Capitolo 12

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Lucas's pov
Avevo aspettato quel momento con impazienza, come tutte le volte che mi veniva a trovare, era giovedì, quindi il giorno prima non era venuta per via della danza e perciò non la vedevo da due giorni. Mi era impossibile stare senza vederla, con lei mi sentivo vivo più di quanto mi facessero sentire quei dottori.

Però quando è venuta a trovarmi non è andata per niente come speravo. Alex era fredda, e...arrabbiata? Aveva le guance rosse e dagli occhi ho capito che mentiva quando mi ha detto che era passata solo per un saluto e doveva andare subito. Qualcosa l'aveva turbata ed era qualcosa di recente, ma più ci pensavo più non riuscivo a capire cosa fosse.

Mi ha portato i tulipani neri, i miei fiori preferiti. È molto difficile trovarli ma lei me li aveva portati. Il nero è stato da sempre il mio colore preferito, soprattutto nei fiori perché sono così rari, anche se ultimamente il mio colore preferito era il verde dei suoi occhi. Era da tanto che non li vedevo, mi aveva reso felice con quel pensiero, ma poi è scappata. Avrei voluto trattenerla ed abbracciarla ma ho visto che non voleva altro che andarsene, e mi ha lasciato con un malinconia peggio del solito.

Così per quel giorno nell'ora di visita apparte mia madre e questo veloce saluto di Alex, l'unica persona che ho visto è stata Greta. Non la sopporto, e così vanitosa, piena di sé, si vede che ci sta provando con me, purtroppo perché nella mia testa c'è solo Alexandra. All'inizio dovevo anche far finta di ridere alle sue battute orrende, poi abbiamo scherzato sui prof ed è stato un po' più divertente; per fortuna è arrivata Alex. La mia saldatrice. Vorrei anch'io poterla salvare.

La amo. Cazzo se la amo. Non vedo l'ora di uscire da questo ospedale. Vorrei solo stare con lei, allacciare le nostre mani, stringerla a me, baciarla. Mi manca già e sapere che forse è triste mi distrugge.

***

Quella notte sognai Alexandra. La portavo al mare e la baciavo con passione mentre le onde ci toccavano, mi sembrava di provare davvero quel bacio. Un bacio vero, non come quello fatto ad obbligo e verità. Era mia.

Poi la scena è cambiata, eravamo in una casa anche se non so di chi, e Alex mi urlava contro cose che non ricordo mentre le lacrime le rigavano il viso. L'avevo delusa, anche se non sapevo in che modo l'avevo fatto. Ma non potevo fare niente per trattenerla, non riuscivo a dire nulla, e il mio corpo si rifiutava di ascoltarmi e muoversi. Cominciai a piangere e vidi lei andarsene con il cuore spezzato e crollò il mio mondo. Proprio come quella volta, quella terribile notte di due anni fa.

Mi svegliai di soprassalto alle quattro di mattina nella mia stanza e avevo davvero lacrime sulle guance.

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