la sua ferita, mi tolsi la felpa e gliela premetti sopra al fianco sanguinante. Cercai di dargli conforto finché aspettavamo, ed in mezzo a quelle lacrime mi fece un sorriso, penso sia stato una delle cose più belle che abbia mai visto.

                               ***

Dopo un po' arrivarono l'ambulanza e la polizia per portare via Luca e suo fratello. Anche se non me l'aspettavo, arrivò anche Isa con sua madre la quale avvisò i genitori di Luca al telefono riguardo l'accaduto.

<<Sei pazza per caso, tua madre sa che sei qui?>> mi disse Isa spingendomi e cominciando a piangere.
<<No, non lo sa e spero che non se ne sia accorta. Ma Isa io sto bene.>>
<<Stai bene!?! E se ti fosse successo qualcosa!? Non potrei sopportarlo, lo sai.>> ora piangeva a dirotto e stava quasi urlando.
La strinsi a me <<Non potevo non aiutarlo. Ma stai tranquilla io sto benissimo. Ti voglio bene.>>
<<Anch'io te ne voglio. Tanto.>> Così restai ad abbracciare la mia migliore amica che teneva così tanto a me,  non so come avrei fatto senza di lei e la baciai sulla testa. Intanto vidi Luca entrare in ambulanza sedato e sperai con tutto il cuore che sarebbe stato meglio, appena possibile sarei andata a trovarlo, ma perché quella sera avevo già infranto troppe regole.

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