Capitolo 19

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Mi sentivo accaldata e percepivo perfettamente il rossore sulle mie guance. Sentivo già di pentirmi soprattutto quando il suo sguardo da freddo e indifferente passò a un incendio di rabbia repressa.
Ridevo come per ogni frase che usciva dalle labbra di Ivan anche se effettivamente non faceva ridere lo facevo solo per attirare la sua attenzione. Ogni volta cercavo di toccarlo sul braccio o avvicinare il mio viso al suo magari bisbigliando cose come <<Noti qualche cambiamento in lui? >> e subito dopo sbottavo a ridere nella speranza che non Mr Black non sospettasse di nulla.

Ovviamente non ero solo io a ridere o conversare. Vi erano un sacco di persone presenti ed ognuna indaffarata a parlare con l'altro. La nostra fortuna era che i nostri posti non erano troppo distanti da Mr Black quindi poteva localizzarci facilmente con lo sguardo o udire qualche sghignazzo proveniente dalla sottoscritta.

L'apice arrivò nel momento in cui mi alzai per andare in bagno e chiesi a Ivan di accompagnarmi. Avrei voluto guardare Mr Black solo per godermi lo spettacolo che probabilmente si stava dipingendo sul suo viso ma evitai in modo da lasciarlo completamente inibito per non aver ricercato il suo sguardo.

Una volta davanti ai bagni mi lasciai sfuggire un sospiro. Ivan si avvicinò a me e mi sorresse per un braccio.
<<Tutto bene? >>
Ridacchia leggermente <<Sì sto bene, però forse avrei dovuto semplicemente lasciare le cose così come stavano>>
<<Non puoi saperlo>>
Entrai nel bagno mentre lui attendeva fuori continuando la conversazione.

<<É vero non posso saperlo ma... Sento in qualche modo di aver perso questa battaglia ancor prima di iniziarla>>
Sentii una breve risata dall'altra parte della porta. <<Dovresti consolarmi piuttosto che ridere di me. Non dovevo prendermi una cotta per il tuo migliore amico che, senza offesa, è proprio un pezzo di merda. E poi, che rimanga tra noi, poteva essere meno sexy? Cioè insomma guardalo non dirmi che non diventeresti gay per lui. Uff che guaio. Ora cosa faccio?>>
Mi lavai le mani e aprii la porta.
<<Allora mi vuoi rispondere? >>
Rimasi interdetta quando invece Ivan trovai Christopher appoggiato sul muro che mi guardava beffardo.
<<Sapevo che stavate escogitando qualcosa.>>
<<Dov'è Ivan? >>
<<É andato a sedersi al tavolo.>>
<<Beh se permetti io devo tornare>>
<<Mi dispiace ma dovrò rubarle qualche secondo>>
Mi prese per un braccio ma io mi ritrassi immediatamente e barcollai pericolosamente. I suoi occhi si spensero a quel gesto.
<<Ce la faccio anche da sola a camminare>>
<<Non si direbbe >>
<<Smettila di preoccuparti per me>>
Poteva guardarmi da cucciolo quanto voleva. Il mio cuore era a pezzi.
<<Credo tu debba tornare in stanza>>

Era meglio agire di propria volontà o la discussione sarebbe stata infinita.
<<OK a domani>>
Lo sorpasso ma improvvisamente inciampai sui miei piedi e fortunatamente Christopher mi afferrò all'ultimo secondo.
<<É meglio se ti accompagno e soprattutto... >>
Si inginocchio ai miei piedi con il viso troppo vicino all'orlo de vestito e mi sfilò le scarpe permettendomi di appoggiarmi su di lui.
<<Togliamo queste che sono scomode>>

Mi scortò fino alla porta.
Presi la mia borsa cercando la chiave che però non trovai.
<<Non la trovo>> dissi impanicata.
<<Cosa? >>
<<Le chiavi>>
<<Scusami>>
Lui me la tolse dalle mani e frugò al suo interno.
<<É maleducazione ficcanasare nella borsa di una donna>>
<<Infatti ti ho chiesto di scusarmi>>
<<Non posso. Mi hai ferita>>

Lui mi guardò intensamente per poi distogliere le sguardo.
<<Domani scendiamo giù e chiediamo un'altra chiave. Sta notte starai da me>>
Mi strozzai con la mia saliva.
<<Cosa? >>
<<Hai paura di me? >>
<<Ancora con questa storia? Dacci un taglio tu e il tuo ego maschile>>
Rise della mia reazione e improvvisamente risi anch'io per quella scenetta.
<<Dai andiamo>>

Una volta nella sua stanza lo vidi scovare nell'armadio passandomi una sua maglietta.
<<Vuoi anche i pantaloni? >>
<<Certo. Cosa credi?>>
<<Sapevo che non ti piacevano molto>>
<<Invece li amo>>
Mi passò dei pantaloni di tuta pesanti.
<<Buona fortuna allora>>
<<Non hai qualcosa di più leggero? >>
<<Le mie mutande>>
<<Ne farò a meno>>

Lo vidi ridacchiare tra se e se come un ragazzino probabilmente pensando a qualche bravata da depravato.
Gli feci la linguaccia ed entrai in bagno per cambiarmi.
Mi assicurai di chiudere la porta bene a chiave e feci una doccia.

Uscii dopo un bel po' di tempo dal bagno indossando i vestiti che mi aveva dato Christopher.
Mi avvicinai al letto quando notai un rigonfiamento che occupava tutto il letto a due piazze. Si era preso tutto lo spazio.
La doccia mi aveva aiutato a migliorare la mia sbronza ma non troppo. Barcollai fino ai piedi del letto e gli saltai addosso.
<<Hai capito male. Tu dormi a terra>>
Gli tolsi la coperta per poterlo spostare quando vidi che era vestito solo dei suoi boxer. Feci un veloce scanner della sua schiena scendendo fino a giù.
Improvvisamente la sua faccia sprofondata nel cuscino si alzò. Voltandosi per guardarmi. Aveva i capelli scombinati e la faccia leggermente imbronciata.
<<Sei ancora ubriaca? >>
<<No e copriti con qualcosa >>
<<Beh per farlo dovrei toglierti quello che hai addosso >>
In un momento di confusione tolsi la maglietta e gliela porsi. Vidi il suo sguardo sorpreso che però non osò indagare sul mio corpo come avevo fatto io ma rimasero impiantato nei miei.
<<Rimettila >> me la porse ed io la indossai di nuovo.
<<Sono così brutta da vedere? Insomma scegli Jessica invece che me. Mi sfrutti. Mi dici di rivestirmi... >>
<<Smettila. Sei bellissima e non dico solo esteriormente.>>
Mi guardò negli occhi ed in quel momento non potevo fare a meno di avventarmi sulle sue labbra.

Ohohoh

La nostra cara e scema Jane ha bevuto un po' troppo. O almeno relativamente. Gli basta qualche goccino per svalvolare.

A presto per un nuovo capitolo!

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