Capitolo 21

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Toc toc

Quel fastidioso rumore rimbombava nella mia testa senza lasciarmi alcuna tregua.

Toc toc

Per quale motivo continuavano a disturbare il mio dolce sonno.
Aprii un occhio e davanti a me c'era lui. Ero avvinghiata al suo corpo con la testa appoggiata sul suo petto tonico. Osservai il suo viso rilassato mentre era immerso in chissà quale sogno. Le sua bocca era leggermente socchiusa mentre i suoi capelli un po' scombinati lo rendevano tenero e buffo.

Toc toc toc

<<Christopher Black! Svegliati! Stamattina hai del lavoro da svolgere. Esci o ti faccio uscire io.>>

Era la voce del padre.
Imprecai sottovoce e cercai di smuovere il corpo assopito di Christopher.

<<Una vera signora non impreca mai  lo sapeva Evans? >>
<<Fai qualcosa o tuo padre ci vedrà in queste condizioni>>

Mi guardava con un sorriso compiaciuto mentre io impanicavo come una matta.
Mi alzai di scatto quando lui mi afferrò per un braccio facendomi ricadere sul suo corpo a pochi centimetri dal suo viso.
<<Allora lasciamo che ci veda così>>
<<Penserà male di me! Insomma tu in teoria sei fidanzato con Jessica>>
Una fitta mi attraversò il cuore.
<<Prima o poi dovrà accettarti che gli piaccia o meno >>
<<Sì, ma non mentre sono nel tuo letto. >>
<<Potrei fare qualcosa... Ma sono stanco >>

Sbiancai improvvisamente e presa dal panico decisi di cambiare strategia.
Mi avvicinai al suo volto e lasciai che le nostre labbra si accarezzassero.
Pensavo ad un bacio veloce vista l'urgenza di quel momento ma quando provai ad allontanarmi le sue labbra si avventarono voraci sulle mie in un bacio caldo e lento, di quelli che ti fanno venire la pelle d'oca.
Lo sentii gemere compiaciuto sulle mie labbra e staccandosi un secondo dopo aggiunse <<Vuoi che ci colga a fare qualcos'altro? >>

<<Christopher conto fino a tre! >>

Mi guardò tranquillo e mi ribaltò afferrandomi per i polsi i quali li portò sopra la mai testa con una mano mentre con l'altra afferrò la mia gamba portandosela intorno alla vita. Si avventò sul mio collo mentre io cercavo di soffocare i gemiti per non farmi sentire.
<<Uno>>
Si alzò lasciandomi in quella posizione.
<<Non ti muovere. Non abbiamo finito.>>
<<Due>>
Lui andò verso la porta e la aprì leggermente lasciando sporgere solo la testa.
<<Dimmi padre>>
<<Perché non mi hai aperto subito?>>
<<Era occupato>>
<<Bene. Ti voglio giù fra venti minuti massimo>>
<<Certamente >>
<<Avvisa anche la tua assistente>>
<<Lo farò>>

Chiuse la porta e si avvicinò a me con sguardo famelico. Si rimase sopra di me. <<Lei è la signorina Jane Evans? >> mi diede un bacio a fior di labbra.
<<Sì mi dica >>
<<Deve stare giù tra circa... Venti minuti. Se vuole posso farle compagnia. >>

Stava per baciarmi quando improvvisamente rotolai dall'altra parte e scesi dal letto.

<<Grazie ma ho bisogno di preparami>>
<<Vai benissimo così >>
Lo guardai storto e lui ridacchiò.
<<Come mi vesto? >>
<<Ah giusto. Oggi ci toccano i lavori sporchi. Hai un cambio da buttare?>>
<<Se vado in Italia di certo non penso a portarmi un cambio da buttare>>
<<Devi essere pronta a tutto quando sei con me>>
<<Lo terrò a mente, Mr Black>> dissi sottileneando il suo cognome.
<<Comunque non ti preoccupare. Rimediamo subito. Andiamo a comprare qualcosa al volo. Tanto serve anche a me>>
<<Devi essere pronto a tutto>> dissi scimmiottando le sue parole.
<<Sei proprio una stronza. Ora ti... >>
Io ero già scappata fuori dalla camera correndo e presa dalla foga del momento non mi accorsi di qualcun altro che camminava per il corridoio. Rovinammo a terra senza però farci male.
<<OH perdonami sono una sciocca.>>
<<Tranquilla neanche io ti avevo vista>>
Avevo appena urtato Jessica. Mentre uscivo dalla stanza del suo "fidanzato".
Mi alzai per prima e gli porsi la mano.
<<Grazie! >> mi sorrise cordiale.
<<Di niente, ora devo andare o farò tardi. Ci si vede. >>
Scappai e senza aspettare risposta. In quel momento mi chiesi se anche lei fosse in disaccordo con il matrimonio combinato.

Vicino la mia stanza incontrai la signora delle pulizie alla quale spiegai di aver lasciato dentro le chiavi. Con un po' di esitazione mi aprì la porta e per rassicurarla le mostrai le chiavi che avevo lasciato sul comodino.

Mi ero messa una semplice tutina piuttosto fresca per la giornata.
Scesi giù ed aspettai davanti alla reception.

Qualche secondo dopo mi raggiunse Mr Black con una camicia bianca leggermente aperta e i capelli ancora umidi. Si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia circondandomi con il suo odore di uomo pulito.

Rimasi qualche secondo imbambolato.
<<Allora signorina Jane, andiamo? >>
Mi ripresi e lo sorpassai evitando il suo sguardo.

Una volta fuori mi guardai intorno non sapendo dove andare.
<<Seguimi>>

Dopo molta strada entrammo in un piccolo marcatino probabilmente di seconda mano.
Girammo per le bancarelle alla ricerca di ciò che ci serviva.

Io presi un paio di leggings lunghi neri e una maglietta verde scuro con una taschina a sinistra.

Lui invece trovò dei pantaloni grigi di tuta che fasciavano perfettamente il suo bel didietro insieme ad una maglietta bianca anonima.

<<Non ti ho mai visto vestito in modo così informale. >>
<<Tranquilla cara. Sono sempre affascinante >>
<<Non lo eri nemmeno prima >>
<<Sei una grandissima bugiarda >>
Lo guardai e gli feci la linguaccia.

Mi portò ad una struttura affacciata sul Tevere. All'interno non c'era nulla se non teloni, scale, vernice e pennelli.
Lo vidi avvicinarsi ad un muro perplesso.
<<Ti piace dipingere? >> mi chiese.
<<Mh forse. Perché? >>
Afferrò un pennello sporco di vernice color crema. <<Dipingiamo il muro>>
Lo guardai esterefatta.
<<Vorresti dirmi che con tutti i soldi che hai non puoi permetterti un imbianchino o un restauratore? >>
<<Certo, li ho già contattati ma vorrei iniziare il lavoro prima in modo da poter finire subito. E poi é anche per una soddisfazione personale.>>

Sbuffai a quella malsana idea. Nonostante ciò presi un pennello ed iniziai il lavoro.

Non aveva niente di meglio da fare il nostro caro Mr Black.

La situazione pian piano andrà a complicarsi e non sarà sempre rose e fiori.

Continuate a leggere per scoprirlo.

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