Capitolo 13

12 1 0
                                    

Alex's pov
Era passata una settimana dall'ultimo incontro con Luca. Non ero più andata a trovarlo, di sicuro gli avrà fatto compagnia Greta. In più ero troppo presa con le lezioni aggiuntive di danza e il progetto che ci avevano dato da fare a scuola per il lunedì, ma nel weekend avrei avuto concorso di danza quindi stavo cercando di portarmi avanti.

Però quel giorno la madre di Luca mi chiamò dicendo che il giorno dopo l'avrebbero dimesso, trattenni un grido di gioia al telefono, e disse che lui aveva chiesto di vedermi, così decisi di andarci.

Mi diedi della stupida per essermela presa per quella sciocchezza. Eravamo amici e io stavo bene quand'ero con lui e dopo tutti quei giorni mi era mancato. Così tutta allegra presi in fretta la borsa e una scatola nuova di biscotti che trovai in dispensa per farmi perdonare, ne avrei comprata una nuova prima che la mamma se ne accorgesse. Presi l'autobus e arrivai all'ospedale.

Una volta lì, non trovai Camilla in corridoio e per un momento mi venne il dubbio che l'avessero già dimesso, ma entrata in camera vidi la suo borsa e mi tranquillizai.

Mi girai nella direzione del letto di Luca e il mio sorriso a trenta due denti pian piano sparí. Disteso sul letto non c'era Luca com'era di solito allegro e sorridente, ma una Luca disperato e in lacrime.

Mi avvicinai in fretta <<Oddio che è successo? Ti senti male?>>
<<Sei venuta.>> cercò di farmi un sorriso.
<<Sì. Sì adesso sono qui.>> mi sedetti sulla sedia di fianco al letto.

<<Dimmi cosa succede>> lo incitai.
<<Scusami è che da quando te ne sei andata, ho sognato te che mi dicevi che era colpa mia per ciò che è successo due anni fa. E in più piangevi, so che ti ho fatto del male anche se non so cosa.>>
<<Aspetta, ma che cos'è successo due anni fa, io neanche ti conoscevo...?>>

   Flashback: 2 anni prima
Lucas's pov
<<Carly, muoviti o arriveremo tardi.>>
<<Smettila Luc, ti ho detto 5 minuti e scendo. Serve tempo a una ragazza per prepararsi.>>
Risi. Con Carly era inutile, prendeva il tempo che le serviva a qualsiasi costo, ma in fondo le volevo un mondo di bene per com'era.

Dopo sette minuti alla fine scese e bellissima era dir poco. Aveva un abito blu notte corto che le lasciava la schiena coperta, lo smalto era dello stesso colore. Aveva scarpe con il tacco e borsetta nera. I capelli castani erano un po' raccolti in uno chignon e un po' fuori. Era truccata con eyeliner, mascara sui suoi occhi verdi e un lieve lucidalabbra. Portava un bracciale con un tulipano nero, il nostro fiore preferito. Indossava la sua solita aria fiera e bellissima.

<<La smetti di fissarmi e andiamo?>>
<<Sicura di non aver esagerato, cuginetta preferita?>>
<<Come se avessi altre cugine femmine...sono più grande di te e comunque non ho esagerato, è perfetto.>>
Risi di nuovo nel mio smoking, le diedi un bacio sulla guancia e la presi per mano.
Era solo una festa di fine anno con i parenti, ma Carly ci teneva molto a prepararsi bene e in quest'occasione le era permesso.
Lo zio ci aspettava fuori in macchina, erano ormai le 21.10, quindi ci aspettava da almeno dieci minuti poverino.

Io avevo 14 anni e lei 16. Nonostante la differenza di età, eravamo sempre stati molto legati, stavamo sempre insieme, condividevamo tutto, oltre che cugini eravamo come migliori amici e fratelli, alcuni ci scambiavano per fidanzati.

Non vedevamo l'ora di festeggiare il capodanno insieme. Però quella sera alla festa non ci siamo mai arrivati.

Un ubriaco in macchina si è quasi scontrato con un camion che cercando di sterzare ha preso in pieno la nostra macchina facendoci uscire di strada. Purtroppo l'incidente ha avuto brutte conseguenze. Carly è stata sbalzata attraverso il vetro fuori dalla macchina ed è finita in strada. Mio zio era svenuto (anche se poi all'ospedale si è ripreso e stava bene fisicamente), io sono riuscito ad uscire dalla macchina rovesciata con una gamba sanguinante e ho raggiunto Carly. Ma la mia cara, splendida cugina, era stesa a terra inerme ricoperta di sangue, con gli occhi chiusi e immobile.

Ho chiamato l'ambulanza tra le lacrime, poi ho provato a chiamare Carly, ma nulla non rispondeva né si muoveva. Urlai.

Piangevo, gridavo, finché la tenevo stretta fra le mie braccia, ignorando il dolore alla gamba.

Quando arrivò l'ambulanza scoprii che avevo la gamba rotta, ma non avevo neanche fatto caso a quanto facesse male per raggiungere mia cugina, per il resto il mio corpo stava bene. Ma per Carly non c'è stato niente da fare.

Ho visto i medici dirmi che non ce l'aveva fatta, ho annuito aspettando che se ne andassero per poter piangere. Avrei voluto dirle tante di quelle cose, ma lei non c'era più e comunque la mia voce si rifiutava di uscire.

Scattata la mezzanotte capii che non solo il capodanno, ma tutto il nuovo anno e quelli a seguire li avrei dovuti passare senza Carly. Così, anche se in silenzio, piansi per tutta la notte.
                 
                     Fine flashback

Spazio attrice
Continuo il dialogo tra Luca e Alex nel prossimo Capitolo...

Tu: La Mia Ossessione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora