Avengers × Reader.
Bollino: 🟢
Rapporto: Amore
Sei in camera tua, nella Stark Tower. Tuo padre e i suoi colleghi stanno lavorando sullo scettro di Loki. Mentre ti appresti a chiamare la tua migliore amica una esplosione prorompe in tutto l'edificio facendoti cadere dal letto.
Ti rialzi leggermente stordita correndo al piano di sotto, nel laboratorio.
Appena entri un silenzio surreale ti circonda, ti guardi intorno e urti contro qualcosa.
Qualcuno.
E quel qualcuno inizia a piangere riempiendo la stanza di urla acutissime. Da bambino.
«Ahia! Mi hai fatto male. Adesso lo dico a papà!» strilla un piccoletto parecchio somigliante a tuo padre quando era un bambino. Anzi. È proprio uguale!
«Chi sei?» domandi confusa,
«Tony» dice il bambino asciugandosi le finte lacrime,
«Co-sa?» balbetti sorpresa, spaventata e confusa,
«Ho sentito uno scoppio. Forse ho fatto esplodere di nuovo la provetta» dice un altro bambino. Somiglia a Bruce. No. Diciamo che è proprio lui.
«Lei come si chiama?» chiede un biondino dagli occhi di un celeste brillante,
«S-teven?» borbotti impaurita,
«Quello è il mio nome. Io le sto chiedendo il suo» dice imbarazzato Steve,
«T/-n» sussurri cadendo a terra. Altri due bambini si tengono per mano davanti a te: una dai capelli rossi e l'altro dei capelli castani. Natasha e Clint.
«Stai intralciando il futuro Re di Asgard!» sbotta infastidito un piccolo Thor,
«E chi lo ha deciso?» chiede nervoso Loki al fratello, intanto un proiettile di plastica ti colpisce la testa da lontano,
«Fuoco di copertura!»,
«Bucky?» domandi più a te stessa che al bambino,
«Non credo sia cattiva» puntualizza un piccolo Sam.
«Signorina Stark, l'apparecchiatura asgardiana è stata danneggiata dal martello di Thor. Quando si è ristabilito l'equilibrio delle condizioni ambientali, gli Avengers hanno subito degli effetti collaterali» spiega la voce robotica di Jarvis,
«Perfetto. E come si ripara uno scettro magico?» domandi infastidita,
«Temo di non avere risposte a questa domanda, signorina Stark»,
«Jarvis, puoi controllarli per un po'?» chiedi indicando i bambini,
«Certo, signorina Stark» dice il robot attivando i multi-circuiti che lo collegano ai numerosi suoi automi sparsi per la casa.Scendi le scale fino al piano terra e delle braccine ti si avvinghiano alle gambe
«Non voglio rimanere qui!» esclama la vocina di Steve,
«Devo uscire» tenti di evadere, ma nulla da fare,
«Posso venire?» ti chiede sull'orlo di piangere,
«Va bene» accetti in un sospiro.
Gli tendi la mano e lui la afferra allegro, sai già dove andare.Dopo aver preso l'autobus per arrivare alla Midtown Manhattan High School - ovvero la scuola di Peter Parker - cammini per due isolati fermandoti davanti al cancello della scolaresca.
Steven cammina al tuo fianco tentando di mantenere la tua stessa andatura, cosa molto difficile vista la lungezza attuale delle sue gambe, sbuffi silenziosamente.Entri nell'edificio cercando allo sbando la classe di Fisica dove, in teoria, dovrebbe trovarsi la persona che stai cercando.
A.
B.
C.
Eccola. Classe D.
Apri la porta fermandoti sull'uscio,
«Salve. Sono T/n Stark. Dovrei parlare con Peter Parker, è qui?» domandi ansiosa,
«Certo. Vai Parker» dice l'insegnante e senti distintamente dai compagni del tuo amico dei sussurri del tipo "Una Stark con Parker?", "È la sua ragazza?", "Allora conosce davvero Tony Stark!".
Imbarazzatissimo, Peter esce dall'aula chiudendo la porta,
«Che ci f-ai qui?» domanda nervoso,
«Ho un problema»,
«Che tipo di problema?»,
«Hanno fatto esplodere la pietra che Loki aveva nello scettro e quando sono andata a controllare erano tutti in mini taglia» spieghi alla rinfusa ancora sbigottita al solo ricordo di quando li hai trovati,
«Scherzi?»,
«No! Ma...che cosa hai fatto all'occhio? Ti hanno dato un pugno? Stai bene?» domandi preoccupata avvicinandoti al ragazzo e prendendogli il volto con entrambe le mani, lui arrossisce imbarazzato aggrappandosi ai tuoi fianchi,
«Nulla. Tranquilla. È stata solo una pallonata»,
«Peter»,
«O è possibile che Flash mi abbia tirato un gancio destro» spiega con lo sguardo basso,
«Oh, tesoro...» sussurri affettuosamente. Rendendoti conto di come lo hai appena chiamato ti stacchi da lui, ma prima gli lasci un nervoso bacio sulla guancia.
Lui arrossice di botto.Sono ormai due ore che tu, Peter e Jarvis studiate lo scettro.
Stai cercando di rimettere insieme i frammenti della pietra rotta e ci sei anche quasi riuscita, ma il bastone è una sfida vera e propria visto che hai perso un pezzo,
«Dovrebbe ristabilirsi tutto una volta ricostruita l'arma» commenta Peter,
«Manca un pezzo» brontoli nervosa,
«Natasha lo teneva in mano un'ora fa» dice Jarvis,
«Portala qui» ordini.
Nel frattempo ti siedi sul largo tavolo d'acciaio, Peter resta davanti a te. Sorridi pensando che così sei più alta di lui,
«Riusciremo a sistemare tutto» ti sussurra appoggiando le braccia sulle tue gambe,
«Mio padre sa essere odioso, ma mi manca» confessi circondando il collo di Peter con le braccia,
«Tornerà come prima» dice avvicinando sempre di più il suo volto al tuo,
«Ciao» saluta una bambina dai capelli rossi stringendo tra le mani il pezzo mancante dello scettro,
«Natasha.» inizi, ma vieni interrotta da Peter che si china davanti alla piccola
«Me lo daresti? Vorrei fare un regalo alla mia ragazza e a lei piace davvero tanto questo oggetto che hai in mano...» dice dolcemente,
«Ok» sussurra innocentemente Natasha arrossendo e porgendogli l'oggetto. Peter lo prende per poi passartelo sussurrando un "Prego".Rimetti il pezzo al suo posto e un lampo bluastro circonda tutta la stanza. Dalla figura di Natasha adulta che esce distrattamente dal laboratorio capisci che tutto è tornato normale
«Oh! Grazie, Peter!» esclami e nella foga del momento schiacci le tue labbra su quelle del ragazzo che approfondisce il bacio appoggiandoti al tavolo,
«Bimbo ragno, quella è mia figlia!» vi interrompe Tony, che era sceso a cercarti,
«Papà.»,
«Signor Stark...io.»,
«Spero di avertelo fatto io quell'occhio nero» dice irritato tuo padre andandosene,
«Sono nei guai» sussurra sulle tue labbra Peter.